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Intervista a Bianchini su Il Giorno


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- Il Giorno -

CHIAMATO a risollevare una Varese in crisi, come fece con successo nella stagione a cavallo tra i millenni, Valerio Bianchini si trova ora in enorme difficoltà. Sempre più ultima con sempre meno partite a disposizione per risalire, la sua Cimberio sembra davvero spacciata. Coach Bianchini, dopo la sconfitta con Roma ha detto di aver comunque visto dei miglioramenti: a cosa si riferiva?

«Nel secondo quarto ho visto una squadra che ha giocato con l’intensità giusta: bene, dobbiamo metterci in testa che il nostro obiettivo è tenere questo atteggiamento lungo tutto l’arco della partita. La situazione è difficile, anche dal punto di vista esterno, ma dobbiamo serrare le fila e lottare. Occorrono lacrime, sudore e sangue, come diceva Winston Churchill».

Difficile però pensare che la squadra si svegli di colpo, se finora i risultati sono questi: a cosa bisogna aggrapparsi per sperare ancora?

«Sono stati fatti degli innesti su un tessuto fragile, stanno cominciando a dare i loro risultati. Brown ha dimostrato di essere un talento offensivo, ora mi aspetto che diventi uomo squadra anche dal punto di vista della costruzione del gioco e del coinvolgimento dei compagni. Purtroppo l’infortunio a Skelin è molto grave, ma Lloreda può solo crescere e diventare così più incisivo: domenica ha fatto vedere buone cose, anche se è leggermente soprappeso. Poi ci sono i punti di riferimento che c’erano anche prima che arrivassi, come Galanda, che ha giocato molto bene, e Beck, che purtroppo ha avuto una giornata no, ma spero si tratti di un episodio».

Beck che però andrà via, se arriverà Holland: giusto?

«Ho dato la mia disponibilità alla trattativa con Holland perché dobbiamo rafforzarci nel ruolo di 3, dato che Beck è essenzialmente una guardia. Delonte ha più fisico e ci darebbe qualcosa in più anche a rimbalzo».

Come è possibile trovare il giusto amalgama con questa continua girandola di nomi?

«Purtroppo questo è un problema di tutto il campionato, che non riesce a trovare una legislazione più consona alle esigenze tecniche delle squadre».

Così tocca agli allenatori operare scelte drastiche: è piuttosto chiaro che ha deciso di puntare su un gruppo ristretto di giocatori a discapito di altri.

«Si tratta di scelte tecniche. L’ingaggio di Brown è avvenuto perché serviva maggiore corposità in regia, dato che Capin e Passera erano troppo leggeri. Marco è rimasto così sacrificato, ma rimane comunque importante perché non si sa mai cosa può succedere. Diverso il discorso per Boscagin, che ha recuperato dall’infortunio ma difetta ancora di quell’ardore agonistico che lo contraddistingueva».

Mic. Mez.

Varese sotterra la rinascita dopo mezza stagione

09/01/2008 09:39

Tre vittorie, 15 sconfitte e la coppia di ferro delle scelte estive, Chiapparo-Castiglioni, già arrivata al capolinea

- Il Giorno -

MAGGIO 2007: dopo due stagioni d’assenza, Varese riconquista i playoff e gioca un’entusiasmante serie di quarti di finale con gli storici rivali di Milano. L’allora Whirlpool esce di scena con onore e pure qualche rimpianto, tra arbitraggi discussi e lutti familiari che determinano forfait eccellenti dell’ultimo minuto. Sembra l’inizio di una rinascita dopo tante stagioni incolori, la prima pietra per un futuro che non potrà mai ripetere i fasti di un passato morto e sepolto, ma sarà comunque in grado di ritagliare per Varese un posto onorevole nel basket contemporaneo. Non certo i tricolori e le coppe Campioni dei tempi di Raga, Morse, Dino Meneghin e tutti gli altri, ma un’onorevole posizione tra le prime forze del basket italiano.

GENNAIO 2008: la squadra è ultima e solitaria in classifica, con 15 sconfitte e 3 vittorie. L’amministratore delegato, il numero due della gerarchia societaria, sta trattando l’uscita di scena con il presidente. Gianni Chiapparo e Claudio Castiglioni, la coppia di ferro, è già al capolinea in poco più di sei mesi. Non poteva essere diversamente, dato che tutte le decisioni più importanti dalla scorsa estate a oggi sono state prese, o comunque avvallate, dai due massimi dirigenti. Il vecchio patron Gianfranco Castiglioni si era infatti definitivamente fatto da parte al termine dell’ultima stagione, lasciando mani libere al figlio, che a sua volta si è affidato a Gianni Chiapparo. L’artefice dello scudetto della Stella ai tempi della gestione Bulgheroni, il dirigente fatto in casa che conosce perfettamente l’ambiente.

Il passaggio di consegne diventa chiaro a fine giugno, quando viene dato il benservito a Ruben Magnano, pupillo di Castiglioni sr. L’idea di fondo è che la rigidità dell’allenatore argentino sia una gabbia che non permette alla squadra di liberare tutto il suo potenziale. Meglio affidarsi a un tecnico giovane e di tutt’altra impostazione come Veljko Mrsic, affiancato da altri due ragazzi del ’99 quali Vescovi e Meneghin. Il secondo imperativo è svecchiare la squadra e italianizzarla quanto più possibile: via Keys e Carter (pagato per andarsene), dentro Passera e Boscagin. Comincia la rivoluzione copernicana.

LA PIAZZA si divide tra pro e anti Magnano, ma la nuova rotta indicata dal duo Chiapparo-Castiglioni raccoglie più consensi che critiche. Oltretutto, a luglio arriva la notizia che la società ha trovato uno sponsor solido e affidabile come Cimberio. A portarlo a Varese sono stati i buoni uffici di Gianni Chiapparo, che in questo momento tocca forse il suo momento di maggior popolarità. A portare acqua al nuovo progetto contribuisce anche il buon precampionato della squadra, che colleziona prestazioni convincenti nonostante sia priva dei maggiori colpi estivi. I guai sono però dietro l’angolo, e riguardano proprio i pezzi pregiati del mercato. Il giovane polacco Pietras non è ancora in grado di offrire quei 10’ di sostanza che gli si accreditavano, mentre Julius Hodge è un autentico enigma. «È essenzialmente un penetratore, ora ci manca il tiratore che possa sfruttare gli spazi da lui creati, ma quando arriverà Beck sarà diverso»: questo il ritornello di moda in via Sanvito in quel periodo. Poi finalmente arriva Beck, che tra l’altro si dimostra tutto tranne che un tiratore puro, e Hodge viene cacciato a Scafati. Nel frattempo anche l’altro americano Melvin, eroe del precampionato, si è perso per strada e non azzecca una partita.

I NODI cominciano a venire al pettine, la squadra veloce e sbarazzina si rivela fragile fisicamente e povera tecnicamente. Non è ancora dicembre, ma a Varese è già tempo di grandi manovre tra campo e panchina. Arrivano Bianchini, Skelin e la meteora Babrauskas, più tardi arriverà anche Brown, ma le sconfitte rimangono una costante domenicale. Ci si mette pure la sfortuna, che toglie di mezzo il centro croato, l’unico in grado di incidere sugli equilibri della squadra.

La rabbia dei tifosi cresce così di giornata in giornata, soprattutto quella degli ultras, che in Curva nord espongono uno striscione eloquente: «Chiapparo vattene». È lui il bersaglio designato. La società nicchia, forse spera che un paio di vittorie rasserenino l’ambiente. Ma questa Cimberio sa solo perdere, e alla fine anche lo struzzo è costretto a tirare la testa fuori dalla sabbia. Gianni Chiapparo è il primo a pagare il prezzo di questa sciagurata stagione. Lui che ha commesso più errori di altri. Lui che è stato l’unico ad ammetterli.

Michele Mezzancanica

Edited by pxg14
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«Nel secondo quarto ho visto una squadra che ha giocato con l’intensità giusta: bene, dobbiamo metterci in testa che il nostro obiettivo è tenere questo atteggiamento lungo tutto l’arco della partita. La situazione è difficile, anche dal punto di vista esterno, ma dobbiamo serrare le fila e lottare. Occorrono lacrime, sudore e sangue, come diceva Winston Churchill».

Difficile però pensare che la squadra si svegli di colpo, se finora i risultati sono questi: a cosa bisogna aggrapparsi per sperare ancora?

«Sono stati fatti degli innesti su un tessuto fragile, stanno cominciando a dare i loro risultati. Brown ha dimostrato di essere un talento offensivo, ora mi aspetto che diventi uomo squadra anche dal punto di vista della costruzione del gioco e del coinvolgimento dei compagni. Purtroppo l’infortunio a Skelin è molto grave, ma Lloreda può solo crescere e diventare così più incisivo: domenica ha fatto vedere buone cose, anche se è leggermente soprappeso. Poi ci sono i punti di riferimento che c’erano anche prima che arrivassi, come Galanda, che ha giocato molto bene, e Beck, che purtroppo ha avuto una giornata no, ma spero si tratti di un episodio».

Beck che però andrà via, se arriverà Holland: giusto?

«Ho dato la mia disponibilità alla trattativa con Holland perché dobbiamo rafforzarci nel ruolo di 3, dato che Beck è essenzialmente una guardia. Delonte ha più fisico e ci darebbe qualcosa in più anche a rimbalzo».

Come è possibile trovare il giusto amalgama con questa continua girandola di nomi?

«Purtroppo questo è un problema di tutto il campionato, che non riesce a trovare una legislazione più consona alle esigenze tecniche delle squadre».

Così tocca agli allenatori operare scelte drastiche: è piuttosto chiaro che ha deciso di puntare su un gruppo ristretto di giocatori a discapito di altri.

«Si tratta di scelte tecniche. L’ingaggio di Brown è avvenuto perché serviva maggiore corposità in regia, dato che Capin e Passera erano troppo leggeri. Marco è rimasto così sacrificato, ma rimane comunque importante perché non si sa mai cosa può succedere. Diverso il discorso per Boscagin, che ha recuperato dall’infortunio ma difetta ancora di quell’ardore agonistico che lo contraddistingueva».

Mic. Mez.

Varese sotterra la rinascita dopo mezza stagione

09/01/2008 09:39

Tre vittorie, 15 sconfitte e la coppia di ferro delle scelte estive, Chiapparo-Castiglioni, già arrivata al capolinea

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MAGGIO 2007: dopo due stagioni d’assenza, Varese riconquista i playoff e gioca un’entusiasmante serie di quarti di finale con gli storici rivali di Milano. L’allora Whirlpool esce di scena con onore e pure qualche rimpianto, tra arbitraggi discussi e lutti familiari che determinano forfait eccellenti dell’ultimo minuto. Sembra l’inizio di una rinascita dopo tante stagioni incolori, la prima pietra per un futuro che non potrà mai ripetere i fasti di un passato morto e sepolto, ma sarà comunque in grado di ritagliare per Varese un posto onorevole nel basket contemporaneo. Non certo i tricolori e le coppe Campioni dei tempi di Raga, Morse, Dino Meneghin e tutti gli altri, ma un’onorevole posizione tra le prime forze del basket italiano.

GENNAIO 2008: la squadra è ultima e solitaria in classifica, con 15 sconfitte e 3 vittorie. L’amministratore delegato, il numero due della gerarchia societaria, sta trattando l’uscita di scena con il presidente. Gianni Chiapparo e Claudio Castiglioni, la coppia di ferro, è già al capolinea in poco più di sei mesi. Non poteva essere diversamente, dato che tutte le decisioni più importanti dalla scorsa estate a oggi sono state prese, o comunque avvallate, dai due massimi dirigenti. Il vecchio patron Gianfranco Castiglioni si era infatti definitivamente fatto da parte al termine dell’ultima stagione, lasciando mani libere al figlio, che a sua volta si è affidato a Gianni Chiapparo. L’artefice dello scudetto della Stella ai tempi della gestione Bulgheroni, il dirigente fatto in casa che conosce perfettamente l’ambiente.

Il passaggio di consegne diventa chiaro a fine giugno, quando viene dato il benservito a Ruben Magnano, pupillo di Castiglioni sr. L’idea di fondo è che la rigidità dell’allenatore argentino sia una gabbia che non permette alla squadra di liberare tutto il suo potenziale. Meglio affidarsi a un tecnico giovane e di tutt’altra impostazione come Veljko Mrsic, affiancato da altri due ragazzi del ’99 quali Vescovi e Meneghin. Il secondo imperativo è svecchiare la squadra e italianizzarla quanto più possibile: via Keys e Carter (pagato per andarsene), dentro Passera e Boscagin. Comincia la rivoluzione copernicana.

LA PIAZZA si divide tra pro e anti Magnano, ma la nuova rotta indicata dal duo Chiapparo-Castiglioni raccoglie più consensi che critiche. Oltretutto, a luglio arriva la notizia che la società ha trovato uno sponsor solido e affidabile come Cimberio. A portarlo a Varese sono stati i buoni uffici di Gianni Chiapparo, che in questo momento tocca forse il suo momento di maggior popolarità. A portare acqua al nuovo progetto contribuisce anche il buon precampionato della squadra, che colleziona prestazioni convincenti nonostante sia priva dei maggiori colpi estivi. I guai sono però dietro l’angolo, e riguardano proprio i pezzi pregiati del mercato. Il giovane polacco Pietras non è ancora in grado di offrire quei 10’ di sostanza che gli si accreditavano, mentre Julius Hodge è un autentico enigma. «È essenzialmente un penetratore, ora ci manca il tiratore che possa sfruttare gli spazi da lui creati, ma quando arriverà Beck sarà diverso»: questo il ritornello di moda in via Sanvito in quel periodo. Poi finalmente arriva Beck, che tra l’altro si dimostra tutto tranne che un tiratore puro, e Hodge viene cacciato a Scafati. Nel frattempo anche l’altro americano Melvin, eroe del precampionato, si è perso per strada e non azzecca una partita.

I NODI cominciano a venire al pettine, la squadra veloce e sbarazzina si rivela fragile fisicamente e povera tecnicamente. Non è ancora dicembre, ma a Varese è già tempo di grandi manovre tra campo e panchina. Arrivano Bianchini, Skelin e la meteora Babrauskas, più tardi arriverà anche Brown, ma le sconfitte rimangono una costante domenicale. Ci si mette pure la sfortuna, che toglie di mezzo il centro croato, l’unico in grado di incidere sugli equilibri della squadra.

La rabbia dei tifosi cresce così di giornata in giornata, soprattutto quella degli ultras, che in Curva nord espongono uno striscione eloquente: «Chiapparo vattene». È lui il bersaglio designato. La società nicchia, forse spera che un paio di vittorie rasserenino l’ambiente. Ma questa Cimberio sa solo perdere, e alla fine anche lo struzzo è costretto a tirare la testa fuori dalla sabbia. Gianni Chiapparo è il primo a pagare il prezzo di questa sciagurata stagione. Lui che ha commesso più errori di altri. Lui che è stato l’unico ad ammetterli.

Michele Mezzancanica

proclami di mea culpa rilasciati ai giornali non mi fanno migliorare l'umore...lui ha ammesso, ma forse qualcun altro dovrebbe seguire il suo esempio...

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Per carità, ammesso ha ammesso, ha anche presentato le dimissioni. Ritengo maggiormente colpevole, ora come ora, chi ripete le solite stantìe tiritere ai giornali e chi, in società, non si accorge di avere un figlio cestisticamente parlando deleterio.

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Per carità, ammesso ha ammesso, ha anche presentato le dimissioni. Ritengo maggiormente colpevole, ora come ora, chi ripete le solite stantìe tiritere ai giornali e chi, in società, non si accorge di avere un figlio cestisticamente parlando deleterio.

esattamente quello che intendevo :frantics:

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Per carità, ammesso ha ammesso, ha anche presentato le dimissioni. Ritengo maggiormente colpevole, ora come ora, chi ripete le solite stantìe tiritere ai giornali e chi, in società, non si accorge di avere un figlio cestisticamente parlando deleterio.

Ritengo maggiormente colpevole chi ha respinto le di lui dimissioni per mantenerlo con ruolo marginale all'interno della società, sull'onda Mrsiic... :frantics:

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Gianni Chiapparo è il primo a pagare il prezzo di questa sciagurata stagione. Lui che ha commesso più errori di altri. Lui che è stato l’unico ad ammetterli.

Michele Mezzancanica

Mezza: molto bene.

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Bianchini ha espresso un concetto allucinante: viste la confusione normativa rigurdante i tesseramenti, allora è giusto creare girandole di giocatori!!!???? Ma che cosa intendeva dire, che siccome si può fare, allora si deve per forza operare all'infinito con tesseramenti e cessioni?

Su Beck: se lo considera una guardia, che cedano Capin e si tengano il Messicano, come potenzialità e applicazione credo non ci sia nemmeno da discutere.

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Bianchini ha espresso un concetto allucinante: viste la confusione normativa rigurdante i tesseramenti, allora è giusto creare girandole di giocatori!!!???? Ma che cosa intendeva dire, che siccome si può fare, allora si deve per forza operare all'infinito con tesseramenti e cessioni?

Su Beck: se lo considera una guardia, che cedano Capin e si tengano il Messicano, come potenzialità e applicazione credo non ci sia nemmeno da discutere.

possiamo benissimo tenerli tutti e 2..tanto nn arriva + nessuno:::

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Bianchini ha espresso un concetto allucinante: viste la confusione normativa rigurdante i tesseramenti, allora è giusto creare girandole di giocatori!!!???? Ma che cosa intendeva dire, che siccome si può fare, allora si deve per forza operare all'infinito con tesseramenti e cessioni?

Su Beck: se lo considera una guardia, che cedano Capin e si tengano il Messicano, come potenzialità e applicazione credo non ci sia nemmeno da discutere.

Quello che Bianchini dice di Beck ora, suona come una marcia indietro rispetto a quello che ha detto domenica, vuoi vedere che è perchè Delonte non vuole venire a Varese!?

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Quello che Bianchini dice di Beck ora, suona come una marcia indietro rispetto a quello che ha detto domenica, vuoi vedere che è perchè Delonte non vuole venire a Varese!?

Mi ripeto, VERGOGNA per come stanno trattando Beck !! :frantics::sick:

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Bianchini ha espresso un concetto allucinante: viste la confusione normativa rigurdante i tesseramenti, allora è giusto creare girandole di giocatori!!!???? Ma che cosa intendeva dire, che siccome si può fare, allora si deve per forza operare all'infinito con tesseramenti e cessioni?

Su Beck: se lo considera una guardia, che cedano Capin e si tengano il Messicano, come potenzialità e applicazione credo non ci sia nemmeno da discutere.

Sembra gli sia anche venuto il dubbio che Boscagin si potesse buttare in campo prima, visto che sembrava difendere. Però era troppo preso nel gustare il miglioramento complessivo della squadra e la qualtà di Brown per pensare a questi dettagli.

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Mi ripeto, VERGOGNA per come stanno trattando Beck !! :thumbdown[1]::devil:

ma io non li capisco proprio..... aveva ragione chi diceva che a capo della società ( e pure bianchini) c'è una ...!!!!

Edited by Silver Surfer
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Mi ripeto, VERGOGNA per come stanno trattando Beck !! :rolleyes::P

Adesso è cotto a puntino.

Se resta con che spirito giocherà (ed evitiamo battute sugli alcoolici, che ci hanno già pensato altri)?

Sa di essere stato scaricato e che sarà bersagliato al primo pallone sbagliato.

Chi potrebbe giocare bene in una consizione simile?

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Adesso è cotto a puntino.

Se resta con che spirito giocherà (ed evitiamo battute sugli alcoolici, che ci hanno già pensato altri)?

Sa di essere stato scaricato e che sarà bersagliato al primo pallone sbagliato.

Chi potrebbe giocare bene in una consizione simile?

Guarda, personalmente ricorrerei alle "letterine" per sostenerlo, alla faccia degli "ubriachi"& co.......

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