futuro

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- Corriere della Sera -

Mentre la battaglia infuria tra Milano e Cantù, Varese è indaffarata al telaio. Sul quale sta intessendo la trama del futuro. Dopo aver sfogliato la margherita, lascio-non lascio, i Castiglioni hanno deciso di restare. Anzi, di andare avanti da soli. E le famose cordate date in avvicinamento alla vetta della gloriosa società prealpina? La prima, capitanata da Ivan Bisson, grande ex Ignis, e Martinelli, ex presidente di Roseto, si è persa prima ancora di arrivare al campo base. La seconda, che aveva come traghettatori Cecco Vescovi e Toni Cappellari, si è spinta molto più in alto nel sondaggio del terreno, ma poi non ha trovato gli appigli giusti. Dunque? Si riparte dal signor Cagiva e dalla riconferma di Ruben Magnano, l’allenatore argentino, oro olimpico ad Atene, che aveva un contratto biennale, con clausola di recesso che la proprietà varesina si è ben guardata dal far valere. Fiducia, dunque, al «guru» argentino che ha in mente di portare sotto il Sacro Monte almeno uno tra i lunghi della nazionale argentina (Scola, Oberto, Wolkovisky). Separazione consensuale, invece, con il general manager. Decisione presa insieme da Castiglioni e Mario Ghiacci. Il manager reggiano, visti i magri risultati di stagione, ha preferito farsi in disparte. A Varese sognano il «ratto di Arrigoni», ossia strappare Brunetto a Cantù, anche se molto probabilmente sarà il giovane Castiglioni, Claudio, ad assumere un ruolo più deciso in seno alla società di basket.

Sul fronte squadra si tratta la riconferma di De Pol, Farabello, Bolzonella e Digbeu (anche se la moglie non s’è trovata bene a Varese), mentre si stanno valutando le condizioni di Nolan e Becirovic (quando non era infortunato ha giocato bene). Ovviamente, aspettando la guarigione di Andrea Meneghin, che sarebbe il colpo di mercato dell’anno.

We. Pe.

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