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Ventura: "Nel 2007 addio alla tv"

"O lascio il video o vado all'estero"

I suoi fans sono invitati a tirar fuori i fazzoletti. L'aveva detto già altre volte ma ora Simona Ventura sembra decisa: "Nel giugno del 2007 potrei dare l'addio alla televisione. O abbandono il video, oppure me ne vado a lavorare negli Stati Uniti o, magari, in Spagna". SuperSimo vuole seguire l'esempio della Carrà? Per ora nessuna certezza. Ma sulla vita privata la conduttrice non ha dubbi: "Non tornerò insieme a Bettarini".

Addio tv o addio Italia? In ogni caso i telespettatori italiani, a partire dall'estate 2007, potrebbero restare orfani di uno dei volti più noti della televisione nostrana. Simona Ventura, protagonista della prossima stagione televisiva e impegnata dal 13 settembre con la quarta edizione dell' Isola dei famosi , ha rivelato al settimanale Gente: "Mi sono arrivate varie proposte e mi piacerebbe dare ai miei figli l'opportunità di trasferirsi per un po' all'estero".

Ma se Simona farà le valigie, non sarà solo per offire ai suoi figli nuovi orizzonti: "Guardo con attenzione i programmi delle emittenti statunitensi, e ci sono alcuni format che vorrei sperimentare". Sul fronte privato, invece, la Ventura ha confessato di essersi abituata allo status di single: "In questi anni ho lavorato molto su me stessa. Non mi sono mai stesa sul lettino dello psicoanalista, ma ho modificato una certa mia impazienza, accettando anche di vivere senza amore. Ora sono single, e anche se dovessi restarlo per un po' di tempo, so che vivrei questa mia condizione con equilibrio e pacatezza. E poi, l'amore non si puo' programmare, arriva quando è il momento: meno te lo aspetti e più ti capita".

Sul presunto riavvicinamento all'ex marito, il calciatore Stefano Bettarini, la conduttrice ha chiarito: "Lui è il padre dei miei figli, ma nessuno di noi due, specialmente dopo una separazione tanto dolorosa, ha mai pensato di riprovarci. Adesso, poi, sono piena di energia per la quarta edizione dell"Isola dei famosi', che punta tutto sulle storie vere e sulle dinamiche di gruppo". Nessun colpo di scena dunque...addio alla tv a parte.

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io vi giuro che lo spero tanto!!! E dire che a inizio carriera, quando lavorava a Mai dire Gol e alle Iene mi piaceva tantissimo :lol::lol::D

ora è diventata spocchiosa e arrogante ^_^

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Adesso, poi, sono piena di energia per la quarta edizione dell"Isola dei famosi', che punta tutto sulle storie vere e sulle dinamiche di gruppo". Nessun colpo di scena dunque...addio alla tv a parte.

Ma perché mandarla all'estero quando l'Italia è piena di miniere e fonderie in carenza di personale??!?

io vi giuro che lo spero tanto!!! E dire che a inizio carriera, quando lavorava a Mai dire Gol e alle Iene mi piaceva tantissimo :lol::lol::D

ora è diventata spocchiosa e arrogante ^_^

Condivido parola per parola (per 3,14)!!

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io vi giuro che lo spero tanto!!! E dire che a inizio carriera, quando lavorava a Mai dire Gol e alle Iene mi piaceva tantissimo :lol::lol::D

ora è diventata spocchiosa e arrogante ^_^

stessa medesima considerazione da me fatta. sabato pomeriggio c'erano su rete 4 spezzoni di trasmissioni varie e la ventura, su mediaset, era veramente simpatica e alla buona. da quando è passata in rai, oltre a rovinare un programma che con fazio era veramente bello, oltre a diventare di gomma, è diventata pure antipatica. dopo valeria marini e poche altre è uno di quei personaggi tv che proprio non digerisco.

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Da simpatica e spontanea che era si e' tramutata nell'icona delle strappone.

SuperSimo, ma sei sicura che negli Stati uniti di prenderebbero?

Per me finira' in qualche TV privata del sudamerica con i suoi amici Dolce e Gabbana, tipo....Anale 5 o giu' di li'...

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penso lo sappiate già tutti, ma mi piacerebbe parlarne:

dal blog http://blog.libero.it/senzafiltro/

COME FUNZIONA L'AUDITEL.

Visto che i palinsesti delle reti televisive vengono modificati in base a questa stronzata dell'auditel, vorrei ricordare come funziona questa finta tecnologia.

INTRO:

Tutto ruota attorno alla raccolta pubblicitaria.

In passato la tv di Stato usufruiva di un “Servizio Opinioni” che aveva

la funzione di stabilire il gradimento e la partecipazione degli

spettatori, in pratica si occupava di controllare la qualità stessa

degli spettacoli trasmessi. La forte pressione economica delle pubblicità,

delle tv private (Fininvest in primis), e la concorrenza a

volte sleale di queste ultime, hanno profondamente cambiato tale

sistema, passando dall’indice qualitativo a quello quantitativo.

PER FARLA BREVE:

Nel 1986, grazie un patto stretto tra la Rai, la

Fininvest e l’UPA, nasce il più ridicolo e

fittizio sistema di controllo nelle mani del potere economico:

l’Auditel,

una società privata

nelle mani delle seguenti società: Rai Spa, Utenti e pubblicità,

Agenzie e Centri media, ed editori FIEG. I numeri che

trasmette attraverso rivelazioni giornaliere (minuto per minuto),

vengono interpretati con devozione quasi avessero facoltà divine.

I dati

non sono reali ma sono banali e spesso erronee proiezioni statistiche. , I dati dell’Auditel vengono

raccolti su un campione di 5.101 famiglie (consapevoli

ovviamente di esserlo), distribuite nell’intero paese, a cui sono

stati consegnati dei telecomandi molto particolari e un meter.

Con questi

telecomandi speciali (più o meno uno per ogni costituente, dal

capofamiglia al figlio piccolo, per un totale di circa 14.000 persone),

e attraverso il meter, è possibile sapere cosa effettivamente

stanno guardando in televisione in ogni momento, e da questo carpire le

preferenze del piccino il pomeriggio, della mamma alla mattina e magari

del papà in piena notte, per esempio.

I dati raccolti,

tra le 2 e le 5 del mattino, vengono inviati attraverso la linea

telefonica al centro di elaborazione dati della AGB-Italia che elabora e

analizza le preferenze degli utenti. Tali preferenze, o meglio

pseudo-preferenze, sono del tutto approssimative e imprecise, perché

non è possibile impedire a una persona l’uso di più telecomandi (il

papà, per esempio, potrebbe usare quello del figlio di notte e

viceversa), falsando di conseguenza i risultati; per non parlare poi

degli errori grossolani da parte della stessa Auditel: canali

sintonizzati e orari di utilizzo errati.

ESEMPIO:

Un programma che ha fatto il

50% di share (cioè la metà delle televisioni in Italia) non è stato visto da decine di milioni di televisioni, ma

semplicemente dalla metà del campione Auditel, e quindi a poco più di

2.500 famiglie!

CONCLUSIONE:

Visti i programmi che la televisione italiana trasmette quotidianamente, ma è possibile che siano riusciti a beccare 5000 famiglie di ingnoranti, incompetenti e fannulloni?

[fonti:disinformazione.it e il mio presunto buonsenso]

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penso lo sappiate già tutti, ma mi piacerebbe parlarne:

dal blog http://blog.libero.it/senzafiltro/

COME FUNZIONA L'AUDITEL.

Visto che i palinsesti delle reti televisive vengono modificati in base a questa stronzata dell'auditel, vorrei ricordare come funziona questa finta tecnologia.

INTRO:

Tutto ruota attorno alla raccolta pubblicitaria.

In passato la tv di Stato usufruiva di un “Servizio Opinioni” che aveva

la funzione di stabilire il gradimento e la partecipazione degli

spettatori, in pratica si occupava di controllare la qualità stessa

degli spettacoli trasmessi. La forte pressione economica delle pubblicità,

delle tv private (Fininvest in primis), e la concorrenza a

volte sleale di queste ultime, hanno profondamente cambiato tale

sistema, passando dall’indice qualitativo a quello quantitativo.

PER FARLA BREVE:

Nel 1986, grazie un patto stretto tra la Rai, la

Fininvest e l’UPA, nasce il più ridicolo e

fittizio sistema di controllo nelle mani del potere economico:

l’Auditel,

una società privata

nelle mani delle seguenti società: Rai Spa, Utenti e pubblicità,

Agenzie e Centri media, ed editori FIEG. I numeri che

trasmette attraverso rivelazioni giornaliere (minuto per minuto),

vengono interpretati con devozione quasi avessero facoltà divine.

I dati

non sono reali ma sono banali e spesso erronee proiezioni statistiche. , I dati dell’Auditel vengono

raccolti su un campione di 5.101 famiglie (consapevoli

ovviamente di esserlo), distribuite nell’intero paese, a cui sono

stati consegnati dei telecomandi molto particolari e un meter.

Con questi

telecomandi speciali (più o meno uno per ogni costituente, dal

capofamiglia al figlio piccolo, per un totale di circa 14.000 persone),

e attraverso il meter, è possibile sapere cosa effettivamente

stanno guardando in televisione in ogni momento, e da questo carpire le

preferenze del piccino il pomeriggio, della mamma alla mattina e magari

del papà in piena notte, per esempio.

I dati raccolti,

tra le 2 e le 5 del mattino, vengono inviati attraverso la linea

telefonica al centro di elaborazione dati della AGB-Italia che elabora e

analizza le preferenze degli utenti. Tali preferenze, o meglio

pseudo-preferenze, sono del tutto approssimative e imprecise, perché

non è possibile impedire a una persona l’uso di più telecomandi (il

papà, per esempio, potrebbe usare quello del figlio di notte e

viceversa), falsando di conseguenza i risultati; per non parlare poi

degli errori grossolani da parte della stessa Auditel: canali

sintonizzati e orari di utilizzo errati.

ESEMPIO:

Un programma che ha fatto il

50% di share (cioè la metà delle televisioni in Italia) non è stato visto da decine di milioni di televisioni, ma

semplicemente dalla metà del campione Auditel, e quindi a poco più di

2.500 famiglie!

CONCLUSIONE:

Visti i programmi che la televisione italiana trasmette quotidianamente, ma è possibile che siano riusciti a beccare 5000 famiglie di ingnoranti, incompetenti e fannulloni?

[fonti:disinformazione.it e il mio presunto buonsenso]

Statisticamente parlando, ed io e JB possiamo farlo :unsure::unsure: , il metodo non è errato.

Si deve può discutere di forbice, cioè del fatto che mai vienen detto quant'è la forbice di corretteza che dovrebbe essere del tipo: siccome i dati dicono 50 abbiamo il 75% di probabilità di essere fra 30 e 70 e il 20% di probabilità di essere fra 45 e 55. Questa forbice sarebbe tanto più stretta quanto più alto è il numero dei campioni, per assurdo se tutti hanno il telecomando il dato è giusto e la forbice non c'é.

Un campione di 5000 famiglie genera una forbice piuttosto larga e questo non viene detto.

Secondo problema la polarizzazione dei dati, cioè quanto i 5000 sono espressione delle varie tipologie di utente. Per età, sesso, estrazione sociale, idee politiche, distribuzione geografica etc etc.

Se per esempio diamo i 5000 meter agli iscritti di AN lo share di rai3 sarà sempre basso.

Tutto questo per dire che i dati sono soggetti a variazione ma non sono inventati, solo che non ti dicono quale è la variazione.

Uscendo dal discorso Auditel, la cosa che mi fa abbastanza specie è che i giornali e gli altri media dedichino così tanto tempo alla TV.

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Nn comprendevo l'apertura di questo post. Io la tv nn la guardo e Simona Ventura la conosco più come proprietaria di un ristorante a Milano che come conduttrice; quanto visto ieri però è quanto di peggio si possa anche solo immaginare...

A un certo punto quel ministro imbarazzante che non conosce l’imbarazzo e che risponde al nome di Clemente Mastella, quello che voleva l’amnistia per i ladroni del calcio, si è paragonato a San Pietro, però in meglio perchè «io non tradisco gli amici». E in quel preciso istante, in tv, nella tv pubblica che tutti paghiamo con il canone, ma dovremmo smettere subito di farlo se stavolta alla Rai non cacciano qualcuno, in quel preciso istante per milioni di italiani Luciano Moggi era diventato come Gesù prima del Calvario. O comunque un santo, un benefattore delle nostre tasche, addirittura il vero artefice dell’aumento imprevisto del Prodotto interno lordo, visto che «l’Italia ha vinto i Mondiali grazie ai giocatori della sua Juve». Un applauso del pubblico pagato da noi contribuenti ha sottolineato la beatificazione. E io davanti a quelle bestemmie ho avuto un conato.

Questo Paese è una barzelletta se prende uno come Moggi e gli costruisce un teatrino in tv dove lui può dire di tutto senza che nessuno ribatta. Può dire di essere «un eroe popolare», può raccontare la balla della «gente che sta con me», può infangare il processo sportivo, «una farsa», e trattare lo scandalo delle intercettazioni come una balla, anzi un complotto contro di lui che, poverino, cercava solo di «proteggere una società debole». La Juve.

Una risata avrebbe dovuto seppellire questa buffonata, e poi qualche semplice dato di fatto avrebbe smascherato quella valanga di bugie. Bastava poco, ma davanti a Moggi c’era una cara amica, Simona Ventura, «siamo amici da vent’anni io e Luciano», con lo sguardo inebetito di chi non ha mai nemmeno letto le prime righe delle sentenze di Calciopoli e non sa davvero cosa dire, gli autori non le avevano scritto nemmeno una domanda decente, accidenti, e lei si vedeva che annaspava guardando quel foglietto, e quasi cercava di convincere Moggi a non strafare, «va bene che siamo amici», a dire che in fondo qualche erroruccio lo avrà fatto pure lui, «dai Luciano, qualche telefonata...».

Ma che ne sa la Ventura di due anni di indagini dei carabinieri di Roma? Le ha mai lette le intercettazioni, o si ricorda solo qualche titolo dei giornali? Lo sa che i due responsabili delle indagini, un colonnello ed un maggiore dei carabinieri, qualche giorno fa sono stati rimossi, trasferiti ad altro incarico?

Non sa nulla, la Ventura, e si vede benissimo purtroppo. Si vede quando con l’aria di chi sta facendo una domanda paraculissima, dice: «Luciano, come si costruisce una grande squadra?».

Te lo spiego io: c’era una roba che si chiamava Gea, in Italia, per anni ci hanno giurato che con Moggi non aveva rapporti visto che la guidava il figlio di Luciano, poi sono spuntate decine di telefonate fra papà e figlio che trafficavano giocatori. Per la procura di Roma si chiama associazione a delinquere. Ecco come si costruisce una grande squadra.

E in studio? A parte le battute di un comico, il silenzio assoluto. Ma quando ho visto Giampiero Galeazzi nella sua postazione, mi sono detto: e vai, ci pensa Bisteccone a fare il contraltare a Moggi, massì, questa estate nel programma "Notti Mondiali" ve lo ricordate Galeazzi tutto rosso e sudato mentre inveiva contro i ladroni del calcio? Sembrava un paladino vero. Dai Giampiero, fagli vedere tu. Bene, lo ha fatto. Questa la sua domanda a bruciapelo: «Luciano allora in questa storia sei una vittima o che?». Voi sottovalutate il coraggio che ci vuole a dire «o che» a uno come Moggi.

Veramente in quello studio tv uno con il coraggio di dire a Moggi che la gente non lo ama affatto, anzi, si sente derubata, e che ci sono colpe precise di cui rispondere, c’era: Andrea Vianello, il conduttore di Mi Manda Raitre. Ci ha provato a dire due parole e Moggi si è infuriato, «Simona, io con quello non parlo». Un ordine, come ai tempi in cui ordinava ai conduttori della Domenica sportiva cosa dire e chi attaccare. «Fatemi a pezzi Zeman», diceva al servo di turno e loro lo facevano a pezzi.

Non è cambiato molto, si direbbe, anzi quasi nulla. E se aspettiamo ancora un po’ davvero ci diranno che Calciopoli è stata una nostra allucinazione.

Intanto tre o quattro cose vanno dette, prima che la valanga di balle ci travolga. 1) Non è vero che nel processo sportivo non sono ammessi testimoni. Sono stati ammessi, e sono anche serviti alle difese. 2) Non è vero che le intercettazioni sono state solo contro di lui e che se tutti i dirigenti di club fossero stati intercettati, si sarebbe scoperto che tutti parlavano di arbitri con i designatori. Ad essere intercettati infatti furono inizialmente proprio i telefoni di Bergamo e Pairetto ed è quindi dimostrato che parlavano solo con Moggi. 3) Non è vero che per la Corte federale la Juve non ha commesso alcun illecito: secondo i giudici, che pure hanno scritto una sentenza folle, il reticolo delle attività di Moggi era teso a condizionare tutto il campionato, non una singola gara.

Solo tre concetti, signora Ventura, ed avrebbe evitato una figura di merda!

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Io di statistica nn capisco nulla, però a rigor di bazzica 5000 anime nn possono rappresentare un intero paese...

In effetti e' vero quello che tu dici sulla statistica, non la capisci. :o

5000 anime potrebbero dare un quadro abbastanza veritiero del paese in questione, ma tutto sta nel come le scegli ed in quale cotntrollo tu abbia di quel campione.

Per il resto, 5000 e' molto ma molto piu' grande (come numero) della maggior parte delle campionature usate in industria.

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Nn comprendevo l'apertura di questo post. Io la tv nn la guardo e Simona Ventura la conosco più come proprietaria di un ristorante a Milano che come conduttrice; quanto visto ieri però è quanto di peggio si possa anche solo immaginare...

Non ho parole, lo schifo non ha proprio limite. Dico solo che non mi stupisce affatto l'amicizia triangolare Mastella-Moggi-Ventura. E' proprio vero che spesso a pensar male si sbaglia. Ma per difetto.

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In effetti e' vero quello che tu dici sulla statistica, non la capisci. :lol:

5000 anime potrebbero dare un quadro abbastanza veritiero del paese in questione, ma tutto sta nel come le scegli ed in quale cotntrollo tu abbia di quel campione.

Per il resto, 5000 e' molto ma molto piu' grande (come numero) della maggior parte delle campionature usate in industria.

Mi consola che almeno la premessa fosse corretta... :lol:

Però effettivamente se penso che la spesa pubblicitaria è condizionata dall'auditel, dallo share, un pò di dubbi mi vengono!!

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Mi consola che almeno la premessa fosse corretta... :lol:

Però effettivamente se penso che la spesa pubblicitaria è condizionata dall'auditel, dallo share, un pò di dubbi mi vengono!!

Il mio commento infatti e' : dipende da come scegli le persone e aggiungo magari anche da come le controlli.

CTLDAF

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