20 Settembre 2004
Scritto da Stefano Pini
Poco si presta la nostra lingua a raccontare il sublime.
Dante riesce a descrivere con perizia, precisione e dovizia i particolari dell'Inferno, ma gi� a qualche passo dalla vetta del Purgatorio la favella fatica a stare al passo della bellezza.
Non so quanta poesia ci sia nel basket.
Per� � evidente la difficolt� anche dei migliori cantori della materia, Tranquillo e Buffa (Sky sport), ad aggiungere verbo che chiosi le giocate pi� spettacolari: concedono solo qualche muggito, risata da stupore, sospiro.
Poco male.
In una tv che diventa sempre pi� simile alla radio, c'� ancora qualche piccola oasi in cui l'immagine non passa in secondo piano rispetto alle parole.
Ma quando non c'� il supporto dell'istant replay a mostrare da dove ha spiccato il volo Kobe Bryant, come si fa?
Quando il verbo rimane e viene stampato sulla carta, come ci difendiamo?
L'ultimo numero di Superbasket mette a nudo la mancanza di variet� lessicale che la pallacanestro attuale offre.
Non c'� verso: per descrivere un giocatore che sa fare canestro non si va oltre a "punti nelle mani".
Considerando che il giornale (per altro, ottimo) in questa fase dell'anno � impegnato a raccontare l'assetto delle nuove squadre, a presentare i nuovi arrivi e che molti dei volti nuovi sono votati all'attacco, non c'� altra espressione che rimane impressa nella mente leggendo tutta la rivista pi� di "punti nelle mani".
Ma come funziona questa storia dei "punti nelle mani"?
Proviamo a immaginare cosa potrebbe succedere nello spogliatoio di Milano:
- "Dante (Calabria) che fai dopo allenamento, esci?"
- "Non so... Non me la sento molto"
- "Che hai?"
- "Ho un po' di punti nelle mani... Bruciano"
Deve essere fastidioso.
Per fortuna che c'� Varese a scivolare fuori dall'imbarazzo linguistico: attaccanti che invitano a usare ancora una volta quella brutta espressione non ce ne sono e possiamo festeggiare che non ci sono nemmeno tiratori che fanno "frusciare il cotone"!
Non c'� ironia in queste parole.
E' chiaro che questa Varese non ha nessun giocatore che catturi la fantasia, un campione "trappola per abbonati", o un bomber che faccia sognare, ma � una squadra avvolta dal mistero e lontana dai luoghi comuni.
Il suo potenziale � lontano dal poter essere misurato e fino ad allora, staremo seduti qui a cercare sinonimi credibili e appetibili per la clausula "punti nelle mani".
Stefano Pini