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![]() Scritto da Giulio P. |
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Aspettate a stappare lo champagne, stasera ci si accontenta di una spumantino, mette un poco d�allegria ma � meglio non badare troppo al gusto: ancora sotto a rimbalzo, Varese vince andando dentro come un coltello nel burro della difesa labronica ed assestando i colpi giusti nella propria met� campo, senza infamia e senza troppa lode. Quintetto varesino d�abitudine, con Collins, Garnett, Hafnar, Albano ed Howell, ai quali Livorno oppone un manipolo di americani (McPherson, Phillips, Troutman e Recker) guidati dal presunto talento argentino Porta. Come capita spesso a Varese, la partita comincia mandando il pallone in post basso, anche per sfruttare i chili di Collins su Porta: Livorno dimostra di non avere le idee meno chiare sul piano partita, provando a correre appena pu�, ma anche quando non dovrebbe. Ne viene fuori un avvio non proprio spettacolare, con Garnett e Mc Pherson ad inseguirsi, �allo specchio�, sui blocchi, mentre Collins fa pentole e coperchi (6-5, 4�). Ma Varese tenta almeno di difendere, soprattutto quando il coach labronico Moretti le d� un mano, cambiando un Recker evanescente con Abbio e restituendo Money G a marcature pi� consone: e difendendo ci si proietta sui 28 metri, generando qualche punto facile per un primo break (13-7), risucchiato in un amen da qualche amnesia del duo d�area Howell-Albano, non tamponata nemmeno dall�innesto di De Pol (13-14, poi anche 15-17 con la tripla di Ingles e qualcuno dal pubblico a urlare �svegliatevi!�). Per non adeguarsi all�atmosfera post-natalizia che aleggia sul parquet, non dovrebbe esserci niente di meglio che il quintetto a strutturazione argentina, con Fernandez che si mangia il giovin Fantoni ad ogni possesso: ma tra qualche fischiata arbitrale che sa di panettone mal digerito ed il solito attacco varesino che gira, gira e non produce quasi niente, Livorno � sempre l�, ad un possesso o poco pi� (26-23, met� del secondo quarto). Varese non va mai in lunetta, anche perch� spesso s�accontenta, �spadellando�, del tiro da fuori: non � un caso che sia proprio il quintetto Farabello-Collins, due che giocano anche per linee verticali, a produrre il primo strappo degno di nota, nel quale non � innocente una Livorno spesso offensivamente imbarazzante, anche per oggettivi limiti di talento (e �care grazie� per gli amaranto che a tiri liberi siamo 16-0!). Neppure una zonetta casereccia - che pure genera qualche difficolt�, tamponata dal time out di Magnano - salva gli ospiti del chiudere sotto il primo tempo 38-29, tra qualche dignitoso lampo di bella pallacanestro. Si ricomincia con Hafnar che ha raddrizzato la mira e sigla anche il +12, funestato per� dai falli di Howell che diventano subito tre a costringono l�argentino con i baffi ad inserire Fernandez: non � detto che sia un male, visto che c�� l�arbitro Reatto a scaldare gli animi con la solita voglia d�inutile protagonismo. Garnett vede il diavolo sulle triple di Recker, ma non bastano quei due siluri ad invertire lo status mentale delle partita: Livorno sbaglia un paio di tiri facili, con Hafnar che va a rimbalzo benissimo sul taglia-fuori dei suoi lunghi, la difesa varesina continua ad essere il fattore decisivo per dilatare il vantaggio sino a 13 punti (51-38) quando l�orologio segna 3� e poco pi� all�ultimo riposo. E secondo italico costume, ora che i varesini fanno la faccia convinta, fioccano anche i viaggi in lunetta: quando poi entrano pure le triple allo scadere dei 24� (4/6 nel quarto), la Whirlpool scappa via definitivamente, seppellendo Livorno sotto un altro parzialone che non lascia repliche, con la sirena che suona su di un tranquillizzante 64-46, molto merito dei 10 di Hafnar in 10 minuti. L�importante � non rilassarsi troppo: certo non sta tranquillo Farabello, che continua a cercare la palla dalle mani del malcapitato Porta; peccato che a basket si giochi in cinque e Livorno riesca ancora a regalare qualche brivido partendo con un 7-2 che � per� solo un fuoco di paglia. La frenesia del recupero genera palle perse e contropiede, con il punteggio che torna subito a dimensioni pi� accettabili, almeno per Varese (70-53, 7� alla fine). Di l� in poi, si gioca quasi solo per le statistiche, con Hafnar a prendersi la meritata standing ovation, nonostante la trojka in grigio provi a regalare qualche anticipo di Capodanno, illuminando il tabellone dei falli come neanche i botti di domani mezzanotte. Solo l�inerzia trascina Livorno alla fine, con Collins che porta a spasso un deludentissimo Porta, mentre Magnano si tiene i titolari sino alla fine, non si pu� mai sapere con questa Varese un po� sprecona, che vince 79-68, senza rovinare il fine d�anno ai suoi tifosi, anche se gli auspici per il 2006 non sono tutti rose e fiori. |
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Varese-Livorno 79-68
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