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VareseFansBasketNews

  • simon89
    Termina come da pronostico la stagione della Openjobmetis. I biancorossi lasciano a Venezia l’ultima possibilità di muovere la classifica, anche se un risultato diverso non avrebbe fatto la differenza per nessuno. Venti sconfitte, a fronte di dieci successi, e un 12mo posto anonimo, che però è oro rispetto a come si erano messe le cose anche questa volta, ovvero con una Varese troppo a lungo dentro l’inferno della lotta per non retrocedere.
    Al “Taliercio” il risultato (83-64), per quel che conta, è bugiardo almeno per quel che è accaduto per mezz’ora, con la squadra di Kastritis in grado di restare in scia – o addirittura davanti – contro gli orogranata di Spahija che hanno già in tasca la qualificazione ai playoff. Poi, nell’ultimo quarto, la partita gira e prende l’accento veneto, con l’Umana che stringe la difesa e la OJM che finisce le già scarse munizioni. Anche perché il pistolero principale, Jaylen Hands, stavolta dimentica il revolver mentre il suo vicesceriffo, Mitrou Long fa altrettanto male.
    Senza il supporto dei due titolari USA la squadra di Kastritis è troppo spuntata: il solito tandem Librizzi-Alviti fa il possibile così come Akobundu Ehiogu che perde il duello con il “mostro” Kabengele (doppia-doppia per il colosso canadese) ma che tutto sommato non dispiace, solitario a difendere il canestro biancorosso. Aggiungiamoci un arbitraggio che lascia più volte interdetti – pace, non contava nulla – e il quadro è completo.
    Commento che, sulla partita, da questo punto in avanti è praticamente superfluo perché come è ovvio l’attenzione ora si sposta sull’estate e su quel che rimarrà di una squadra che nell’ultimo scorcio di stagione – pur ridotta all’osso – aveva trovato certi equilibri. Come noto toccherà a chi ha riportato un po’ di benessere, Ioannis Kastritis, occuparsi in prima persona della ricostruzione. L’auspicio è che il gruppo italiano possa restare per intero anche se – lo sappiamo – le dinamiche possono portare a soluzioni di ogni tipo. E poi sarà almeno necessario evitare certi errori marchiani di 10 o 11 mesi fa, tanto nelle scelte quanto nel rapporto con i tifosi. Che ora si riaffidano al gruppo di lavoro di Luis Scola sperando in un 2025-26 migliore di questo faticoso, ultimo anno.
    PALLA A DUE
    Senza l’infortunato Gray e il ripartito Anticevich, coach Kastritis ha a disposizione solo quattro stranieri per affrontare Venezia ma, in pratica, sono quelli più utili. Tre vanno in quintetto nella consueta formazione iniziale che prevede Assui e Alviti in ala. Spahija cerca un test utile per i playoff e ha tutta la squadra a disposizione eccezion fatta per Fernandez; l’ex Moretti comincia dalla panchina, Wiltjer-Kabengele è il temuto tandem sotto i tabelloni.
    LA PARTITA
    Q1 – Tocca a Davide Alviti l’accensione delle polveri: l’ala biancorossa è protagonista di un avvio eccellente che consente ai suoi di andare al comando pur senza mai riuscire a fuggire, anche perché Mitrou Long non azzecca né una scelta né una esecuzione. Venezia inizia allora ad alimentare Kabengele sotto le plance ma quando il sorpasso sembra solido arrivano due giocate di Bradford (penetrazione e tripla clamorosa a fil di sirena) per il 20-21 ospite.
    Q2 – Secondo quarto che segue lo stesso copione: Simms dà man forte al proprio pivottone che, però, qualche volta subisce i balzi di Kao. In casa Varese si accende anche Librizzi mentre Hands continua nella sua serata di digiuno pressoché totale, nel quale agli errori si aggiungono le palle perse. Al giro di boa l’Umana si mette davanti anche se proprio Hands con due liberi firma il -2, 43-41.
    Q3 – Il 50 non si sblocca dopo l’intervallo e allora la Reyer prova a forzare l’allungo con maggiore convinzione, braccando Hands e… battezzando Mitrou Long che finalmente trova un paio di guizzi offensivi al pari di Ennis. Il tempo di una grande azione (assist di Alviti dietro la schiena per la schiacciata di Kao) e di un canestro utile di Esposito e Varese ricuce parte del distacco arrivato sino al -9. Hands deraglia anche sull’ultimo possesso ma il canestro di McGruder arriva dopo la sirena (61-55).
    IL FINALE
    A questo punto però, Varese non ha più benzina dopo un bel guizzo in entrata di Alviti. Kabengele continua a fatturare come un grande magazzino sotto Natale, Simms mette energia in campo e punti sul tabellone mentre Casarin rovina una buona prova con un fallo tecnico inutile, tanto più che la direzione non è certamente pro Varese (cui vengono fischiati i sospiri, mentre di là si usa spesso la clava). Quando Kabengele – sempre lui – porta i suoi stabilmente oltre i 10 di vantaggio, la OJM alza bandiera bianca e il punteggio si allarga sino al 83-64 finale. Numeri che non si ricorderà nessuno, salvo Gabriele Turconi, azzurrino luinese cui Kastritis concede il primo minuto in Serie A della carriera.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Arrivato a Varese come “colpo italiano” dell’estate 2024, Davide Alviti nel corso della travagliata stagione biancorossa ha saputo emergere come uno dei principali punti di forza della Openjobmetis che ha raggiunto, non senza paure, la salvezza. Lo score dell’ala di Alatri parla di 13,9 punti a partita con percentuali eccellenti: il 60,9% da 2 e il 44,7% da 3 punti. Numeri che fanno intuire l’impatto avuto da Alviti nelle fortune della squadra, specie negli ultimi mesi trascorsi sull’orlo della retrocessione.
    Davide, quando al suo arrivo a Varese fu tra i giocatori più in difficoltà ad adattarsi al gioco della squadra. Poi però è risultato il più continuo sia con Mandole sia con Kastritis in panchina. Come è andata?
    «A inizio stagione non feci mistero del fatto che fosse difficile capire il gioco scelto dalla Openjobmetis. Incastrarsi nei giochi e nei ritmi richiesti non era una cosa semplice, però poi quando ho iniziato a capire il funzionamento tutto è migliorato. E per un tiratore, alla fine, è la situazione perfetta infatti si sono verificate quelle condizioni che ci eravamo prefigurati parlando con Luis Scola in sede di trattativa. Poi è chiaro che parlando di Mandole e Kastritis citiamo due tecnici molto diversi tra loro. Kastritis però in fase d’attacco non ha stravolto niente, ha dato maggiore disciplina ma ha mantenuto i concetti che già avevamo e anche questo ha aiutato il mio gioco».
    Nel tiro da 3 punti lei sfiora il 45%: si attendeva risultati simili sul piano personale?
    «Io dico sempre che certe cifre non arrivano per caso. Lavoro molto, anche nei mesi estivi, per arrivare a tenere queste percentuali e magari per migliorarle. Poi è chiaro che il risultato dipende anche da tanti fattori: dal tipo di gioco, di squadra, dall’allenatore, dai compagni… però gli esercizi specifici sono importanti. E non solo per il tiro: mi sono concentrato anche sui cosiddetti intangibles, azioni magari poco visibili ma che portano aiuti alla squadra, Vale per me ma anche per i miei compagni: nei periodi più brutti ci si deve affidare alle cose che si fanno meglio, e ognuno tra noi ha portato qualcosa di buono».
    Avete attraversato momenti molto difficili: c’è stato un periodo in cui avete davvero temuto di retrocedere?
    «Credo che il momento più complicato sia arrivato dopo la metà del campionato quando vedevamo una sorta di “lato oscuro”. Quando anche lavorando con impegno in settimana, alla domenica raccoglievamo solo sconfitte, alcune anche con scarti elevati. Con l’arrivo di Kastritis abbiamo iniziato a percepire meno questa situazione, perché anche nelle sconfitte abbiamo dimostrato di poter sfidare tutte le avversarie, anche quelle più forti. E questo ci ha spinto a lavorare ancora meglio in allenamento».
    Lei ha un contratto valido anche per l’anno prossimo ma con una clausola d’uscita se ci fosse una chiamata da una squadra che fa le coppe. A che punto è un’eventuale trattativa per consolidare questo contratto?
    «Con la società ci stiamo parlando per trovare un accordo. A Varese mi sono trovato bene e non ne faccio mistero, mi piacerebbe rimanere. Però non ci siamo dati una scadenza: non vogliamo affrettare le cose, ci prendiamo i tempi necessari».
    Le piace questo basket moderno in cui, quest’anno, si è trovato a cambiare tantissimi compagni di squadra e in cui ogni gruppo viene stravolto praticamente ogni estate?
    «Credo che ormai la direzione che ha preso il basket sia quella. Soprattutto per gli americani ormai è molto difficile che si resti nello stesso posto per tanti anni. Per quanto riguarda l’Openjobmetis di questo campionato c’è da dire che fin dall’inizio ci è mancata stabilità, quindi questi continui cambiamenti sono stati una conseguenza della situazione, non è la norma. Perciò dico che chi c’è stato dall’inizio è stato molto bravo nel mantenere la direzione giusta».
    A novembre lei ha ricevuto la chiamata in azzurro per una delle “finestre” dedicate alle Nazionali. In queste settimane ha sentito il c.t. Pozzecco o comunque ricevuto segnali per il futuro con l’Italia?
    «Non ho parlato con nessuno, ma posso dire che andare in nazionale rimane una cosa bellissima che un giocatore si deve meritare. A novembre, quando sono stato convocato, ero molto felice: stavo lavorando bene e continuerò a farlo per tornare in azzurro, poi le scelte spettano al commissario tecnico e alla Federazione».
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Ultima partita per la stagione 2024 2025 per la OJM che si trova di fronte una Trieste ambiziosa e che sulla carta ha più stimoli di una Varese che faticosamente ha conquistato (più per demeriti altrui che per meriti suoi) una salvezza tutt’altro che scontata. Invece sono i padroni di casa che impongono subito il loro gioco andando in vantaggio e dando l’impressione di riuscire a gestire con una certa sicurezza la partita. Trieste prova più volte a rientrare ma i buoni propositi esposti da Kastritis nella conferenza stampa pre gara e cioè la volontà di congedarsi dai propri tifosi con una bella prestazione vengono mantenuti e che questo sia un buon viatico per un futuro che tutti speriamo più sereno. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Akobundu-Ehiogu 7,5 : all’ultima partita giocata in casa si può tranquillamente dire che Kao è un altro giocatore rispetto quello atterrato a Malpensa a settembre. Questa sera oltre alle consuete stoppate (ben 5) trova anche continuità a rimbalzo e il suo apporto difensivo uscendo in punta risulta quanto mai importante. Con il giusto supporting cast pare più che sensata una conferma anche per la prossima stagione. FUTURIBILE
    Alviti 8 : se ancora ce ne fosse bisogno saluta il pubblico della Itelyum Arena con una prestazione altisonante. La speranza dei 5000 presenti al palazzetto e di tutti i tifosi biancorossi è che si è trattato di un arrivederci e non di un addio perché Davide ha dimostrato di valere tantissimo, sotto molteplici aspetti e tutti si augurano di ripartire da lui e dalla sua solidità. PILASTRO
    Mitrou Long 7 : inizio a dir poco sfavillante fermato solo dai falli che costringono il coach a richiamarlo prima del tempo in panchina. Rientra e non sembra essersi raffreddato nonostante i molti minuti che passa seduto. Prestazione troncata da un fallo tecnico fischiato forse per eccessivo zelo. MITRAGLIA
    Bradford 6 : prestazione che non presenta particolari picchi. Giocatore di complemento se c’è né uno e che nel bene e nel male ha messo il suo mattoncino per arrivare al traguardo. MESTIERANTE
    Anticevich 6 : schierato per onor di firma. Resta in campo 2 minuti in cui realizza 2 punti non scontati. Non una presa che resterà indelebile nella memoria dei tifosi. COMPARSA
    Librizzi 7,5 :  primo ingresso in campo in cui sembra una giornata complicata perché il suo ex compagno, Markel Brown è sulle sue piste e lo annichilisce. Poi si sblocca e inizia la partita del giovane capitano che va in un crescendo rossiniano fino ad arringare il suo pubblico che non si fa pregare per osannarlo. TENORE
    Reghenzani N.E.
    Esposito 6,5 : è quello che delle seconde linee dei lunghi prealpini da un impatto più significativo. Concentrato e applicato, fatica nel realizzare ma dà un discreto supporto a rimbalzo. UTILITARIO
    Assui 7,5 : partita mostruosa dal punto di vista della voglia, della grinta e determinazione con una applicazione difensiva da libro cuore. Limita chiunque si trovi d'avanti anche un califfo come Valentine. Tutti sperano di vederlo anche il prossimo anno con la maglia biancorossa. MURAGLIA
    Fall 6 : gioca scampoli di partita cercando di rendersi utile. GREGARIO
    Hands 7,5 : primo tempo da incubo in cui tutto quello che prova gli gira storto. Primo tiro del terzo quarto? Bomba dall'angolo (prima e ultima della partita). Ma capisce che oggi la differenza la può fare attaccando il ferro e ne mette 20 risultando ancora una volta decisivo per la vittoria. DETERMINANTE

  • simon89
    L’Openjobmetis chiude col sorriso il suo sofferto 2024/25, cancellando i rimpianti del passato recente più brillante con una gagliarda prova corale. Hurrà casalingo contro la Trieste dei mille ex per terminare col botto il cammino a Masnago: una vittoria che vale doppio, perché ottenuta contro un’avversaria da playoff e con motivazioni di classifica (ancorché senza Michele Ruzzier). E contro una brigata di ex freschi e freschissimi, ma senza alcun effetto amarcord nelle gambe e nella testa di una Varese frizzantissima a dispetto della salvezza in tasca. Tanti sorrisi e tante emozioni generate dai biancorossi attuali e non dagli ex: che differenza lunare rispetto alla notte del disastro contro Brescia per il ritorno di Giancarlo Ferrero.
    Stavolta gli applausi sono tutti per i giocatori di oggi, guidati da un Matteo Librizzi vagamente “Pozzecchiano” in alcune giocate d’istinto del secondo tempo giocato da protagonista quando Mitrou-Long (protagonista del primo) si è rovinato con i falli (4 al 22’ e il tecnico fatale a 3’18” dalla fine). E abbracciato alla fine da Matt Brase, che lo lasciò ragazzo e lo ritrova uomo: l’addio fuori tempo massimo di luglio 2023 non ha intaccato l’affetto di Varese per il coach dell’Arizona, che a fine gara si è mischiato ai tifosi a bordo campo per “battere cinque” ai giocatori dell’OJM (ma sul ritorno a Trieste per il 2025/26 ci sono molti dubbi: la priorità sarà ancora e sempre per la NBA). Molto solido anche Davide Alviti, ex vincente insieme al vice biancorosso Marco Legovich, ma soprattutto un tonante Akobundu-Ehiogu che la cura Kastritis ha trasformato in baluardo (8 rimbalzi e 5 stoppate). E dopo lo 0/8 al tiro a metà gara, i 20 punti nella ripresa di Jaylen Hands mettono il punto esclamativo a una gara che Varese ha vinto con una difesa capace di tenere a stecchetto le stelle avversarie Ross e Valentine.
    Sorrisi per l’oggi e promesse per il domani, ripartendo dal nucleo italiano – ancora molto bene Assui in difesa – e soprattutto da Ioannis Kastritis, l’uomo che ha trasformato la “banda del buco” difensiva delle prime 19 gare in un fortino resiliente e resistente? Intanto la vittoria su Trieste legittima a tutto tondo lo scampato pericolo, e per come era la situazione a febbraio non è poco. Ora toccherà alla società cercare di blindare i pezzi chiave (se il prezzo sarà quello giusto): la Varese dell’ultimo terzo di stagione ha il piglio e l’identità giuste per trasformare nuovamente Masnago in un fortino, la continuità la garantisce il ruolo cardine di coach Kastritis. Vedremo quanti dei giocatori usciti tra gli applausi stasera, domenica 4 maggio, faranno parte del progetto 2025/26: il massimo possibile sarebbe 6, ma la differenza la faranno i dettagli economici.
    Giuseppe Sciascia

  • simon89
    IL COMMENTO DI FABIO GANDINI
    La serie di sconfitte consecutive più lunga nella storia della Pallacanestro Varese.
    La sconfitta casalinga con più punti (-41) subiti di sempre nella storia della Pallacanestro Varese.
    La quinta e la sesta sconfitta con più punti (118) subiti di sempre nella storia della Pallacanestro Varese.
    La terza e la settima (novità di oggi, poi complimenti a una Virtus spietata e assetata di sangue, imbattibile e fragorosa…) sconfitta con gli scarti più pesanti (-41 e -37) di sempre nella storia della Pallacanestro Varese.
    Il peggior inizio di campionato di sempre (8 sconfitte in 10 giornate) nella storia della Pallacanestro Varese.
    Fino a più di metà della stagione, la squadra peggiore di sempre.... di tutta la storia della Serie A per rimbalzi offensivi (17,8) lasciati a partita agli avversari.
    E, a oggi, ma mancano ancora due partite, il campionato con meno vittorie di sempre della storia della Pallacanestro Varese dopo quello del 2007/2008.
    Questa è stata la Openjobmetis 2024/2025.
    Chiunque ami il bianco e il rosso che si accarezzano su una canotta faccia splendere un grande sorriso sulle propria gote questa sera: a diventare certa - grazie Scafati, grazie Pistoia - è stata la salvezza più complicata, impervia, sfuggente e sudata in 80 anni.
    Una salvezza che non può, però, e soprattutto non deve, cancellare quanto sopra. Ovvero una serie di fondi toccati che il cuore del tifoso dimenticherà, come normale e giusto che sia, presto, ma che chi ha in mano i destini di questa società farebbe bene a mettere in un cassetto facile da riaprire.
    Per studiare. Per non ripetere e ripetersi.
    Perché no, non è quella intrapresa negli ultimi due anni la strada tecnica per permettere a un vaso di terracotta come Varese di sopravvivere in un mondo cestistico di vasi di ferro. 
    Inesperienza, sottovalutazione delle difficoltà del campionato italiano, scelte pessime sul mercato perpetrate lungo tutto il campionato, idee messe davanti alle persone, proclami fatti senza avere il materiale cestistico e umano per renderli pratica, testardaggine tecnica abbandonata solo a un passo da un fondo irrecuperabile, solo con l'abiura totale - perché quello è stato, se non ve ne siete accorti - che ha “partorito” Kastritis (il quale non è tenuto all’impossibile con un roster del genere... E stasera si è visto).
    "Scola vattene", ha gridato e scritto qualcuno, con il belare di qualche pecora pescata sui social a fargli da eco, in un disagiato coro di stolti mariti che desiderano ardentemente attentare alle proprie virtù solo per far dispiacere alle rispettive mogli. Contenti loro...
    Meno signori, molto meno: sarebbe bastato e basterebbe uno “Scola pensaci”.
    Perché il futuro è sempre un libro bianco e pieno di speranza.
    Fabio Gandini

  • simon89
    C’è modo e modo di festeggiare una salvezza, arrivata anche per la matematica (con Scafati KO con Treviso), alla terz’ultima giornata dopo aver visto in più occasioni le fiamme dell’inferno. La Openjobmetis, probabilmente, ha scelto il modo peggiore: farsi cioè sculacciare dalla Virtus in quella che rimane una delle classicissime della Serie A del basket italiano. Alla Segafredo Arena il tabellone finale è impietoso, 104-67, e il quarantello non arriva giusto perché Jaylen Hands infila una tripla dall’angolo a una manciata di secondi dalla fine. Ma il divario resta oceanico e stride anche con un approccio alla partita positivo da parte di Varese.
    Dopo un quarto d’ora positivo però, i biancorossi vengono stritolati dalle Vu Nere e non riescono più a reggere i ritmi imposti dagli uomini di Ivanovic, oggi più che mai concentrati su un finale di stagione che deve ancora assegnare il primato in classifica e soprattutto vivere un tabellone playoff che Bologna vuole prendere di petto.
    Intendiamoci: i padroni di casa in questo momento appaiono ingiocabili, almeno per avversarie del livello della OJM. L’eliminazione dall’Eurolega ha permesso di sfoltire la rosa e aumentare ai massimi la concentrazione sul campionato: la difesa di alto livello, la precisione al tiro, la capacità di girare palla con incisività sono tutte armi che la Virtus ha messo in mostra rendendo inefficaci le difese varesine. E in questo contesto la sconfitta è comprensibile. Però, con 18 palle perse (alcune delle quali per troppa superficialità) e tanti errori anche non forzati, il crollo è stato fragoroso e ha rasentato la figuraccia.
    Ora al traguardo mancano due sole partite, in casa con Trieste e in trasferta a Venezia. Incassare almeno un’altra vittoria renderebbe più meritata la salvezza, finora arrivata soprattutto per demeriti altrui (a proposito: complimenti a Pistoia, ancora viva e vincente al Taliercio…). L’obiettivo è quello, anche se le parole di Kastritis (che invitava ai suoi a giocare come se il match di Bologna valesse in chiave playoff) per la prima volta sono state disattese. Vedremo se almeno il congedo da Masnago sarà più piacevole.
    PALLA A DUE
    Senza Alex Tyus, tornato in Israele, torna a referto Justin Gray in quota USA per Varese ma la sua presenza in campo durerà meno di 20”. Il quintetto di Kastritis però è il solito degli ultimi tempi, con la cavalleria Assui-Alviti in ala. Ivanovic affida ad Hackett la regia e tiene inizialmente seduto Shengelia dando spazio a Polonara, unico ex di turno. Prima del match, oltre al partecipato minuto di silenzio per Papa Francesco, arriva anche la notizia più importante: Scafati ha perso con Treviso (87-92) e Varese è salva senza giocare.
    LA PARTITA
    Q1 – Avvio con tanti errori e pochissimi canestri. Una canestro di Hands e la prima tripla di Alviti valgono il 5-1 iniziale per Varese mentre la Virtus litiga costantemente con il canestro. Da metà quarto in poi le cose migliorano per entrambe: Mitrou Long – uscito in avvio per un colpo, poi medicato – inventa un paio di prodezze che tengono la OJM avanti alla prima pausa, 13-17.
    Q2 – La riscossa della Segafredo è immediata: subito break di 14-0 che il timeout di Kastritis non riesce a stoppare con Belinelli e Shengelia esperti protagonisti. Poi una tripla in corsa di Alviti sui 24” ridesta l’attacco di Varese che grazie al suo fromboliere riaggancia anche la parità sul 28-28 a metà periodo. A quel punto però la Virtus affina la precisione delle sue bocche da fuoco e scappa di nuovo: tre triple in un minuto stroncano di nuovo i biancorossi, con Polonara nuovo padrone della partita. E con Morgan che a fil di sirena segna dall’arco nonostante una difesa Super-Attack di Bradford, 45-30.
    Q3 – L’intervallo non cambia le carte in tavola perché anche Clyburn decide di mettere un’impronta decisa sul match. Altro 9-2 bianconero in avvio di periodo e altra discesa al piano di sotto della OJM che si aggrappa al più giovane, Assui, per muovere il punteggio. Ma è poca roba di fronte alla marea bolognese dove in tanti arrivano presto in doppia cifra. Varese invece al 30′ è ancora senza tiri liberi tentati, anche perché attacca davvero poco il canestro; gli arbitri però ignorano una trattenuta di Cordinier su Hands (che aveva rubato palla) parsa solare e da sanzionare. Un episodio che, comunque, non incide e l’80-50 della mezz’ora è ampiamente indicativo.
    IL FINALE
    Il primo tiro libero arriva per il fallo tecnico a Pajola dopo una palla praticamente persa da Mitrou Long. Varese ha qualche sprazzo da Librizzi ma la Virtus non fa sconti, tocca il +40 alimentando Diouf e Akele sotto canestro. Alviti saluta con il quinto fallo, una situazione che ne ha condizionato la serata; Hands riporta i suoi sotto i 40 di scarto che, però, si ripresentano nel finale. Di nuovo Jaylen trova l’ultimo tiro da 3 e fissa il 104-67 di una serata che ricorderemo solo per il risultato di Scafati-Treviso, non certo per quanto offerto dai biancorossi.
    Damiano Franzetti

  • simon89
    Varese saluta – e ringrazia – Alex Tyus. Il pivot veterano dei campionati europei lascia la Openjobmetis per tornare in quel Maccabi Tel Aviv nel quale ha vissuto il momento più alto della sua carriera, l’Eurolega vinta a Milano esattamente 10 anni fa.
    La trattativa tra lo storico club israeliano e gli uffici biancorossi è accelerata nella giornata di martedì fino a trovare una conclusione rapida che porterà Tyus lontano dall’Italia fin da subito, senza attendere la salvezza aritmetica dell’Openjobmetis che, pure, è vicinissima.
    Il Maccabi era infatti alla ricerca di un giocatore con passaporto israeliano in vista dei playoff nazionali della Ligat Ah-Al nei quali i gialloblu hanno guadagnato la prima testa di serie. Una “griglia” delicata perché all’orizzonte si profila uno scontro totale contro i ricchi concittadini dell’Hapoel che puntano a loro volta all’ingresso in Eurolega.
    L’addio di Tyus è un’operazione importante dal punto di vista finanziario per il club diretto da Luis Scola: lo stipendio del pivot è alto (non ci sono cifre ufficiali ma si parla di circa 19mila dollari netti al mese) e risparmiare due mensilità con annesse tasse e contributi consente ai biancorossi di mettere da parte un gruzzolo importante. Al quale va aggiunto il buyout pagato dal Maccabi: anche in questo caso i dati non sono diffusi ma la cifra dovrebbe essere superiore ai 20mila euro: l’operazione per Varese ha quindi un valore totale che si avvicina ai 100mila euro.
    Soldi cui andranno anche aggiunti quelli risparmiati sul contratto di Jaron Johnson (anche questo non certo leggero) che è stato rescisso nei giorni scorsi senza una comunicazione ufficiale (il club fa sapere che la risoluzione è stata fatta in Legabasket ma va perfezionata quella del contratto tra le parti). In questo caso le cifre sono molto più modeste ma non irrilevanti e contribuiscono a dare qualche spazio di manovra in più per i conti societari.
    Tyus è stato invece ringraziato dal club di piazzale Gramsci con le parole seguenti:
    «Pallacanestro Varese, assecondando la volontà del giocatore di intraprendere una nuova esperienza professionale in un’altra squadra, comunica che nella giornata di oggi è stato trovato un accordo per la risoluzione consensuale del contratto con Alex Tyus.
    Il club biancorosso intende ringraziare Alex per l’impegno, la professionalità ed il contributo dimostrato durante la sua permanenza con la nostra maglia, augurandogli il meglio per il prosieguo della sua carriera».
    Professionalità e impegno, in effetti non sono mancati. Certo, Tyus è lontano dal giocatore che fu protagonista per diversi anni in Europa e probabilmente non ha reso come si sperava in casa biancorossa. La sua presenza però è risultata utile nel raggiungimento della salvezza anche perché Sir Alex non ha mai avanzato pretese dal punto di vista dei palloni da giocare e si è piuttosto messo al servizio delle necessità della squadra, prima con Mandole e poi con Kastritis. La sua esperienza varesina si chiude quindi dopo 20 partite con 5,2 punti di media in 19,1 minuti di impiego conditi da 6,2 rimbalzi.
    La partenza di Tyus lascia quindi a Kao Akbondu Ehiogu e ad Aka Fall i 40′ sotto canestro, anche se probabilmente in queste ultime tre partite anche Grant Anticevich avrà qualche scampolo da “numero 5” aprendo di conseguenza spazi in ala forte a Ethan Esposito. Resta invariato l’assetto con sei stranieri perché tornerà a referto Justin Gray, la cui ultima apparizione sul parquet risale al 2 marzo a Trapani a causa dell’infortunio muscolare al polpaccio.
    Damiano Franzetti
     

  • simon89
    Due settimane dopo, le urla sono di tutt’altro tenore. Nella maledetta sera del Cremonazo, dal ventre di Masnago (gli uffici, la zona spogliatoi…) arrivavano ruggiti di rabbia, di spavento, di nervoso. Stavolta il volume delle voci è ancora alto ma il tono è completamente differente: sono grida di gioia, di sollievo. Di festeggiamento perché l’89-84 con cui la Openjobmetis piega Sassari porta – finalmente – la Pallacanestro Varese ad accarezzare la salvezza.
    Non ad abbracciarla del tutto per il momento, perché la matematica tiene ancora aperto un minimo dubbio, però stavolta la squadra di Kastritis sfrutta il match-ball proposto dal calendario e lo fa con pieno merito. Non lo diciamo solo a sensazione o solo guardando l’andamento della partita (biancorossi sempre in vantaggio dal 9-8 del 5′). Lo diciamo perché Librizzi e compagni costruiscono una partita dalle percentuali sontuose: 65,2% al tiro da 2, 47,2% da 3 punti e 100% ai liberi.
    Numeri clamorosi ai quali si aggiunge la quasi inedita vittoria a rimbalzo ma pure una difesa a tratti davvero incisiva, aggressiva, decisiva. Puro stile Kastritis, insomma, e non è un caso se alla fine tutto il pubblico riservi al coach greco l’ovazione: lui si schernisce ma quando il vicepresidente Perego lo riporta in mezzo al campo, sotto alla curva e a completare il giro d’onore, il matrimonio tra Varese e il suo tecnico è consumato del tutto.
    E pensare che questa prestazione sarebbe potuta non bastare, perché dall’altra parte della barricata la Dinamo ha dimostrato sul campo quel che significa “Non mollare mai”. Sotto anche di 14 nel primo tempo, la squadra di Bulleri si è risollevata nella ripresa grazie alla spinta di Weber e Bibbins: respinta più volte è arrivata sino al -3 palla in mano a mezzo minuto dalla fine. Ma stavolta la beffa sarebbe stata ulteriormente ingiusta e a scacciare ogni dubbio è stato Jaylen Hands, l’uomo cui Varese ha puntato forte per sistemare le cose. La guardia americana ha quindi chiuso la gara con un morbido jumper a 15” dalla fine completando una prova da 27 punti e 8 assist che dà la misura della sua importanza.
    Ma la stessa cosa si deve dire di Davide Alviti, sempre presente con le sue triple nei momenti più delicati del match. All’elenco va aggiunto Matteo Librizzi, autore di un primo tempo poderoso (al contrario di Mitrou Long) e poi rallentato dai falli. Insomma: non ci si salva da soli e l’elenco dei giocatori sufficienti – lo trovate nelle pagelle – è lungo. Anche in questo Kastritis è stato determinante, a costo di fare da parafulmine nel caso Nino Johnson: compattare la squadra sia sul lato tecnico sia su quello mentale è stata la mossa decisiva. Varese ce l’ha fatta, e come dice Toto Bulgheroni negli spogliatoi, «a questo punto ci siamo meritati questo risultato». Ma lo fa quasi sottovoce, lasciando agli altri – pochi metri più in là – le urla di gioia.
    PALLA A DUE – L’esperimento con Anticevich in quintetto è già esaurito. Kastritis torna con l’assetto precedente, ovvero Assui-Alviti in ala. Anche perché Bulleri deve rinunciare sia a Thomas (che era in dubbio) sia ad Halilovic: il giovane Vincini è pivot titolare e non sfigura. Tanto pubblico a Masnago (anche diversi giovanissimi atleti impegnati nei tornei pasquali), nessun accenno alla contestazione avvenuta con Cremona.
    LA PARTITA
    Q1 – Il brutto avvio di Mitrou Long si riflette sul gioco di tutta la squadra che nelle battute iniziali finisce sotto 5-8. L’innesto di Librizzi cambia però le cose: due triple del capitano seguito con la stessa arma da Bradford, Assui e infine Alviti danno a Varese la spinta giusta per andare in vantaggio: la OJM tocca il +8 e chiude 23-17 la prima frazione mostrando una difesa molto incisiva e solida.
    Q2 – Curiosamente anche il secondo parziale termina con lo stesso punteggio, 23-17, e la Openjobmetis è ancora brava ad affidarsi di volta in volta ai giocatori più pronti. Tra loro non c’è Mitrou Long, un solo canestro in contropiede in mezzo a mille errori, anche goffi, al tiro e in costruzione. Meglio Librizzi mentre anche Hands e Alviti cominciano a carburare e mentre il trio Assui-Kao-Tyus dà sostanza in retroguardia. A metà gara è 46-34 con Cappelletti che infastidisce ma non abbatte la difesa biancorossa.
    Q3 – L’avvio di terzo periodo sembra quello della tradizione: Varese diesel e avversari – Fobbs nello specifico – che colpiscono in velocità. Tocca ad Alviti dare la prima scossa, poi Mitrou Long dimostra di aver fatto suonare la sveglia e per qualche minuto regala spessore. Il play risponde alla coppia Weber-Bibbins che nella ripresa sarà decisiva per Sassari: ospiti per un momento tornati a -3 ma poi vengono ricacciati indietro da Hands e soci (64-55) nonostante un gigantesco regalo arbitrale sull’ultima azione.
    IL FINALE
    Il tema dei fischietti tornerà d’attualità in alcuni momenti del quarto periodo, in particolare sul quinto fallo di Librizzi e quarto di Alviti (in rapida successione) che lasciano parecchie perplessità. Il punteggio, intanto, procede a elastico: Bibbins riporta i suoi fino al -5, Hands replica da par suo segnando o alimentando il braccio di Alviti per una Varese di nuovo a +10. Quando arrivano gli ultimi 4′ però subentra un po’ di paura: qualche errore, qualche tiro rifiutato e Sassari che fiuta l’occasione. Mitrou Long, tornato in deficit, combina un altro guaio (palla persa e antisportivo, stavolta senza dubbi) poco dopo un canestro in giravolta di Assui. Hands non trema in lunetta ma a un certo punto Sassari è a -3 e palla in mano a 33” dalla fine. Fobbs però sfonda su Mitrou Long e poco dopo Hands gestisce alla perfezione il possesso. Morbido canestro in sospensione, timeout di Bulleri e ferro che respinge la tripla (ben costruita) di Veronesi: il rimbalzo di Alviti spazza ogni timore, per Varese è una Pasqua di festa sotto canestro.
    Damiano Franzetti

  • banksanity6
    Vittoria importantissima per Varese che ipoteca una salvezza che dopo la debacle contro Cremona sembrava una chimera. La OJM scende in campo con il giusto piglio e rimane al comando delle operazioni praticamente tutto l'incontro con un finale thrilling che sembrava la fotocopia della sconfitta con Cremona. Per fortuna un Hands sempre più bomber di Varese ha le qualità e gli attributi per chiuderla con un canestro nei secondi finali che portano la vittoria e l'esplosione di entusiasmo del pubblico presente a Masnago. Ma veniamo alle valutazioni dei singoli:
    Akobundu Ehiogu 7: rispetto al giocatore visto solo qualche partita fa sembra la sua bella controfigura. Presentissimo sui cambi lontano da canestro oscura la valle sugli attacchi al ferro dei sardi. POLIPO
    Alviti 7.5: si conferma ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che è il collante e l'anima di questa squadra. Se Varese salverà la categoria anche quest' anno sicuramente buona parte del merito è di Dado che con la miglior stagione della sua carriera ha sempre sorretto la baracca. COLONNA
    Mitru Long 6: primo tempo censurabile poi nella ripresa cerca e trova fiducia riuscendo ad incidere, oltre che nella metà campo difensiva anche in attacco mettendo canestri ad alto coefficiente di difficoltà. FENICE
    Bradford 6.5: anche la guardia americana trova una discreta serata dove viene battezzato dai sardi e lui li punisce con freddezza. ICEMAN
    Tyus 7: si divide equamente il minutaggio con Kao e si merita tutti i minuti che Kastritis gli concede. Solo 2 punti a referto ma rimbalzi, stoppate e intimidazione  nel pitturato. Sicuramente la migliore delle ultime uscite per Alex. RESUSCITATO
    Anticevich 5: gioca scampoli di partita e nonostante gli vengano costruiti 2 buoni tiri non trova la via del canestro. SPAESATO
    Librizzi 7: delirio di onnipotenza del capitano che nel primo tempo realizza 4 bombe su 4 tentativi e viene fatto sedere solo per preservarlo dopo il suo secondo fallo. Nella ripresa cala ma sarebbe stato quasi impossibile mantenere quel rendimento. CONDOTTIERO
    Reghenzani N.E.
    Esposito N.E.
    Assui 7: partita da giocatore consumato, poi vai a guardare l'anagrafe e scopri che è un 2006. Difende su tutti con grinta e attenzione non comuni e in attacco dà sempre l'impressione di poter essere pericoloso. PIÈ VELOCI
    Fall N.E.
    Hands 8: si conferma il principale terminale offensivo di Varese e in un finale che stava per riproporre un copione già visto riesce a chiudere la partita con un canestro dal mid range tutt'altro che semplice. FINISSEUR

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