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VareseFansBasketNews

  • simon89
    La rescissione del contratto che legava la Pallacanestro Varese a Gabe Brown è divenuta ufficiale, confermando così la notizia di ieri che voleva l’ala del Michigan diretto a Trapani. Un addio che mette praticamente fine alla Openjobmetis 2023-24: Brown e Mannion erano gli unici due giocatori (per altro in quintetto base) rimasti, eccezion fatta per quelli nati e cresciuti a Varese e nel giro di un mese hanno entrambi lasciato la squadra nonostante fossero inizialmente in quintetto base.
    La rifondazione è quindi completa, ma non va nascosto un pizzico di rammarico per questo divorzio. Che Gabe Brown non abbia reso, in questa prima parte di stagione, come ci si attendeva è evidente: al secondo anno in Italia in molti si aspettavano che il numero 44 potesse giocare in maniera più continua visto che nella passata stagione alternò grandi prove a partite scialbe.
    Invece Brown sotto questo aspetto non è apparso diverso, tarpandosi le ali da solo. O almeno in parte. Perché è parso evidente fin da subito che non ci fosse un particolare feeling tra lui e coach Herman Mandole. Fin dalla prima amichevole di Livigno, pur senza nominarlo, il tecnico argentino aveva tuonato verso “chi non difende non può giocare”. E, a campionato iniziato, fece un certo scalpore l’esclusione di Brown dal match con Pistoia, pochi giorni dopo una prestazione da 31 punti contro Trapani (gli venne preferito Harris con gli stranieri in sovrannumero).
    Proprio quegli Shark che ora danno una seconda possibilità italiana a Brown, il quale troverà un “allenatore molto più allenante” come Jasmin Repesa, burbero di vecchia scuola. E forse, sotto la guida del tecnico croato, si capirà con maggiore precisione quale sarà il destino sportivo di Gabe: diventerà un rimpianto per Varese o si confermerà giocatore senza futuro importante in Italia? Dovessimo giocare un euro, lo metteremmo sulla prima ipotesi, anche perché l’ala ha comunque solo 24 anni. E il contratto triennale (di cui Varese si è liberata) aveva proprio lo scopo di far crescere Brown nel medio periodo.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Anche Gabe Brown saluta Varese. Accordo raggiunto per la rescissione dell’ala mancina che l’Openjobmetis aveva messo fuori rosa da qualche settimana. L’atleta statunitense del 2001 sarà un nuovo giocatore dei Trapani Shark, ossia il team contro cui aveva disputato la miglior prestazione stagionale del 2024/25, realizzando 31 punti in occasione della sconfitta del match del 19 ottobre a Masnago (11,3 punti e 2,3 rimbalzi il fatturato nelle 6 gare disputate in biancorosso rispetto agli 11,8 punti e 5,4 rimbalzi della stagione passata).
    Brown era stato il primo giocatore rimpiazzato nello scacchiere tattico varesino con il ritorno di Nino Johnson al posto del prodotto di Michigan State University. Per il club biancorosso si tratta della seconda uscita in due giorni dopo quella di Jordan Harris; esauriti così gli esuberi degli stranieri in eccedenza dopo il restyling legato alla vicenda Nico Mannion. Brown a Trapani rinforzerà una squadra da playoff in difficoltà per gli infortuni di Petrucelli e Yeboah; nel girone di ritorno sfiderà nuovamente Varese, senza tornare però all’Itelyum Arena.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Herman Mandole non avrà più problemi di sovrabbondanza di giocatori stranieri. Già formalmente fuori dai giochi Gabe Brown – che è ancora a Varese e si allena in via individuale in attesa della cessione – è giunta oggi l’ora dell’addio ufficiale per Jordan Harris che, al contrario dell’ala numero 44, era rimasto in gruppo.
    L’esterno nato in Georgia e la società biancorossa hanno firmato stamattina – mercoledì 4 dicembre – la risoluzione consensuale del contratto biennale firmato in estate. In questo modo Harris potrà continuare la stagione in un’altra squadra, ovvero la Real Sebastiani Rieti che milita in A2 e che ha appena tagliato l’americano Jaaziel Johnson. Harris è dotato di visto per l’Italia “trasferibile” ad altre società visto che ha disputato almeno cinque partite e questo lo ha reso appetibile nella categoria inferiore un po’ come avvenne lo scorso anno per Vinnie Shahid che fece bene nella Juvi Cremona (e che oggi sta ottenendo buoni risultati nella A2 tedesca).
    Nelle otto gare disputate con la Openjobmetis Harris ha collezionato 8,1 punti e 2 rimbalzi di media con il 45,2% da 2 e il 38,9% da 3 punti anche se le sue prestazioni sono state altalenanti. Con il suo rilascio la Pallacanestro Varese toglie anche dalle “spese” uno stipendio che, per quanto non elevato, andava a incidere sui costi: lo stesso motivo per cui ora si sta cercando una collocazione anche per Brown.
    L’ala del Michigan, pur essendo nella stessa situazione di Harris a livello di visto, non sembra avere mercato “pronto” in Italia e quasi certamente troverà spazio in un altro campionato europeo. Sperando che si trovi la quadratura del cerchio tra offerta tecnica ed economica perché, al contrario, il suo rateo mensile resterà a carico delle casse biancorosse, notoriamente non delle più floride.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Altro che pausa corroborante, altro che nuova versione più equilibrata e completa. Varese non si schioda da quota 4 punti in classifica e raccoglie la settima sconfitta in nove partite di campionato. Anche Venezia brinda a Masnago, faticando – sì – ma portando a termine (77-86) una partita che la Openjobmetis ha perso molto prima della volata finale. Ovvero nel secondo quarto, quando in poche mosse la squadra di Mandole si è inguaiata con le proprie mani ed è stata costretta a una rimonta a fari spenti nell’ultima parte del match.
    Un recupero che non è bastato perché Venezia ha mostrato maggiore solidità e, soprattutto, ha avuto il giocatore in grado di dominare la partita in ogni situazione: Mifundu Kabengele. Il pivot che già lo scorso anno aveva fatto a fette la OJM si è ripetuto con una prestazione da 28 punti, il 63% al tiro, 14 rimbalzi, 4 stoppate e 41 di valutazione. Numeri che fanno impallidire e che certificano l’eterno problema di Varese nell’arginare giocatori più alti e più forti fisicamente.
    A poco, in questo senso, è servito l’innesto di Tyus apparso ancora molto indietro sul ritmo gara (unica cosa buona, i rimbalzi “di posizione”), e a poco è servito questa volta l’arrivo in regia di Keifer Sykes. Il play ha retto finché c’è stata benzina, poi anche per lui e per la sua classe sono emersi i problemi di ritmo-gara, tanto che il suo impiego si è fermato a 25′. Sarà utilissimo da qui in avanti, ma intanto a vincere in quel ruolo è un Ennis completamente ristabilito dopo i guai fisici recenti.
    Insomma, cambiano gli interpreti ma non il risultato, e se fossimo in una società tradizionale ci sarebbe per lo meno il dubbio se proseguire con questo allenatore. Invece nulla dovrebbe scalfire la panchina di un Mandole che ammette la preoccupazione per la classifica, che spiega le sue ragioni in sala stampa ma che in fondo in fondo non riesce ad arginare Kabengele (qualche raddoppio?) come non ci era riuscito all’esordio con Bilan. E che non riesce a far rendere Hands come ci si aspetta (troppe forzature, pochi tiri piedi per terra) con la squadra che nelle ultime due gare si è anche arenata in attacco, laddove sembrava avere più certezze.
    In questo quadro si inserisce la trasferta di domenica prossima a Cremona, una vera e propria sfida sul promontorio della paura dopo che la Vanoli ha gettato alle ortiche una vittoria quasi certa a Trapani. Dopo di quella, se andrà male, una valutazione sulla panchina andrà fatta sul serio anche dal “supergarantista” Luis Scola visto che il resto è cambiato tutto, tranne il colore del referto. Giallo. Pallido. Come pallida è stata la reazione di un pubblico come anestetizzato dalla sconfitta, e questo aspetto deve essere una preoccupazione ulteriore.
    PALLA A DUE
    Torna un bel pubblico a Masnago (oltre 4.500 paganti), torna – applaudito – Davide Moretti ma la notizia più rilevante è l’esordio di Keifer Sykes, subito in quintetto base al pari dell’altra novità Alex Tyus che relega in panca Akobundu. La Reyer ha recuperato in pieno sia Ennis sia Casarin ma deve rinunciare come previsto a McGruder.
    LA PARTITA
    Q1 – La Openjobmetis ha subito la mano calda dall’arco: Gray e Johnson da fuori danno la prima spinta anche se in difesa (male Hands) Varese concede qualche canestro facile di troppo alla Reyer che ribatte colpo su colpo. Gli ospiti, con Kabengele e Wiltjer, passano davanti ma trovano la replica di Sykes: il play firma 7 punti in pochi istanti intervallati da una tripla di Gray. Il minibreak spinge i biancorossi al 27-21 del 10′.
    Q2 – Il buon momento OJM dura ancora qualche minuto nel secondo parziale (timeout di Spahija dopo due azioni…) ma dopo aver toccato il +12 sul 33-21 (tripla di Alviti) l’attacco di Varese si spegne perché la partita si fa più fisica. Qualche fischio dubbio e una scaramuccia Wiltjer-Gray (doppio tecnico) “sporcano” la partita con il lungo ospite graziato dagli arbitri dopo una serie di provocazioni. Varese trova poco-niente da Tyus e da Hands e continua a patire la superiorità dei lunghi. Ma è un esterno, Moretti, a firmare il finale di periodo tra canestri, palle rubate e l’assist per la tripla di Parks sulla sirena per il 39-48.
    Q3 – Tifosi sotto shock e punteggio che arriva a -15 per la Openjobmetis che, però, trova in capitan Librizzi l’uomo della speranza. Il play di Sant’Ambrogio sfodera il suo campionario e quasi da solo (11 punti nel periodo) riporta i suoi a -7. Venezia trema, fatica ma comunque regge perché quando Kabengele va a rifiatare dopo due rarissimi errori in lunetta, Spahija fa entrare Tessitori e l’azzurro non tradisce la fiducia. Libro chiude il periodo con due liberi a segno quasi sulla sirena e il punteggio dice 60-68.
    IL FINALE
    Qualche speranza di rientro, Masnago la cova con Mandole che centellina l’impiego di Sykes per averlo fresco negli ultimi minuti. Venezia perde Wiltjer che trattiene la maglia di Alviti su una rimessa ma viene “beccato” dall’arbitro: secondo antisportivo ed espulsione automatica, quanto meritata. Purtroppo la OJM non sfrutta in pieno l’occasione e resta in scia, però prima Alviti (rubata e contropiede) e poi Tyus (dai 3 metri, unico cesto dal campo) tengono Varese a -2. La palla chiave arriva a Jaron Johnson che fa saltare il difensore, si sposta e tira da 3 ma il ferro sputa la palla che significava “sorpasso”. Venezia respira, viene colpita da Gray ma trova in Ennis l’uomo capace di andare a segno in penetrazione, quello che manca a Mandole. Quando poi Gray tocca la linea laterale con il piede e Alviti sbaglia un tiro della speranza, sulla partita cala il sipario e Simms (insufficiente) imbuca il 77-86 quando gli altri giocatori si stanno già salutando.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    E’ una brutta versione quella della Varese con i nuovi innesti. Vuoi perché Sykes finisce presto la benzina dopo un primo tempo che ha fatto ben sperare e un Tyus che deve scrollarsi di dosso ancora parecchia ruggine anche se riesce a raccogliere 10 rimbalzi, ma la miglior condizione sembra ancora decisamente lontana. Tra i pochi a salvarsi questa sera, in una partita tesa e con qualche decisione controversa della terna arbitrale sicuramente capitan Librizzi e Alviti che in questo momento sembrano l’anima di questa squadra, ma Venezia fa valere il suo straripante tonnellaggio e purtroppo, come previsto alla vigilia, il gioco vicino a canestro fa la differenza e i lagunari tornano a casa con 2 punti meritati. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Akobundu-Ehiogu 4 : Sia Tessitori ma soprattutto Kabengele lo irridono e lo sovrastano in tutto e per tutto. Non trova mai una contromossa efficacie per interrompere la grandinata che lo colpisce ripetutamente sulla testa. STUPRATO
    Alviti 6,5 : serata non brillantissima al tiro ma Davide, in questo momento è imprescindibile per gli equilibri di questa squadra. Sa mettere il corpo per tamponare le ali avversarie e ci mette cuore e grinta per cercare di mantenere a galla lui e i suoi compagni. Non è un caso se quando viene dimenticato in panchina Venezia da uno strappo che alla fine risulterà decisivo. COLLANTE
    Gray 6 : una prestazione che fino ad un certo punto è sicuramente superiore alla sufficienza ma nel finale, prima con una persa sanguinosa e poi con un tiro dal garage di casa sua, la pregiudica. Purtroppo, nei finali punto a punto sono quelli gli attimi in cui bisogna avere il killer instinct e non la sindrome da Willy il coyote. INQUINATO
    Tyus 5,5 : se guardiamo il raffronto con il dominante Kabengele è evidente che non c’è paragone. Alex è esagerando al 50% della miglior condizione fisico atletica e difensivamente fatica oltre modo. In attacco non è un fattore ma nonostante questo cattura 10 rimbalzi, unico spiraglio per poter andare a dormire con qualche speranza per le partite future. RIVEDIBILE
    Sykes 6 : buona partenza in un primo tempo in cui sembra prima voler mettere in ritmo i suoi compagni e poi prova a fare da solo con buoni risultati. Nel secondo tempo, nonostante Mandole cerchi di dosarlo, è chiaro ed evidente che finisca le energie e la lucidità per cui non è più un fattore positivo per Varese. SVUOTATO
    Librizzi 7 : ancora una volta ci si aggrappa a capitan Matteo che dopo un primo tempo in ombra nella ripresa torna a correre, combattere e difendere la leader. Il fatto che anche questa volta la sveglia sia lui a darla è un’ottima notizia per il singolo giocatore ma una sirena d’allarme per il resto della squadra. Essere aggrappati al solo Libro e pochissimi altri, non può portare molto lontano. PILASTRO
    Virginio N.E.
    Carità N.E.
    Assui N.E.
    Fall S.V.
    Hands 4,5 : 13 punti che non possono bastare a salvare una prestazione altamente negativa per la guardia di San Diego. Ancora una volta troppo prevedibile e cristallizzato nel palleggio insistito con risultati che alla fine pagano dividendi ma solo per la difesa avversaria. FOSSILE
    Johnson 5 : il numero 92 biancorosso incappa in una serata dove sicuramente subisce una difesa veneta molto fisica e lui risponde con percentuali glaciali e scelte poco lucide. A sua volta prova a contrastare gli attacchi degli oro granata mettendo la sua fisicità ma questa sera viene obbiettivamente sovrastato. RIMANDATO

  • simon89
    Una scelta stimolante, diversa da quelle affrontate in passato, in una piazza – Varese – che entrambi conoscono per averla sfidata in passato. Keifer Sykes e Alex Tyus si presentano in coppia, vestendo la tuta della società biancorossa, nella settimana che porta al delicato match di domenica 1 dicembre con Venezia. Nel quale, per la prima volta, saranno fianco a fianco per muovere una classifica preoccupante.
    I due giocatori americani spiegano come la conoscenza del nostro campionato, del club e – perché no – di Luis Scola sia stata decisiva per la firma sul contratto che li lega sino al termine di questa stagione. «Conosco la grande tradizione di Varese e l’importanza della lega italiana che ho già affrontato giocando a Cantù. Mi ricordo della partita che disputai qui a Masnago, con atmosfera e grande pubblico» spiega Tyus che ha già esordito con la Openjobmetis a Scafati.
    «Nei miei dieci anni di basket professionistico l’Italia è stato il posto in cui mi sono trovato meglio sia a livello sportivo sia personale» aggiunge Sykes, che ha giocato ad Avellino e Milano. «Varese è sempre stata una grande società; aggiungiamo il fatto che ho giocato e conosco Luis Scola e quando si è trattato di scegliere tra le offerte che ho ricevuto, queste cose hanno avuto il loro peso e mi hanno fatto decidere di venire qui».
    Scola, quindi, è una delle chiavi: se Tyus lo ha affrontato in campo, Sykes ne ha condiviso lo spogliatoio all’Olimpia: «Come detto, aver avuto un rapporto con lui ha facilitato la trattativa. Con lui avevo parlato di quali fossero le sue idee al di fuori del gioco, mi aveva spiegato la visione manageriale che aveva in mente ed è interessante giocare per un proprietario di club che è anche un ex giocatore di alto livello».
    Se il playmaker dovrebbe trovarsi a suo agio nel gioco della Openjobmetis fatto di tanta corsa e di tiri rapidi, c’è qualche curiosità in più riguardo al pivot che spiega: «Non ho mai giocato nella mia carriera per un sistema come quello adottato da Varese, fatto di ritmo molto alto e di un grande numero di possessi. Il mio compito sarà proprio quello di permettere quest’ultima cosa lavorando forte a rimbalzo, mentre dovrò anche occuparmi di migliorare l’organizzazione difensiva».
    Sia Sykes sia Tyus in carriera hanno sempre avuto obiettivi ben più alti rispetto alla salvezza ma sono consci delle necessità della squadra: «In passato – spiega il lungo – ho sempre giocato per squadre in grado di disputare playoff nazionali da protagonista. Qui c’è una sfida differente ma che mi stimola molto: voglio portare l’attitudine vincente, la professionalità che serve per raggiungere i risultati».
    «È ancora presto – prosegue il play di Chicago – per parlare di obiettivi concreti al di là della salvezza che è quello minimo. Dobbiamo trovare la chimica giusta tra noi giocatori e cercare di fare meglio di quanto avvenuto finora su entrambi i lati del campo. Poi vedremo a cosa puntare».
    Lo stesso Sykes spiega i motivi per cui, da qualche stagione, è uscito dai radar dei campionati europei. «Ho scelto di trascorrere le ultime stagioni negli Stati Uniti per privilegiare la famiglia: volevo una sistemazione “comoda”, soprattutto dopo gli anni di covid, per avere più tempo a casa visto che in precedenza avevo trascorso sei stagioni all’estero. Ora però sono pronto e spero di dare il mio apporto per ottenere gli obiettivi che Varese si pone».
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Esaurito il traffico in entrata, almeno per ora, le porte girevoli di casa OJM sono pronte a muoversi in uscita. Varese ha attualmente otto stranieri sotto contratto per sei posti a referto: escluse ipotesi di turnover per una squadra che non gioca in Europa, la pausa per le Nazionali è il momento per inserire i nuovi arrivati, ma anche per fare il punto sugli esuberi. Il primo dei quali è sicuramente Gabe Brown, già spedito in tribuna in occasione dell’esordio di Jaron Johnson contro Pistoia, e poi tornato a referto solo per motivi contingenti (il passaggio al 6+6 a Trieste e l’assenza dell’infortunato Justin Gray contro la Virtus Bologna). Il tiratore mancino, che ha contratto fino al 2026 (con uscite a pagamento nel 2025), è nuovamente uscito dalla lista dei convocati a Scafati: la nuova agenzia farà il punto in questi giorni, nonostante lo status da “vistato” acquisito con 5 partite giocate in Italia il suo futuro è molto probabilmente all’estero.
    Con l’arrivo di Keifer Sykes è in uscita anche Jordan Harris: il mancino della Georgia sarà sacrificato sull’altare della necessità di “puntellare” con l’esperienza di Alex Tyus la posizione di Kaodirichi Akobundu-Ehiogu sotto canestro. Anche il giocatore del 1997 ha contratto biennale (con buyout prefissato solo per le coppe nel 2025, modello Moretti e McDermott la scorsa estate). Da vistato in Italia (8 gare con 8,1 punti e 1,4 assist in 18,4 minuti) può avere mercato in serie A2, verificando anche l’ipotesi di un prestito per rivalutarlo poi la prossima estate. Ci si provò anche con Vinnie Shahid, girato a gennaio 2024 alla Juvi Cremona, salvo poi uscire dal contratto col giocatore che sta facendo furore in serie A tedesca (19,1 punti e 5,0 assist di media a Craisheim).
    POSIZIONI IN BILICO
    Al momento non previsti movimenti sul fronte italiani: si ruoterà con Skyes, Hands e Librizzi sul perimetro, il trio Gray-Alviti-Johnson più qualche scampolo per Assui nel parco ali, e il duo Kao-Tyus a dividersi i 40 minuti da pivot. E Abdel Fall? Potrebbe avere sirene in A2 ma non sembra esserci interesse a cederlo. Al contrario di Nicolò Virginio, per una scelta legata ai costi del contratto: se l’ala del 2003 troverà “amatori” al piano di sotto (si era fatta avanti Torino, ma la situazione pare congelata) l’OJM lo lascerà partire, tesserando un altro elemento delle giovanili per mantenere il vincolo regolamentare dei 6 contratti italiani.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    Accontentarsi, nel basket come nella vita, è un peccato mortale. E la Openjobmetis a Scafati si è accontentata. Della vittoria con la Virtus, forse (ma non c’è controprova) e soprattutto del tiro da 3 punti che da arma letale si è trasformata in boomerang con il passare dei minuti del deludente match perso sul campo della Givova per 94-85.
    Un risultato pesante che è maturato quando i biancorossi hanno smesso di avere idee in attacco e – appunto – hanno creduto che sarebbe bastato continuare a tirare dall’arco per arrivare al successo. E invece, come spesso capita, le percentuali sono calate (gli altri, per esempio, hanno iniziato a difendere meglio) mentre Librizzi e compagni non hanno trovato alcuna contromossa. Quando non è stato tiro da 3, ci si è limitati a qualche azione isolata in 1 contro 1, spesso con Hands, che ha così rovinato una prestazione fino a lì decisamente buona. Ma del resto i compagni non hanno imbastito neppure quella, smettendo di cercare un Kao in forma, schiantandosi nelle scarse scorribande verso canestro, perché frutto di iniziative personali e non di una costruzione collettiva.
    E su tutto questo tiriamo in ballo anche Herman Mandole, perché è dalla tolda di comando – pardon dalla panchina – che andrebbero date certe sterzate nei momenti no. E invece il coach argentino (derby perso con Marcelo Nicola) è intervenuto tardi, evitando di fermare il gioco nei momenti del sorpasso campano (ed era chiaro che si sarebbe arrivati a quello anche nei minuti precedenti) e spendendo tutti i timeout a ridosso della fine, solo per limitare i danni. Danni che – lo dice il punteggio finale, 94-85 – sono peggiorati a dismisura dando alla Givova un solido gruzzolo di punti che può tornare utile quando conterà la differenza canestri. Di più: non ricordiamo un solo timeout biancorosso dal quale la squadra è uscita con una soluzione vincente, problema che si era già visto nel recente passato.
    Varese, dicevamo, ha vissuto a lungo sulle prodezze dall’arco di Hands ma anche di Alviti e di Gray, subendo però tanto dall’altro Gray, quello di Scafati, MVP della serata con 24 punti. E quando la OJM è stata brava a creare dei break positivi (anche +6 e +7 in diverse occasioni) è regolarmente riusciti a buttare tutto all’aria nel giro di 2-3 azioni al posto di dare un allungo più deciso. Spesso con pasticci (due infrazioni di campo su rimessa…), errori banali e difese troppo tenere.
    Un peccato aver vanificato anche le cose buone e di aver trovato qualche giocatore al di sotto dei propri standard (J. Johnson e Librizzi per primi). Ha esordito Tyus, indubbiamente troppo statico ma comunque già concreto a rimbalzo (8, e Varese ha vinto la sfida sotto i tabelloni): da qui può solo migliorare come dovrà migliorare una squadra che ora ha 15 giorni di tempo per rifarsi davvero il trucco. Altrimenti saranno guai.
    PALLA A DUE
    Esordio di Alex Tyus in maglia biancorossa anche se il pivot, come previsto, parte dalla panchina. In quintetto c’è Akobundu ma anche Alviti, perché il rientrante Justin Gray viene tenuto di rincorsa. L’altro Gray, Rob di Scafati, è a sua volta al ritorno dopo un leggero infortunio ed è subito bollente; per Nicola nello starting five anche l’ex Sorokas mentre Ulaneo resta seduto per 40′.
    LA PARTITA
    Q1 – Avvio migliore da parte della Givova con Varese che impiega qualche scambio prima di muovere il punteggio con un’entrata di Librizzi. La OJM evita di farsi staccare e al primo pallone buono sorpassa: merito di Alviti, tripla e fallo subito per un gioco da 4 punti. I biancorossi, presa la testa, la mantengono fino al 9′ con Hands e la riprendono – di nuovo con Alviti – per chiudere il primo quarto 25-27.
    Q2 – Al rientro la Openjobmetis pesca e gioca tre jolly dall’arco, due di Gray e uno di Harris, che consentono ai biancorossi il primo allungo. Il tiro da 3 però è un’arma a doppio taglio e quando Varese esagera e inizia a colpire i ferri, la spinta diminuisce anche se gli uomini di Mandole mantengono la testa per tutta la frazione. L’ingresso di Assui è a doppio taglio: Elisee si procura 4 liberi ma ne sbaglia 3 fermando di fatto un momento positivo di Varese che si ritrova subito in scia gli avversari. Kao regala un minuto pazzesco (due schiacciate, stoppata, rimbalzo), poi l’unico canestro di Tyus su rimbalzo offensivo e una tripla di Miaschi valgono il 49-50 di metà gara.
    Q3 – Varese prova a dare un altro strappo dopo qualche azione nel terzo quarto ma Alviti spreca due azioni in campo aperto. L’ala si fa perdonare con una bella tripla seguita da quella di Hands per consolidare il break: Nicola si rifugia in timeout e Pinkins ricuce subito. Le mani però si raffreddano: la OJM resta ancorata a quota 66, la Givova arriva vicina ma non riesce a sorpassare. E così Gray ed Harris confezionano il 68-71.
    IL FINALE
    L’argine biancorosso regge ancora per qualche minuto ma appare chiaro che, senza sterzate, crollerà. Sorokas e Stewart firmano il sorpasso cui replica Gray per la tripla che vale il 76 pari, ma Scafati corre (a +6, poco dopo) e Varese cammina, anzi zoppica. Un tiro pulitissimo di Alviti da lontano vale il -3 ma ormai la partita si tinge di gialloblu perché la OJM affretta le conclusioni e le sbaglia anche quando, nel mezzo, trova rimbalzi d’attacco. Mandole a quel punto spara timeout a raffica ma i suoi scivolano sempre più in basso, con Gray che prende fallo tecnico a 5” dalla fine e Cinciarini che – dopo il minuto di sospensione: chissà cosa avranno disegnato – centra la tripla tutto solo. Finisce 94-85, con un parziale sconfortante e le paure che tornano a farsi vive.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    È atteso per mercoledì a Malpensa l’aeroplano che riporterà in Italia Alex Tyus, il pivot americano scelto e messo sotto contratto dalla Openjobmetis per rafforzare il reparto lunghi, togliere qualche responsabilità dalle spalle inesperte di Kao Akobundu-Ehiogu e dare maggiore spessore nell’area colorata.
    Il lungo americano, 36 anni, ha completato le pratiche burocratiche (compreso il rinnovo del passaporto ancora valido ma in scadenza prima del 30 giugno) e dovrebbe arrivare come detto mercoledì, in tempo per un primo contatto con l’ambiente biancorosso. E in tempo per completare il percorso – visite mediche e documentazione di Lega – e depositare il contratto nei termini previsti per poter andare a referto sabato sera (20,30) a Scafati.
    L’arrivo di Tyus dovrebbe essere seguito da quello di Keifer Sykes, il play in pectore della Openjobmetis visto che non è ancora stato ufficializzato (ma non ci sono dubbi a riguardo). L’ex avellinese ha saldato le proprie pendenze (aveva perso il lodo con la sua precedente agenzia e questo aveva bloccato la possibilità di firmare un contratto in area FIBA) e nella giornata di mercoledì dovrebbe ritirare i documenti e il visto per l’Italia. Plausibile quindi che possa imbarcarsi giovedì, ragion per cui – a differenza di Tyus – è più complicato che per Scafati possa esserci.
    La situazione, comunque, è ancora “mobile” sul fronte stranieri e Mandole dovrà comunque fare qualche scelta in base ai giocatori disponibili per tesseramento e per condizione fisica. Sotto quest’ultimo punto di vista si attendono novità da Justin Gray, assente con la Virtus per un problema muscolare al polpaccio. L’ala è tornata ad allenarsi con cautela e la sua condizione andrà valutata giorno per giorno. Se non dovesse farcela (e se Sykes non fosse disponibile) a Scafati potrebbe esserci ancora Gabe Brown, anche se la sua esperienza biancorossa appare agli sgoccioli.
    Damiano Franzetti

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