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Gennaro Cosmo Parlato


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La prima domanda che viene da porsi è: “E chi cazzo è Gennaro Cosmo Parlato?”.

La seconda, una volta scorsa la tracklist del suo album d’esordio è: “Ma l’operazione nostalgia non l’aveva già fatta Ivan Cattaneo venticinque anni fa?”

Tutte queste domande, e molte altre, trovano una risposta chiara ed inequivocabile già dopo i primi venti secondi della prima traccia: Gennaro Cosmo Parlato è un cantante incredibile dotato di un’estensione vocale impressionante e di una capacità interpretativa fuori dal comune (si è diplomato all’Accademia di Arte Drammatica e si vede) e Che cosa c’è di strano è tutto fuorché un’operazione nostalgia.

I pezzi, tutti di inizio anni ottanta e tutti originariamente interpretati dalle signore della nostra canzone (esclusa la sola Polvere di Enrico Ruggeri), sono stati infatti sottoposti a una destrutturazione e ristrutturazione che ha cambiato loro volto senza però tradirne la natura, prendendo spunto, da un lato dagli spettacoli in playback delle drag queen, dall’altro, dal cabaret.

Si parte con Cicale di Heather Parisi, con coro di alpini (gay?) in sottofondo, per poi passare a una Maledetta primavera (il singolo) accelerata e immersa in atmosfere yè-yè. Donatella di Rettore diventa un sirtaki, Fotoromanza un qualcosa a mezzo tra uno stornello e una tradizionale canzone francese, Sarà perché ti amo parte grave e poi si scatena in un irresistibile ballo, mentre Non voglio mica la luna si trasforma in uno struggente tango argentino (con l’inciso finale di Fatti più in là delle Sorelle Bandiera).

Una rumba triste ed emozionante diventa invece L’estate sta finendo dei Righeira, mentre Polvere si trasforma in un ballo della steppa e Comprami di Viola Valentino in un intenso bolero.

Ninna nanna di Loredana Bertè chitarra, percussioni e voce è di una bellezza travolgente, mentre Caffè nero bollente parte recitata per poi esplodere in un ritornello con un quartetto d’archi a supporto.

Nel disco ci sono poi Claudia Mori, Matia Bazar, Anna Oxa (versione country), Alice, Marcella e la Raffa nazionale, riviste e corrette tra beguine e ritmi provenienti da un’altra epoca, il tutto impreziosito da una voce, quella di Gennaro Cosmo Parlato, espressiva e raffinata che riesce a divertire e a stupire.

Una felice intuizione, insomma, questo disco, che si candida a diventare una delle rivelazioni dell’estate 2005.

Concludo con una citazione di una recensione di Matteo Bianchi, che, a mio modo di vedere, riassume perfettamente il concetto del disco: “Mentre gli altri comodamente cavalcano l’onda lunga del revival anni degli anni ’80, lui ha scelto di andare a sfracellarcisi contro. Almeno in questo, Gennaro Cosmo Parlato è eroico”.

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