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Siamo/sono al ridicolo!!


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Si Finirà in tribunale, tra la Fortitudo e Frates. La strada è quella, intrapresa pochi giorni fa dal club di Martinelli (lunedì 8 gennaio, esattamente), facendo pervenire all´allenatore, che era stato esonerato il 17 novembre, una lettera di licenziamento per "giusta causa", adducendone comportamenti incresciosi ed inqualificabili. In soldoni, bestemmiava in palestra. Diranno i giudici, a questo punto, se tutto ciò è o non è una "giusta causa". Un paio di settimane addietro, a Frates era arrivata una prima comunicazione scritta. Era la constatazione d´addebito in cui gli venivano imputate offese "contro la Divinità" (testuale), che avrebbero poi mal indirizzato od educato la squadra: parole blasfeme, insomma, più comunemente bestemmie.

Questa è la singolare motivazione con la quale la Fortitudo decide di licenziare, a quasi due mesi dall´esonero, il tecnico con cui aveva avviato la stagione. L´obiettivo è sotteso: non corrispondergli alcun emolumento, giocando d´anticipo su Frates stesso, che da giorni meditava un´azione legale volta al recupero degli stipendi finora non ricevuti. Dall´inizio dell´anno, l´ex coach di Reggio Emilia avrebbe incassato attorno al 20% delle spettanze fin qui maturate: una cifra che supera di poco i 15 mila euro e che, beffardamente, non copre nemmeno i 20 mila versati di tasca propria per liberarsi dalla Bipop e impalmare, in estate, la Fortitudo.

Tutto scatta dunque il 17 novembre, all´indomani del ko col Colonia, che lo fa scendere dal carro biancoblù. L´esonero arriva in mattinata, siglato da un comunicato in cui "si ringrazia l´allenatore per il lavoro svolto". Pochi giorni dopo, Frates deposita presso la Legabasket il suo contratto di garanzia e rifiuta la transazione al ribasso proposta da Martinelli sul suo biennale. Passa un mese e l´allenatore riceve la constatazione d´addebito, ed entro i 10 giorni previsti dalla legge risponde rigettando le accuse. Gli argomenti: in due mesi di lavoro in panchina non è mai stato ammonito dal club, in forma verbale o scritta, né sanzionato d´alcunché da arbitri e giudici sportivi (manco un fallo tecnico…). La risposta della Fortitudo arriva con la lettera di licenziamento, lunedì scorso, ad imputargli «comportamenti incresciosi», poi non esposti.

Voci di liti imminenti giravano da giorni in città, ma Frates, interpellato martedì su sue azioni legali, minimizzava. Ieri però l´allenatore milanese scendeva a Bologna, a consegnare a Giuseppe Cassì, avvocato e presidente dell´Associazione Giocatori, l´intero incartamento. Poi, con un comunicato stampa redatto nel pomeriggio, rendeva noto «di aver dato mandato ai propri legali di impugnare il provvedimento, infondato ed illegittimo, a mezzo ricorso alle competenti autorità di giustizia sportiva». L´assisterà l´avvocato Enrico Cassì, fratello di Giuseppe, e più che altro già legale di Becirovic ai tempi della querelle che portò la Virtus alla radiazione.

«E´ una farsa - ha detto ieri il legale -. Martinelli ha superato ogni limite. Spiace che alla fine pagherà la società, ma qui si sta offendendo la dignità e il prestigio del vice allenatore della Nazionale. Entro il 18 gennaio impugneremo il licenziamento perché totalmente infondato nel merito e irrimediabilmente viziato nella forma, pretestuosa. La società può esonerarlo, ma non è libera di non rispettare il contratto: ora non è più questione di tre mesi non pagati, ma dell´intero importo del contratto biennale. Poi valuteremo una richiesta di risarcimento danni». Le parole di Cassì suonano durissime. Frates, che per regolamento non può più allenare da noi fino a fine stagione, reclama l´unico stipendio che può percepire quest´anno. Non si esclude, ovviamente, una nuova proposta di transazione da parte della Fortitudo e di Martinelli, molto battagliero, negli ultimi tempi, a ribattere alle voci di ritardo nei pagamenti.

Il licenziamento per giusta causa non è una novità per la Fortitudo. Nell´estate 2001, il rapporto con Recalcati s´interruppe allo stesso modo. Ma all´epoca, l´Aquila e il suo avvocato, Renato Palumbi, s´aggrapparono alle dichiarazioni "lesive" rilasciate da Charlie alla famosa conferenza di presentazione della nuova squadra. Molto diverso il caso di Frates, pagato poco e in ritardo, che si vede licenziato, due mesi dopo l´esonero, da ‘bestemmiatore´, senza alcun episodio specifico. «Non ho nulla da dichiarare - ha detto Martinelli in serata -. Parlerò nelle sedi opportune». Con 10 giorni in cui produrre le memorie difensive, da parte dell´entourage di Frates, i tempi non saranno lunghi.

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Si Finirà in tribunale, tra la Fortitudo e Frates. La strada è quella, intrapresa pochi giorni fa dal club di Martinelli (lunedì 8 gennaio, esattamente), facendo pervenire all´allenatore, che era stato esonerato il 17 novembre, una lettera di licenziamento per "giusta causa", adducendone comportamenti incresciosi ed inqualificabili. In soldoni, bestemmiava in palestra. Diranno i giudici, a questo punto, se tutto ciò è o non è una "giusta causa". Un paio di settimane addietro, a Frates era arrivata una prima comunicazione scritta. Era la constatazione d´addebito in cui gli venivano imputate offese "contro la Divinità" (testuale), che avrebbero poi mal indirizzato od educato la squadra: parole blasfeme, insomma, più comunemente bestemmie.

Questa è la singolare motivazione con la quale la Fortitudo decide di licenziare, a quasi due mesi dall´esonero, il tecnico con cui aveva avviato la stagione. L´obiettivo è sotteso: non corrispondergli alcun emolumento, giocando d´anticipo su Frates stesso, che da giorni meditava un´azione legale volta al recupero degli stipendi finora non ricevuti. Dall´inizio dell´anno, l´ex coach di Reggio Emilia avrebbe incassato attorno al 20% delle spettanze fin qui maturate: una cifra che supera di poco i 15 mila euro e che, beffardamente, non copre nemmeno i 20 mila versati di tasca propria per liberarsi dalla Bipop e impalmare, in estate, la Fortitudo.

Tutto scatta dunque il 17 novembre, all´indomani del ko col Colonia, che lo fa scendere dal carro biancoblù. L´esonero arriva in mattinata, siglato da un comunicato in cui "si ringrazia l´allenatore per il lavoro svolto". Pochi giorni dopo, Frates deposita presso la Legabasket il suo contratto di garanzia e rifiuta la transazione al ribasso proposta da Martinelli sul suo biennale. Passa un mese e l´allenatore riceve la constatazione d´addebito, ed entro i 10 giorni previsti dalla legge risponde rigettando le accuse. Gli argomenti: in due mesi di lavoro in panchina non è mai stato ammonito dal club, in forma verbale o scritta, né sanzionato d´alcunché da arbitri e giudici sportivi (manco un fallo tecnico…). La risposta della Fortitudo arriva con la lettera di licenziamento, lunedì scorso, ad imputargli «comportamenti incresciosi», poi non esposti.

Voci di liti imminenti giravano da giorni in città, ma Frates, interpellato martedì su sue azioni legali, minimizzava. Ieri però l´allenatore milanese scendeva a Bologna, a consegnare a Giuseppe Cassì, avvocato e presidente dell´Associazione Giocatori, l´intero incartamento. Poi, con un comunicato stampa redatto nel pomeriggio, rendeva noto «di aver dato mandato ai propri legali di impugnare il provvedimento, infondato ed illegittimo, a mezzo ricorso alle competenti autorità di giustizia sportiva». L´assisterà l´avvocato Enrico Cassì, fratello di Giuseppe, e più che altro già legale di Becirovic ai tempi della querelle che portò la Virtus alla radiazione.

«E´ una farsa - ha detto ieri il legale -. Martinelli ha superato ogni limite. Spiace che alla fine pagherà la società, ma qui si sta offendendo la dignità e il prestigio del vice allenatore della Nazionale. Entro il 18 gennaio impugneremo il licenziamento perché totalmente infondato nel merito e irrimediabilmente viziato nella forma, pretestuosa. La società può esonerarlo, ma non è libera di non rispettare il contratto: ora non è più questione di tre mesi non pagati, ma dell´intero importo del contratto biennale. Poi valuteremo una richiesta di risarcimento danni». Le parole di Cassì suonano durissime. Frates, che per regolamento non può più allenare da noi fino a fine stagione, reclama l´unico stipendio che può percepire quest´anno. Non si esclude, ovviamente, una nuova proposta di transazione da parte della Fortitudo e di Martinelli, molto battagliero, negli ultimi tempi, a ribattere alle voci di ritardo nei pagamenti.

Il licenziamento per giusta causa non è una novità per la Fortitudo. Nell´estate 2001, il rapporto con Recalcati s´interruppe allo stesso modo. Ma all´epoca, l´Aquila e il suo avvocato, Renato Palumbi, s´aggrapparono alle dichiarazioni "lesive" rilasciate da Charlie alla famosa conferenza di presentazione della nuova squadra. Molto diverso il caso di Frates, pagato poco e in ritardo, che si vede licenziato, due mesi dopo l´esonero, da ‘bestemmiatore´, senza alcun episodio specifico. «Non ho nulla da dichiarare - ha detto Martinelli in serata -. Parlerò nelle sedi opportune». Con 10 giorni in cui produrre le memorie difensive, da parte dell´entourage di Frates, i tempi non saranno lunghi.

;);):g[1]: Questi per mio vecchio allenatore avrebbero chiesto la condanna a morte!!!

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a me FRATES piacerebbe.... non perchè e' blasfemo !!!

Ah certo, sostituire Magnano con Frates è proprio una mossa geniale....mi incateno se dovesse succedere.

Cmq tornando al post, a pensarci bene un frates che bestemmia nn sta bene!!!

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La vicenda ha un che di grottesco.

Comunque piacevole.

Anche da queste cose bisognerebbe trarre una riflessione sull'importanza di una società seria. Cosa che noi abbiamo e che, indipendentemente dai buoni risultati sportivi, difficilmente ci farà perdere l'onore.

A differenza di altri.

Comunque piacevole.

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La vicenda ha un che di grottesco.

Comunque piacevole.

Anche da queste cose bisognerebbe trarre una riflessione sull'importanza di una società seria. Cosa che noi abbiamo e che, indipendentemente dai buoni risultati sportivi, difficilmente ci farà perdere l'onore.

A differenza di altri.

Comunque piacevole.

Anche da noi ogni tanto si sbaglia, ma quello è umano, questi qua sono diabolicamente ridicoli...

Come dici tu, piacevole vederlo in casa altrui, soprattutto se bolognesi... :boxing[1]:

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