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Una lacrima sul visto Il passaporto di Hodge mette in ansia Varese

24/08/2007 09:40

- Il Giorno -

CONCLUSA la prima settimana di lavoro, in casa varesina si respira un’aria piuttosto rilassata, frutto di un’atmosfera serena nonostante qualche nota stonata. Il primo impatto tra squadra e allenatore è stato valutato positivamente da entrambe le parti, lo stesso Mrsic è soddisfatto del lavoro svolto: «Ci stiamo allenando bene, con molto impegno - afferma il tecnico croato - ho visto la giusta intensità e determinazione». Le note stonate riguardano invece Julius Hodge e Aleksandar Capin. L’americano è ancora bloccato negli Stati Uniti dalle lungaggini burocratiche legate al visto d’ingresso per entrare in Italia. Gli uffici romani del Coni hanno finalmente passato la documentazione al consolato italiano di New York, ma le speranze di vedere a Varese l’ultimo acquisto biancorosso già questa settimana sono oramai svanite. La data limite a questo punto è il 29 agosto, giorno in cui è fissato l’allenamento congiunto tra Cimberio e atleti della Stanford University. Con la palla passata dall’Italia agli Stati Uniti, si tratta di attendere la chiamata per il ritiro del passaporto. Capin ha invece tenuto con il fiato sospeso tifosi e dirigenti per un colpo al ginocchio rimediata al Torneo dell’Acropoli, cui ha preso parte con la maglia della nazionale slovena. Dopo aver rimediato una brutta botta nel match contro l’Italia, nella partita successiva il play ha accusato un forte dolore che lo ha costretto a sedersi in panchina per non tornare più in campo nel corso dell’intero torneo. Ore di agitazione, fino alla risonanza magnetica di ieri pomeriggio: niente fratture né traumi, solo una brutta botta.

Michele Mezzanzanica

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Non è che Hodge ci rifila un bidone comeil major canturino :nono[1]::nono[1]:

Effettivamente i tempi per un visto sul passaporta mi sembrano enormemente lunghi.

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Non è che Hodge ci rifila un bidone comeil major canturino :nono[1]::nono[1]:

Effettivamente i tempi per un visto sul passaporta mi sembrano enormemente lunghi.

Sono lunghi sì, tenendo conto comunque che c'è stata di mezzo la chiusura degli uffici per le ferie d'agosto (che poi quello del CONI sia un ufficio pubblico che teoricamente non dovrebbe mai chiudere con turnazione delle ferie, questo è un altro paio di maniche). Comunque ad occhio e croce dalla data di trasferimento della pratica da Roma al consolato negli USA ci vogliono cinque giorni lavorativi per sbrigare la pratica. Inoltre l'ufficio visti del consolato italiano a New York risulta aperto dalle 9 alle 12,30 dal lunedì al venerdì.

In buona sostanza: abbiamo tutti sbagliato lavoro.

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