Lucaweb Posted April 20, 2012 Posted April 20, 2012 BIELLA Mai irridere i più forti, mai sfidare gli dei: perché alla fine ti presentano il conto. L'impresa di una squadra pazzesca nel volto di un uomo, forse due o tre, anzi trecento. Nel volto di Yakouba Diawara: viene demonizzato e seppellito dall'odio di quattromila persone (vecchie quisquilie: a volte la memoria lunga offusca il presente). E la sua corteccia, e la sublime vendetta covata anche quando la partita sembra finita, in cui brucia la scintilla vincente. A 12 minuti dal gong, Kouba appicca l'incendio di una partita per Varese mai nata, sempre subita: ruba palla a centrocampo e schiaccia in faccia alla curva biellese, la centrale dell'odio. L'aveva già irrisa più volte, aveva applaudito gli Arditi biancorossi proprio da là sotto, umiliando il rancore. Nel volto di Goss, invece, c'è il lato di pura follia e talento selvaggio della Cimberio. Basta un soffio per cancellare il lato oscuro. 38 minuti e mezzo da giocatore (e da squadra) normale che ha sbagliato l'impatto, ma poi la capacità di produrre gli ultimi, indimenticabili sei e mezzo (uno e spiccioli più il supplementare). Lampi da semifinale playoff: classe cristallina che esplode e ti travolge. Nel volto di Cecco Vescovi, ecco il pudore dei padri. Seduto in panchina, paralizzato dalla tensione e dalla voglia di vincere, quasi non muove un muscolo. Alla fine scappa nel tunnel, sbircia i giocatori portati in trionfo da trecento impareggiabili tifosi - quei cori scendevano forti, anche sul 50-37 - poi crolla, si lascia andare e prende in braccio Goss, stritola Fajardo, alza di peso Rannikko. Ecco, forse in quest'ultimo c'è tutto Cecco: serio, compassato ma capace di slanci incredibili e, col fiuto, capace di tutto, anche di realizzare sogni. Lo stesso dei tre missili di Goss, Diawara e Kangur che hanno dato il via alla Varese da semifinale a l'40" dalla fine. Lo stesso di Charlie Recalcati, con quella zona inventata nel terzo periodo e poi trascinata fino al supplementare. Con quella cocciutaggine nell'aspettare a togliere Ganeto fino in punto di morte (Diawara, 4 falli, scalpitava in panchina). Se cento vittorie vi sembrano poche.
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