

Al “Taliercio” il risultato (83-64), per quel che conta, è bugiardo almeno per quel che è accaduto per mezz’ora, con la squadra di Kastritis in grado di restare in scia – o addirittura davanti – contro gli orogranata di Spahija che hanno già in tasca la qualificazione ai playoff. Poi, nell’ultimo quarto, la partita gira e prende l’accento veneto, con l’Umana che stringe la difesa e la OJM che finisce le già scarse munizioni. Anche perché il pistolero principale, Jaylen Hands, stavolta dimentica il revolver mentre il suo vicesceriffo, Mitrou Long fa altrettanto male.
Senza il supporto dei due titolari USA la squadra di Kastritis è troppo spuntata: il solito tandem Librizzi-Alviti fa il possibile così come Akobundu Ehiogu che perde il duello con il “mostro” Kabengele (doppia-doppia per il colosso canadese) ma che tutto sommato non dispiace, solitario a difendere il canestro biancorosso. Aggiungiamoci un arbitraggio che lascia più volte interdetti – pace, non contava nulla – e il quadro è completo.
Commento che, sulla partita, da questo punto in avanti è praticamente superfluo perché come è ovvio l’attenzione ora si sposta sull’estate e su quel che rimarrà di una squadra che nell’ultimo scorcio di stagione – pur ridotta all’osso – aveva trovato certi equilibri. Come noto toccherà a chi ha riportato un po’ di benessere, Ioannis Kastritis, occuparsi in prima persona della ricostruzione. L’auspicio è che il gruppo italiano possa restare per intero anche se – lo sappiamo – le dinamiche possono portare a soluzioni di ogni tipo. E poi sarà almeno necessario evitare certi errori marchiani di 10 o 11 mesi fa, tanto nelle scelte quanto nel rapporto con i tifosi. Che ora si riaffidano al gruppo di lavoro di Luis Scola sperando in un 2025-26 migliore di questo faticoso, ultimo anno.
PALLA A DUE
Senza l’infortunato Gray e il ripartito Anticevich, coach Kastritis ha a disposizione solo quattro stranieri per affrontare Venezia ma, in pratica, sono quelli più utili. Tre vanno in quintetto nella consueta formazione iniziale che prevede Assui e Alviti in ala. Spahija cerca un test utile per i playoff e ha tutta la squadra a disposizione eccezion fatta per Fernandez; l’ex Moretti comincia dalla panchina, Wiltjer-Kabengele è il temuto tandem sotto i tabelloni.
LA PARTITA
Q1 – Tocca a Davide Alviti l’accensione delle polveri: l’ala biancorossa è protagonista di un avvio eccellente che consente ai suoi di andare al comando pur senza mai riuscire a fuggire, anche perché Mitrou Long non azzecca né una scelta né una esecuzione. Venezia inizia allora ad alimentare Kabengele sotto le plance ma quando il sorpasso sembra solido arrivano due giocate di Bradford (penetrazione e tripla clamorosa a fil di sirena) per il 20-21 ospite.
Q2 – Secondo quarto che segue lo stesso copione: Simms dà man forte al proprio pivottone che, però, qualche volta subisce i balzi di Kao. In casa Varese si accende anche Librizzi mentre Hands continua nella sua serata di digiuno pressoché totale, nel quale agli errori si aggiungono le palle perse. Al giro di boa l’Umana si mette davanti anche se proprio Hands con due liberi firma il -2, 43-41.
Q3 – Il 50 non si sblocca dopo l’intervallo e allora la Reyer prova a forzare l’allungo con maggiore convinzione, braccando Hands e… battezzando Mitrou Long che finalmente trova un paio di guizzi offensivi al pari di Ennis. Il tempo di una grande azione (assist di Alviti dietro la schiena per la schiacciata di Kao) e di un canestro utile di Esposito e Varese ricuce parte del distacco arrivato sino al -9. Hands deraglia anche sull’ultimo possesso ma il canestro di McGruder arriva dopo la sirena (61-55).
IL FINALE
A questo punto però, Varese non ha più benzina dopo un bel guizzo in entrata di Alviti. Kabengele continua a fatturare come un grande magazzino sotto Natale, Simms mette energia in campo e punti sul tabellone mentre Casarin rovina una buona prova con un fallo tecnico inutile, tanto più che la direzione non è certamente pro Varese (cui vengono fischiati i sospiri, mentre di là si usa spesso la clava). Quando Kabengele – sempre lui – porta i suoi stabilmente oltre i 10 di vantaggio, la OJM alza bandiera bianca e il punteggio si allarga sino al 83-64 finale. Numeri che non si ricorderà nessuno, salvo Gabriele Turconi, azzurrino luinese cui Kastritis concede il primo minuto in Serie A della carriera.
Damiano Franzetti
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