Jump to content

Serie A 2019/20


Recommended Posts

7 minuti fa, Bluto dice:

Intanto bisognerebbe iniziare a parificare fiscalmente i 2 campionati. Fino a quando un italiano verrà pagato di più in A2...

E pensa che in A2 Garri sta ancora giocando e guadagnando... 

Link to comment
Share on other sites

  • Replies 1.1k
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

23 minuti fa, Sir Joe dice:

E pensa che in A2 Garri sta ancora giocando e guadagnando... 

Ecco, uno come Garri giusto in A2 avrebbe sempre dovuto giocare. Il  mio discorso comunque riguarda i compensi elargiti nelle 2 serie per via del diverso inquadramento professionale, non ha senso un Carri che in A2 probabilmente prende quanto Simmons da noi.

Link to comment
Share on other sites

1 hour ago, Bluto said:

Ecco, uno come Garri giusto in A2 avrebbe sempre dovuto giocare. Il  mio discorso comunque riguarda i compensi elargiti nelle 2 serie per via del diverso inquadramento professionale, non ha senso un Carri che in A2 probabilmente prende quanto Simmons da noi.

Diciamo, può avere senso ma poi non ci si stupisca se nessuno li vuole in serie A my friends.

Del resto, la agognata lega dei panda è la A2 e possiamo ben vedere quale sontuoso spettacolo tecnico offra, quale fucina inesauribile di talenti sia.

Link to comment
Share on other sites

bella intervista al Meo su Repubblica

Sacchetti "Io, ct giardiniere sogno cappuccino e cornetto"
Intervista all’allenatore della Nazionale di basket

di Cosimo Cito

Prima dell’autunno non vedremo più una palla da basket che rimbalza, un canestro e il viso di Meo Sacchetti che avvampa lungo la linea laterale. Il coach nato al Sud, emigrato al Nord, diventato grande in Sardegna, sta però studiando qualcosa di interessante per i tempi che verranno nella sua duplice veste, di coach della Vanoli Cremona e di ct della Nazionale azzurra.
Com’è la vita a basket spento, Sacchetti?
«Strana, soprattutto qui a Cremona, dove a lungo non abbiamo sentito altro che ambulanze. E io vivo a poca distanza dall’ospedale. Paura, tanta».
Come trascorre il tempo in attesa che tutto riparta?
«Curo il giardino, pianto fiori che ho ordinato on-line e porto a spasso il cane. La vita senza basket la immaginavo più avanti, a dir la verità, non così presto».
La tv, almeno quella generalista, non aiuta.
«Senza Sky sarebbe dura. Eppure ne avremmo di belle cose nostre da far vedere. Ormai di un passato piuttosto lontano, ma ne abbiamo. Scontiamo la nostra minorità, l’aggressività del calcio, anche nelle repliche alla tv.
Raisport dovrebbe avere un canale di soli sport minori».
Il basket è stato comunque il primo sport a trovare la compattezza e fermarsi davanti al Covid 19: scelta giusta?
«Di fronte alla morte era il minimo che potessimo fare».
Il calcio fa il massimo tra ciò che non potrebbe fare, dunque?
«Non voglio fare polemiche col calcio, ma mi chiedo: quanti giocatori sono d’accordo sul tornare in campo a tutti i costi? Le società sono magari concordi, ma non possono decidere loro. Immagino i problemi economici che ne deriverebbero, ma nel basket non saranno minori, in proporzione.
Servirà inventiva».
Voi di Cremona state studiando un’idea: trasformarvi in una sorta di Club Italia del basket, con molti giocatori italiani in campo. Per il suo doppio ruolo, di coach e ct azzurro, sarebbe il massimo, no?
«È un’idea, promossa dal nostro responsabile dello scouting Gianmaria Vacirca. Ne abbiamo parlato, è un’idea interessante che si innesta su una necessità che sarà di tutte le medio-piccole: provare a sopravvivere. La nostra idea è allevare giocatori italiani e farli giocare. Il problema sarà trovarli, ecco, ma negli anni abbiamo dimostrato prima con Ricci, poi con Ruzzier e Akele, di avere le caratteristiche, come piazza, per portare avanti un discorso del genere. I vantaggi per la Nazionale sarebbero ovvi, anche se per formare dei giocatori da Nazionale ci vuole molto tempo».
Il primo rinforzo potrebbe essere Davide Moretti, di ritorno dall’Ncaa, il campionato universitario americano.
«Può essere».
In quel campionato risiedeva Nico Mannion, che ora prova il salto in Nba. Il futuro è lui?
«C’è lui, ma anche Banchero, DiVincenzo che già gioca in Nba».
Gente pronta per il preolimpico del giugno 2021, in Serbia?
«Non possiamo saperlo ora, ma il rinvio ci permette in teoria di avere giocatori più formati. Non dimentichiamo i senatori, da Gallinari a Belinelli, tutti legatissimi alla maglia azzurra».
La loro ultima apparizione, nel settembre scorso, durante il
Mondiale, a Wuhan: un posticino diventato piuttosto famoso, poi.
«Se qualcuno mi chiede se sono davvero stato lì, io nego, non si sa mai, magari mi credono un untore...».
Giusto non assegnare lo scudetto alla Virtus Bologna?
«Il nostro è uno sport da play-off, nemmeno i tifosi della Virtus lo avrebbero accettato, così».
La prossima A potrebbe avere tra le 14 e le 20 squadre: qual è il numero giusto?
«Non c’è un numero, ma un concetto: ogni società deve poter vivere dal punto di vista finanziario».
Cosa la spaventa di più del futuro del basket?
«Pensare ad allenatori di base, tecnici delle giovanili, massaggiatori, fisioterapisti: tante società potrebbero prenderli alla gola».
Come Paese. l’Italia come sta uscendo dalla crisi?
«Sembra di essere tornati a prima del Risorgimento. Il Nord contro il Sud, la gente contro altra gente, la politica assente che balbetta».
La prima cosa che farà, alla fine del lockdown?
«Ho una voglia matta di andare al bar, un cappuccino e un cornetto, grazie.
Non vedo l’ora di portelo dire»

Link to comment
Share on other sites

«Il mio grande basket ha bisogno di riforme su stranieri, italiani e tv»
Gandini: «Il governo aiuti chi investe»

    Corriere della Sera 28 Apr 2020

In sospeso Rodriguez contro Teodosic: chiuso il campionato, Olimpia Milano e Virtus Bologna, oltre che Reyer Venezia, aspettano di capire se torneranno in campo, in Eurolega e in Eurocup (Ciamillo Castoria)

Umberto Gandini, la serie A di basket sta per proporre il «liberi tutti» quanto a numero di stranieri e di italiani? «Non c’è un progetto sul tavolo. Ma è tempo di ragionare senza pregiudizi, per capire dove andare: va definita una missione». Da quasi 60 giorni a capo della Confindustria dei canestri, l’ex dirigente del Milan e della Roma s’è visto complicare il mandato dall’emergenza sanitaria e dalla cancellazione della stagione. Il passato lo aiuterà: il calcio ha dato a Gandini solide basi e la capacità di trattare; i trascorsi da hockeista la grinta. Serviranno entrambe le cose.

Per la Fip la tutela degli italiani è centrale, per la Lega è forse diventata una battaglia di retroguardia?

«Capisco la Federazione, con cui le relazioni sono ottime. Però una discussione serena deve riguardare soprattutto il minutaggio dei nostri ragazzi. Quanto al format delle squadre, la domanda è: qual è il mix giusto tra italiani e stranieri? Ultimo appunto: premiamo chi usa gli under 22, più che chi ricorre agli under 25».

Si dice: senza gli italiani, il nostro basket muore.

«In serie A devono esserci i migliori giocatori, italiani inclusi. Riflettiamo, però: i nostri giovani vincono a livello internazionale, ma poi spesso non fanno il salto di qualità. Altri campionati dovranno allora servire per lavorare su di loro».

La crisi imprevista indurrà a livellare al ribasso?

«Lo diranno club e imprenditori. Ma se non interverrà il governo per aiutare chi investe, avremo un enorme problema. Chiediamo che sia riconosciuto un credito d’imposta alle aziende sponsor e che si aiutino le società ad assorbire un danno di vari milioni: i provvedimenti sono stati fin qui utili anche per lo sport, ma non sono costruiti per lo sport».

C’è chi suggerisce l’abbandono del professionismo ?

È il momento di parlarne Il basket paga prezzi alti a fronte di pochi vantaggi è la pay-tv e la vera tv in chiaro è Facebook: aggancia i giovani, il nostro bersaglio».

Tanti agenti rifiutano di decurtare le provvigioni.

«Allenatori e giocatori hanno fatto sacrifici e l’accordo è stato mutuato dall’eurolega: servirà una mano anche dai procuratori».

 

del contratto tv, invece, ora pensiamo a un bando solo per un anno».

Il basket deve tornare a essere trasmesso in chiaro?

«In Italia non molti vedono la Nba in tv, ma tanti la conoscono. Non inseguo la tv in chiaro, sganciamoci da vecchi concetti. Il basket in chiaro crescerebbe in popolarità? Forse, ma questo è proselitismo: dubito che serva sul piano commerciale. Oggi chi paga

Quanto è vicino il sistema al collasso finanziario?

«Non è vicino, ma se giocheremo a porte chiuse ci sarà un danno da 45 milioni che imporrà profonde riflessioni».

Chi me l’ha fatto fare? Giuri, fin qui, di non averlo mai pensato.

«Lo giuro: mi sono appassionato, vorrei incidere e aiutare il nostro basket a tornare grande».

 

 

image.png

Link to comment
Share on other sites

Petrucci su La Stampa

 

"Il basket è aperto a tutte le novità Ma la quota di italiani non si tocca"
MATTEO DE SANTIS

In un periodo di poche certezze, Gianni Petrucci ne
brandisce addirittura due: una sul passato e una sul futuro. «Il tempo ci ha dato ragione
sulla chiusura della stagione», la prima sicurezza del presidente della Federbasket. La
seconda è un paletto invalicabile per la ripartenza della Serie A: «Il numero dei giocatori
italiani non si tocca».
In un'intervista al «Corriere della Sera» il presidente di Lega,
Umberto Gandini, ha proposto di «ragionare senza pregiudizi» sulle quote di stranieri e
italiani: esiste una trattativa?
«La questione, che si riflette anche sulla Nazionale, è
importante. Parlo quasi tutti i giorni con Gandini, ma voglio essere chiaro: gli italiani
devono giocare e il numero dei nostri giocatori rimane un punto fermo. Si può cambiare
qualcosa sul sistema d'impiego e parlare anche di squadre con meno italiani, compensate da
altre che ne avranno di più. A patto che la quota complessiva resti perlomeno inalterata».
Italiani razza protetta?
«Non è vero, voglio solo il giusto cocktail tra italiani e non dentro le
regole. Gli statuti delle federazioni recitano la tutela del patrimonio nazionale. C'è anche
una delibera del Consiglio Nazionale del Coni, di quando ero presidente, sulla diminuzione
degli stranieri e sulla quantità di visti per gli extracomunitari. Parecchi italiani, impiegati e
impegnati con un minutaggio maggiore, non si sono dimostrati inferiori a tanti stranieri».
L'idea di Cremona «Club Italia», con solo due non italiani agli ordini del ct Sacchetti, la
stuzzica?
«Se si facesse, ma non lo so, ne sarei contento. Sarebbe un bell'esempio. Se
Cremona prenderà questa strada non sarà per spinta federale, ma perché riterrà di suo che
sussistano le condizioni».
Al basket converrebbe abbandonare il professionismo?
«Non credo che ci sia questa voglia. Il professionismo significa una maggiore tassazione, ma
anche un riconoscimento d'importanza e serietà agli occhi dello Stato. Dopo che la Comtec
ci dirà le iscrizioni in A e A2, vorrei parlare con i proprietari dei club di una riforma sulle
competizioni giovanili. Il mio pallino resta una sorta di campionato Primavera, magari
organizzato dalla Lega».
Tre basi solide per la ripartenza?
«Essere tutti d'accordo sulle novità da apportare ai campionati, sulle misure per riammodernare i palazzetti e sperare
che il Governo aiuti davvero lo sport, quello professionistico in testa».
E che segnali ha percepito dal Governo?
«Vedo grande impegno e disponibilità da parte del ministro
Spadafora e del suo Gabinetto. Credo molto nel nuovo presidente di Sport e Salute: il
curriculum di Vito Cozzoli parla da solo».
Da uomo del palazzo dello sport, il calcio ripartirà?
«Alla fine presumo che ci sarà un punto d'incontro, non so in quale direzione.
Tutti amiamo il calcio, ma non accetto che si seguiti a dire che finanzia tutto lo sport: non
il basket. Non invidio la posizione di Gravina, sta facendo gli interessi della Federcalcio e
non posso criticarlo».

Link to comment
Share on other sites

E ancora:

https://m.pianetabasket.com/amp/il-caso/lba-petrucci-vuol-giocare-da-settembre-anche-a-porte-chiuse-203965

Facciamola finita, Petrucci, essere ondivago banderuolante, paraculo da cadreghino immobile, del tipo:”Dico-cazzate-ma-poi-mi-rimangio-tutto-a-seconda-se-quello-che-dico-mi-puó-portare-voti-o-meno”.

Visto che è il momento di rivoluzionare il vecchio per migliorare il nuovo: stop alla nazionale per i prossimi 24 mesi, tutti al grido di: “La nazionale rovina anche te, dille di smettere!”.

Petrucci: MUTO!!!???

Edited by UNSELD
Link to comment
Share on other sites

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now
×
×
  • Create New...