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Garnett: «Varese, scusa il ritardo»

01/11/2005 09:26

- QS -

I Castiglioni lo inseguivano da tre anni, da quando per un pugno di dollari scelse Milano, solo per pochi mesi, prima di tornare in America a curarsi un piede malato. L’anno dopo Messina, poi Treviso e finalmente, l’estate scorsa, lo sbarco a Varese. «Il progetto mi affascina: ho due anni di contratto, qui voglio vincere e diventare un simbolo», disse appena arrivato Marlon Garnett, l’uomo con il fucile, il miglior tiratore da tre punti dello scorso campionato, ingaggiato per fare la differenza. Un precampionato così così, le prime partite non da protagonista, qualche brusìo sugli spalti: ma in cuor suo sapeva perfettamente di non essere diventato un «brocco».

RISCATTO CON LA CAPOLISTA La partita di Roseto (persa anche per il suo scadente e inedito 1/8 da tre punti) gli era rimasta sul gozzo, e l’orgoglio ha armato la sua mano contro Siena. Ventiquattro punti e triple a raffica, quando contava. Garnett, «Money G» per gli intimi, ha finalmente fatto vedere di che pasta è fatto. Quel soprannome affibbiato dal fratello James («Mi disse da piccolo che dare la palla a me era come metterla in banca») gli è rimasto nel cuore, e oggi questo californiano, nato vicino a Los Angeles 28 anni fa, è un uomo più tranquillo. «Avevo voglia di giocare una partita così, perché dopo gli errori di Roseto c’era in ognuno di noi il grande desiderio di dimostrare qualcosa - spiega Garnett, un tipo riservato che però non nega un sorriso a chiunque lo saluti, anche al supermercato vicino a casa - non mi tiro indietro di fronte alle responsabilità, e sapevo che i miei canestri sarebbero serviti per battere una grande squadra come Siena. Ecco, il fatto di essermi sbloccato contro una delle favorite per lo scudetto mi dà ulteriore fiducia».

UN PEZZO DI PANE Marlon è il ritratto della serenità fuori dal campo: la sua vita è tutta palestra e famiglia. La moglie Anais («La più grande gioia della mia vita») gli darà il primo figlio, che nascerà nei prossimi mesi proprio a Varese. Lei, dolcissima, di solito durante le partite legge un libro, ogni tanto alza lo sguardo quando il PalaWhirlpool esplode di gioia, e abbozza un sorriso se la palla che scende dal canestro è partita dalle mani del suo Marlon. I tifosi vorrebbero che capitasse sempre più spesso.

PRIMA OPZIONE OFFENSIVA Nelle due stagioni in Italia Garnett ha tenuto ottime medie: a Messina 18.9 punti, 2.4 rimbalzi e 1.7 assist; a Treviso 14.7 punti, 2.6 rimbalzi e 1.4 assist in campionato e 12.1 punti e 2.7 rimbalzi in Eurolega. «Sono sempre stato uno dei punti di riferimento offensivi per le squadre in cui ho militato», racconta Marlon, che sorride pensando alle partite giocate negli ultimi due anni contro la sua attuale squadra: in quattro match contro Varese ha tenuto una media di 26 punti. «Se non puoi battere il tuo nemico... alleati con lui», dicono negli States: la Whirlpool (ieri sanzionata dalla disciplinare con 720 euro per i cori razzisti e quelli indirizzati a Nicola ripetuti dai suoi tifosi domenica contro Siena) forse anche per questo motivo ha scelto Garnett per tornare protagonista.

ROBERTO PACCHETTI

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