fachiro Posted May 6, 2005 Share Posted May 6, 2005 Scattano a Mosca le Final Four di Eurolega e Pallacanestro Varese ha deciso di pubblicare online un`intervista esclusiva realizzata nei mesi scorsi ad Andrea Bassani ed Alan Richardson che ci spiegano le linee guida della Uleb. Tutto è cominciato il 25 giugno del 1991 a Roma, quando la Legabasket italiana, l’ACB spagnola e la LNB francese hanno dato vita all’Uleb, l’Unione delle Leghe Europee di Basket, con l’intento di organizzare, gestire e promuovere nel miglior modo possibile la pallacanestro continentale per club. Tanto tempo è passato e molte cose sono cambiate, dai primi anni quasi anonimi si è arrivati alla situazione attuale: 15 membri affiliati, il monopolio dei due maggiori tornei e soprattutto una forza propositiva ed organizzativa che prima di oggi si era vista solo dall’altra parte dell’oceano. Con questa nostra intervista al responsabile comunicazioni Andrea Bassani e al responsabile tecnico del settore arbitrale Alan Richardson abbiamo cercato di chiarire il più possibile quali saranno le linee guida per lo sviluppo futuro della brillante associazione presieduta da Eduardo Portela e che ha in Jordi Bertomeu il Commissioner della competizione regina, l’Eurolega. Cominciamo da Ginevra, dove il 3 novembre 2004 avete finalmente raggiunto un accordo con Fiba Europe, vi ritenete completamente soddisfatti? Possiamo dire che la lunga serie di incomprensioni degli anni scorsi sia giunta alla fine? “Si, siamo molto contenti dell’accordo di collaborazione finalmente raggiunto, frutto degli sforzi fatti prima della firma del novembre passato dalle persone coinvolte nella ricerca dell’accordo tra Fiba e Uleb. Così come va sottolineato il lavoro svolto, specie di recente, dalla commissione congiunta riunitasi il 20 febbraio a Barcellona in occasione del primo clinic arbitrale unificato. Crediamo altresì di essere davvero giunti alla fine delle nostre diatribe passate, per questo va dato atto a Boris Stankovic e Patrick Bauman di Fiba World di aver fatto di tutto per accorciare le distanze che ancora esistevano fra noi e Fiba Europe. Il rinnovo del Board in Slovenia ha posto le basi per gli sviluppi futuri della Vostra organizzazione. Dopo l’ingresso della Lega della Repubblica Ceca avete prospettive immediate per ulteriori allargamenti? “Il Board dell’Uleb di Bled nel novembre del 2003 aveva stabilito come principio fondamentale la stesura di un piano strategico per la costruzione di una Uleb più attiva e presente nel panorama del basket europeo, anche per un maggior coordinamento tra Uleb e leghe associate e tra le leghe stesse in modo da raggiungere un’unità di programmi ed intenti. Attualmente stiamo valutando la richiesta della Lega Ungherese, l’ultima ad aver fatto domanda di adesione poco tempo fa, se accettata arriveremo così a 16 membri. Stiamo lavorando anche ad altre iniziative che coinvolgono sempre di più l’Uleb e le leghe a questa associata. A fine marzo per esempio l’Eurolega parteciperà ad un’assemblea della Lega Polacca per esporre all’associazione dei Club di quel paese le linee principali del nostro piano strategico da un punto di vista sportivo, gestionale e commerciale. Il nostro ruolo vuole essere sempre più di guida, promuovendo uniformità e coordinamento”. Quest’anno, per la prima volta, avete messo in vendita via internet una larga parte dei biglietti per le Final Four. Può essere considerato come il primo passo verso una sempre più diretta gestione da parte Vostra dell’evento? Possiamo supporre che le prossime saranno le ultime Final Four gestite in joint management con un Team Eurolega? “Le Final Four sono già direttamente gestite dall’Eurolega, a volte in collaborazione con i Team EL locali che hanno fatto richiesta di organizzare il nostro evento più importante: per esempio il Maccabi Tel Aviv l’anno scorso o il CSKA Mosca quest’anno. A volte anche con Società private specializzate nella gestione di grandi eventi come Barcelona Promociò per le Final Four Catalane del 2003 o con un consorzio misto di enti pubblici e privati. Caso questo del primo anno di Final Four quando a Bologna abbiamo collaborato con un pool formato da Coni Bologna, Palamalaguti e la Società EBC”. In relazione a questo l’affascinante ipotesi Sazka Arena di Praga per il 2006 è ancora presente? “Dopo queste 4 esperienze, comunque molto legate a squadre EL, il fatto di testare nel 2006 un mercato non convenzionalmente cestistico come Praga ci darà la misura di quanto siamo in grado di esportare il modello Final Four anche al di fuori dei tradizionali ambienti di basket in Europa. Oltretutto con l’aiuto, come dite bene Voi, della Sazka Arena, senza dubbio il miglior impianto sportivo indoor d’Europa, invidiatoci anche dagli americani, e del suo preparatissimo management. (In loco ancora si ricordano le facce basite dello staff NHL al momento di rapportarsi con la suite tecnologica dell’Arena… N.d.A.). Management col quale, insieme ad una società leader nell’organizzazione di eventi di entertainment, stiamo definendo gli ultimi dettagli del contratto che sarà firmato a breve. Dopo Praga vorremmo tentare ancora la strada non convenzionale per esempio con Lisbona, città non di pallacanestro ma comunque dotata di un arena meravigliosa e con una notevole forza di attrattiva turistica. Dopo magari vorremmo tornare un po’ all’antica, Atene sarebbe una candidata ideale, anche se il piano a lungo termine ci potrebbe riportare in una città già sede di grandi eventi di basket come Parigi o situata in mercati commercialmente molto interessanti come la Germania con Colonia che potrebbe fare al cosa nostro”. I rapporti con la NBA: l’accordo con NBA TV può essere considerato come il primo passo verso una cooperazione sempre più stretta? Quali i Vostri piani a riguardo? “La relazione con la NBA va molto indietro nel tempo, sia come rapporto istituzionale sia a livello personale con molte persone all’interno della lega americana, a partire dal Commissioner David Stern. Abbiamo steso piani di collaborazione reciproca già qualche anno fa, non tutto è già successo, ma certamente l’inizio del rapporto a livello televisivo, come da Voi molto attentamente notato, è stato un ottimo primo passo per poi arrivare a fare molte altre cose. Il progetto più importante che attualmente abbiamo con la NBA è trasformare le semplici partite di esibizione che ogni anno qualche loro squadra gioca in Europa (a parte gli anni Olimpici, quando è la selezione di USA Basketball a esibirsi) in un progetto decisamente più articolato e completo”. Ultimo ma non meno importante, parliamo della liberalizzazione dei passaporti. In linea generale siamo d’accordo con la vostra recente decisione, ma non pensate sarebbe meglio prima tentare di dare le stesse regole a tutte le leghe nazionali? “Ovviamente si, ed è quello che abbiamo iniziato a fare operativamente nelle ultime riunioni del mese scorso a Barcellona, sia nella Commissione di competizioni Eurolega sia nel Board dell’Uleb, dopo aver iniziato a discutere da più di un anno con le leghe e i club di questo argomento tanto importante e delicato. Nessuno credo sia davvero felice di essere arrivato alla decisione di aprire completamente le nostre frontiere, è semplicemente l’unica soluzione possibile per tentare di arginare il rischio di trovarci con situazioni troppo sbilanciate. Come certamente saprete il tutto nasce dalla sentenza di un tribunale spagnolo che alla fine dello scorso anno ha sentenziato che Venson Hamilton (Joventud Badalona), americano sposato con una cittadina spagnola e quindi comunitaria, aveva tutti i diritti di un cittadino dell’Unione Europea per poter partecipare all’Uleb Cup, cosa che noi inizialmente gli avevamo negato, rispettando il tetto di 2 non europei per squadra. Con questa sentenza viene abbattuto un muro importante e a noi interessa soprattutto poter avere equilibrio nelle nostre competizioni. Faccio un esempio concreto: se una franchigia appartenente all’Unione Europea può approfittare di questa nuova situazione ed allestire, per assurdo, una squadra con 5 americani e 5 cinesi sposati con cittadine comunitarie perché non dovremo dare ai Club dei paesi non (Russia, Israele) o non ancora (Lituania) UE la stessa chance? Creeremmo una situazione molto sbilanciata al nostro interno. Ripeto, il nostro obiettivo principale è, a questo punto, che ci sia quanto più equilibrio possibile”. Con un dovuto ringraziamento e un sincero buon lavoro ad Andrea Bassani abbiamo approfittato della disponibilità di Alan Richardson, responsabile tecnico del settore arbitrale, per un paio di questioni regolamentari che ci stanno particolarmente a cuore, vediamole. Quali le Vostre prime valutazioni dopo l’introduzione del semi-cerchio di 1,22 metri sotto l’anello entro il quale non possono essere chiamati falli di sfondamento? “L’introduzione del semi-cerchio sotto l’anello ha visto una significativa diminuzione dei giocatori che in fase difensiva provano a portare a casa un fallo “facile” cercando uno sfondamento sotto canestro. Con la nuova norma abbiamo creato maggiore spazio incoraggiando così i giocatori ad attaccare il ferro con più convinzione. Le statistiche mostrano che rispetto all’anno scorso sono stati chiamati il 10% di falli in meno in vernice”. Pensando al futuro, avete mai considerato l’ipotesi di spostare la linea dei 3 punti ai 7 metri e 20? Noi pensiamo darebbe vantaggi sotto molti punti di vista. "L’attuale linea dei tre punti ha generato molte situazioni “eccitanti” a fine gara, con la vittoria o la sconfitta a dipendere dal successo o meno del tiro. Non vedo benefici nell’allontanamento della linea in quanto il gioco europeo è unico proprio nel modo in cui viene allenato e praticato”. Bene, quali conclusioni trarre da tutto questo? Sicuramente positive, dalle precise e circostanziate parole di Andrea Bassani emerge una voglia di fare ed una ricchezza di idee non comuni, possiamo sbilanciarci ed affermare che la pallacanestro europea è in buone mani e avrà un futuro ricco di soddisfazioni a partire da quello che di sicuro è a podio tra i tornei più belli del mondo: l’Eurolega. L`intervista è stata realizzata da Samuele Giardina, collaboratore di Pallacanestro Varese Magazine, e una parte di essa è stata pubblicata anche sulla rivista Dream Team. Per un maggiore approfondimento dare un’occhiata a: www.euroleague.net - www.fibaeurope.com - www.f4tickets.com - www.sazkaarena.com vai Sam Link to comment Share on other sites More sharing options...
Long Leg Posted May 6, 2005 Share Posted May 6, 2005 Scattano a Mosca le Final Four di Eurolega e Pallacanestro Varese ha deciso di pubblicare online un`intervista esclusiva realizzata nei mesi scorsi ad Andrea Bassani ed Alan Richardson che ci spiegano le linee guida della Uleb. Tutto è cominciato il 25 giugno del 1991 a Roma, quando la Legabasket italiana, l’ACB spagnola e la LNB francese hanno dato vita all’Uleb, l’Unione delle Leghe Europee di Basket, con l’intento di organizzare, gestire e promuovere nel miglior modo possibile la pallacanestro continentale per club. Tanto tempo è passato e molte cose sono cambiate, dai primi anni quasi anonimi si è arrivati alla situazione attuale: 15 membri affiliati, il monopolio dei due maggiori tornei e soprattutto una forza propositiva ed organizzativa che prima di oggi si era vista solo dall’altra parte dell’oceano. Con questa nostra intervista al responsabile comunicazioni Andrea Bassani e al responsabile tecnico del settore arbitrale Alan Richardson abbiamo cercato di chiarire il più possibile quali saranno le linee guida per lo sviluppo futuro della brillante associazione presieduta da Eduardo Portela e che ha in Jordi Bertomeu il Commissioner della competizione regina, l’Eurolega. Cominciamo da Ginevra, dove il 3 novembre 2004 avete finalmente raggiunto un accordo con Fiba Europe, vi ritenete completamente soddisfatti? Possiamo dire che la lunga serie di incomprensioni degli anni scorsi sia giunta alla fine? “Si, siamo molto contenti dell’accordo di collaborazione finalmente raggiunto, frutto degli sforzi fatti prima della firma del novembre passato dalle persone coinvolte nella ricerca dell’accordo tra Fiba e Uleb. Così come va sottolineato il lavoro svolto, specie di recente, dalla commissione congiunta riunitasi il 20 febbraio a Barcellona in occasione del primo clinic arbitrale unificato. Crediamo altresì di essere davvero giunti alla fine delle nostre diatribe passate, per questo va dato atto a Boris Stankovic e Patrick Bauman di Fiba World di aver fatto di tutto per accorciare le distanze che ancora esistevano fra noi e Fiba Europe. Il rinnovo del Board in Slovenia ha posto le basi per gli sviluppi futuri della Vostra organizzazione. Dopo l’ingresso della Lega della Repubblica Ceca avete prospettive immediate per ulteriori allargamenti? “Il Board dell’Uleb di Bled nel novembre del 2003 aveva stabilito come principio fondamentale la stesura di un piano strategico per la costruzione di una Uleb più attiva e presente nel panorama del basket europeo, anche per un maggior coordinamento tra Uleb e leghe associate e tra le leghe stesse in modo da raggiungere un’unità di programmi ed intenti. Attualmente stiamo valutando la richiesta della Lega Ungherese, l’ultima ad aver fatto domanda di adesione poco tempo fa, se accettata arriveremo così a 16 membri. Stiamo lavorando anche ad altre iniziative che coinvolgono sempre di più l’Uleb e le leghe a questa associata. A fine marzo per esempio l’Eurolega parteciperà ad un’assemblea della Lega Polacca per esporre all’associazione dei Club di quel paese le linee principali del nostro piano strategico da un punto di vista sportivo, gestionale e commerciale. Il nostro ruolo vuole essere sempre più di guida, promuovendo uniformità e coordinamento”. Quest’anno, per la prima volta, avete messo in vendita via internet una larga parte dei biglietti per le Final Four. Può essere considerato come il primo passo verso una sempre più diretta gestione da parte Vostra dell’evento? Possiamo supporre che le prossime saranno le ultime Final Four gestite in joint management con un Team Eurolega? “Le Final Four sono già direttamente gestite dall’Eurolega, a volte in collaborazione con i Team EL locali che hanno fatto richiesta di organizzare il nostro evento più importante: per esempio il Maccabi Tel Aviv l’anno scorso o il CSKA Mosca quest’anno. A volte anche con Società private specializzate nella gestione di grandi eventi come Barcelona Promociò per le Final Four Catalane del 2003 o con un consorzio misto di enti pubblici e privati. Caso questo del primo anno di Final Four quando a Bologna abbiamo collaborato con un pool formato da Coni Bologna, Palamalaguti e la Società EBC”. In relazione a questo l’affascinante ipotesi Sazka Arena di Praga per il 2006 è ancora presente? “Dopo queste 4 esperienze, comunque molto legate a squadre EL, il fatto di testare nel 2006 un mercato non convenzionalmente cestistico come Praga ci darà la misura di quanto siamo in grado di esportare il modello Final Four anche al di fuori dei tradizionali ambienti di basket in Europa. Oltretutto con l’aiuto, come dite bene Voi, della Sazka Arena, senza dubbio il miglior impianto sportivo indoor d’Europa, invidiatoci anche dagli americani, e del suo preparatissimo management. (In loco ancora si ricordano le facce basite dello staff NHL al momento di rapportarsi con la suite tecnologica dell’Arena… N.d.A.). Management col quale, insieme ad una società leader nell’organizzazione di eventi di entertainment, stiamo definendo gli ultimi dettagli del contratto che sarà firmato a breve. Dopo Praga vorremmo tentare ancora la strada non convenzionale per esempio con Lisbona, città non di pallacanestro ma comunque dotata di un arena meravigliosa e con una notevole forza di attrattiva turistica. Dopo magari vorremmo tornare un po’ all’antica, Atene sarebbe una candidata ideale, anche se il piano a lungo termine ci potrebbe riportare in una città già sede di grandi eventi di basket come Parigi o situata in mercati commercialmente molto interessanti come la Germania con Colonia che potrebbe fare al cosa nostro”. I rapporti con la NBA: l’accordo con NBA TV può essere considerato come il primo passo verso una cooperazione sempre più stretta? Quali i Vostri piani a riguardo? “La relazione con la NBA va molto indietro nel tempo, sia come rapporto istituzionale sia a livello personale con molte persone all’interno della lega americana, a partire dal Commissioner David Stern. Abbiamo steso piani di collaborazione reciproca già qualche anno fa, non tutto è già successo, ma certamente l’inizio del rapporto a livello televisivo, come da Voi molto attentamente notato, è stato un ottimo primo passo per poi arrivare a fare molte altre cose. Il progetto più importante che attualmente abbiamo con la NBA è trasformare le semplici partite di esibizione che ogni anno qualche loro squadra gioca in Europa (a parte gli anni Olimpici, quando è la selezione di USA Basketball a esibirsi) in un progetto decisamente più articolato e completo”. Ultimo ma non meno importante, parliamo della liberalizzazione dei passaporti. In linea generale siamo d’accordo con la vostra recente decisione, ma non pensate sarebbe meglio prima tentare di dare le stesse regole a tutte le leghe nazionali? “Ovviamente si, ed è quello che abbiamo iniziato a fare operativamente nelle ultime riunioni del mese scorso a Barcellona, sia nella Commissione di competizioni Eurolega sia nel Board dell’Uleb, dopo aver iniziato a discutere da più di un anno con le leghe e i club di questo argomento tanto importante e delicato. Nessuno credo sia davvero felice di essere arrivato alla decisione di aprire completamente le nostre frontiere, è semplicemente l’unica soluzione possibile per tentare di arginare il rischio di trovarci con situazioni troppo sbilanciate. Come certamente saprete il tutto nasce dalla sentenza di un tribunale spagnolo che alla fine dello scorso anno ha sentenziato che Venson Hamilton (Joventud Badalona), americano sposato con una cittadina spagnola e quindi comunitaria, aveva tutti i diritti di un cittadino dell’Unione Europea per poter partecipare all’Uleb Cup, cosa che noi inizialmente gli avevamo negato, rispettando il tetto di 2 non europei per squadra. Con questa sentenza viene abbattuto un muro importante e a noi interessa soprattutto poter avere equilibrio nelle nostre competizioni. Faccio un esempio concreto: se una franchigia appartenente all’Unione Europea può approfittare di questa nuova situazione ed allestire, per assurdo, una squadra con 5 americani e 5 cinesi sposati con cittadine comunitarie perché non dovremo dare ai Club dei paesi non (Russia, Israele) o non ancora (Lituania) UE la stessa chance? Creeremmo una situazione molto sbilanciata al nostro interno. Ripeto, il nostro obiettivo principale è, a questo punto, che ci sia quanto più equilibrio possibile”. Con un dovuto ringraziamento e un sincero buon lavoro ad Andrea Bassani abbiamo approfittato della disponibilità di Alan Richardson, responsabile tecnico del settore arbitrale, per un paio di questioni regolamentari che ci stanno particolarmente a cuore, vediamole. Quali le Vostre prime valutazioni dopo l’introduzione del semi-cerchio di 1,22 metri sotto l’anello entro il quale non possono essere chiamati falli di sfondamento? “L’introduzione del semi-cerchio sotto l’anello ha visto una significativa diminuzione dei giocatori che in fase difensiva provano a portare a casa un fallo “facile” cercando uno sfondamento sotto canestro. Con la nuova norma abbiamo creato maggiore spazio incoraggiando così i giocatori ad attaccare il ferro con più convinzione. Le statistiche mostrano che rispetto all’anno scorso sono stati chiamati il 10% di falli in meno in vernice”. Pensando al futuro, avete mai considerato l’ipotesi di spostare la linea dei 3 punti ai 7 metri e 20? Noi pensiamo darebbe vantaggi sotto molti punti di vista. "L’attuale linea dei tre punti ha generato molte situazioni “eccitanti” a fine gara, con la vittoria o la sconfitta a dipendere dal successo o meno del tiro. Non vedo benefici nell’allontanamento della linea in quanto il gioco europeo è unico proprio nel modo in cui viene allenato e praticato”. Bene, quali conclusioni trarre da tutto questo? Sicuramente positive, dalle precise e circostanziate parole di Andrea Bassani emerge una voglia di fare ed una ricchezza di idee non comuni, possiamo sbilanciarci ed affermare che la pallacanestro europea è in buone mani e avrà un futuro ricco di soddisfazioni a partire da quello che di sicuro è a podio tra i tornei più belli del mondo: l’Eurolega. L`intervista è stata realizzata da Samuele Giardina, collaboratore di Pallacanestro Varese Magazine, e una parte di essa è stata pubblicata anche sulla rivista Dream Team. Per un maggiore approfondimento dare un’occhiata a: www.euroleague.net - www.fibaeurope.com - www.f4tickets.com - www.sazkaarena.com vai Sam 4006[/snapback] grande Sam!!!! Siamo tutti con te!!! Link to comment Share on other sites More sharing options...
7seven Posted May 6, 2005 Share Posted May 6, 2005 grande Sam!!!! Siamo tutti con te!!! 4081[/snapback] parla per te, io lo odio quello lì... Link to comment Share on other sites More sharing options...
sam Posted May 7, 2005 Share Posted May 7, 2005 parla per te, io lo odio quello lì... 4100[/snapback] Su su fa'l brau! Se da odio (reciproco ovvio ) scendi a semplice antipatia (corrisposta eh ) giuro che mi faccio battere volontariamente altre 3 volte a biliardo on-line... Link to comment Share on other sites More sharing options...
7seven Posted May 7, 2005 Share Posted May 7, 2005 (edited) Su su fa'l brau! Se da odio (reciproco ovvio ) scendi a semplice antipatia (corrisposta eh ) giuro che mi faccio battere volontariamente altre 3 volte a biliardo on-line... 4133[/snapback] non c'è bisogno, le nostre partite finiscono con risultati regolarmente prevedibili, proprio come in altri derby (pallonari) di più alto livello. Spacchi tu? Edited May 7, 2005 by 7seven Link to comment Share on other sites More sharing options...
sam Posted May 7, 2005 Share Posted May 7, 2005 non c'è bisogno, le nostre partite finiscono con risultati regolarmente prevedibili, proprio come in altri derby (pallonari) di più alto livello. Spacchi tu? 4139[/snapback] Come vuole, spacco io povero spaccone da 4 monete che non è altro. Mi dica solo quando e cambieranno tante cose. Mister 15 palle... tsè! Va che se solo mi compro un mouse devi andare a nasconderti, altro che Minnesota Fez! E lascia stare l'Inter chiaro? Son buoni tutti a parlare giunti alla 18esina finale di Coppa Campioni in 8 anni. Verrà l'ora delle rivincite... oh se verrà... e sarà bellissimo!!!! PS All'Ataturk "Go Milan" in ogni caso eh, l'Italia è sempre l'Italia. Link to comment Share on other sites More sharing options...
davide Posted May 8, 2005 Share Posted May 8, 2005 Come vuole, spacco io povero spaccone da 4 monete che non è altro. Mi dica solo quando e cambieranno tante cose. Mister 15 palle... tsè! Va che se solo mi compro un mouse devi andare a nasconderti, altro che Minnesota Fez! E lascia stare l'Inter chiaro? Son buoni tutti a parlare giunti alla 18esina finale di Coppa Campioni in 8 anni. Verrà l'ora delle rivincite... oh se verrà... e sarà bellissimo!!!! PS All'Ataturk "Go Milan" in ogni caso eh, l'Italia è sempre l'Italia. 4165[/snapback] forse non hai capito: per giocare a quel giochino il mouse lo DEVI comprare, impossibile pensare di usare il mousepad del portatile. e poi smettila di fare il braccino corto, sei un giornalista affermato ormai, guadagni un pacco di soldi e 7 eurini per un mouse li puoi pure spendere Link to comment Share on other sites More sharing options...
sam Posted May 8, 2005 Share Posted May 8, 2005 forse non hai capito: per giocare a quel giochino il mouse lo DEVI comprare, impossibile pensare di usare il mousepad del portatile.e poi smettila di fare il braccino corto, sei un giornalista affermato ormai, guadagni un pacco di soldi e 7 eurini per un mouse li puoi pure spendere 4250[/snapback] E poi li chiamano amici... Link to comment Share on other sites More sharing options...
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