Lucaweb Posted May 28, 2008 Share Posted May 28, 2008 (edited) Scritto da: Massimo Turconi Non c’è solo agitazione. Non c’è solo incertezza. Non c’è solo risentimento. In casa Pallacanestro Metis Varese c’è anche chi, coime Sandrino De Pol, in un momento di bailamme e generale scoramento, manifesta serenità, tranquillità e fiducia. Sarà per la forza regalatagli dalle tristi e annose vicende passate. Sarà perché in carriera ha vissuto situazioni ben più ingarbugliate. Sarà perché dopo il buon campionato da poco concluso, De Pol, non ha proprio voglia di rovinarsi la vita con pensieri “pesanti”. Quindi e al contrario lancia messaggi positivi e, qualora ve ne fosse bisogno, “consigli per gli acquisti” partendo esattamente da quel secco 0-3 subito contro la MPS Siena. «Lo ammetto - dice De Pol - il nostro finale di stagione è stato assolutamente indegno e poco rispettoso dell’affetto e del calore che i tifosi ci hanno sempre dimostrato. Ma analizzare la nostra annata pensando solo a ciò che ci è capitato da marzo in avanti sarebbe comunque ingiusto. Da un certo punto in poi la nostra squadra non è stata più la stessa perché sono cambiati gli uomini, la chimica e anche gli equilibri. Non è stata più la stessa perché, strada facendo, ha perso giocatori importanti e ha sofferto per infortuni che, in situazioni analoghe, avrebbero sensibilmente condizionato anche altre formnazioni. Quello che voglio dire è che senza tutta questa lunga, stressante, serie di interferenze, Varese sarebbe arrivata a mio giudizio certamente tra le prime 4 e tutta la nostra avventura avrebbe avuto contorni e risvolti ben diversi. So che alle mie affermazioni manca una valida controprova, ma ho ugualmente questa sensazione e me la tengo ben stretta». - Quindi, è il caso di parlare di meriti e colpe... «Non mi è mai piaciuto discriminare e segnare sulla lavagna buoni e cattivi. Per esperienza posso dire che nei gruppi vincenti a funzionare al meglio sono tutte le voci: giocatori, allenatori, staff medico-sanitario e società. Viceversa, se qualcosa non va per il verso giusto, eventuali colpe sono da attribuire a tutti i componenti. Pertanto, tutti bravi nel periodo d’oro e tutti da cacciare in un angolo a meditare dopo il deludente epilogo. Inutile fare graduatorie perché evidentemente se le cose vanno male ognuno deve avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e dire: ho sbagliato. Noi giocatori, nella seconda parte del campionato non abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo. Adesso, tocca ad altri espiare... - Chi voterebbe come protagonisti dell’anno? «Anche in questo caso le mie risposte si discostano poco e, in generale, dico che nel periodo d’oro i meriti sono stati comuni. Credo di non scoprire nulla affermando che la buona sintonia tra il gruppo italiano e gli stranieri aveva prodotto vittorie e bel gioco. Scendendo nello specifico dico che Jerry Mc Cullough ha recitato per molto tempo il ruolo della punta di diamante ma sono stato colpito anche dalla classe di Farabello e mi ha fatto piacere assistere ai progressi di Allegretti e Bolzonella. A ben pensarci, gli unici aspetti che mi provocano un briciolo di rammarico riguardano l'infortunio capitato a Meneghin che ci ha privato di un giocatore “leader” e la mancata esplosione di Pavel Podkolzine che solo per tratti molto limitati ha messo in mostra il suo potenziale del quale, invece, avremmo avuto molto bisogno. — - Qual è il suo bilancio personale? «Personalmente sono contento perché, dopo un lungo periodo di inattività, sono finalmente riuscito a disputare un campionato intero e senza pause. Per me è stato come rinascere e non ringrazierò mai abbastanza Varese per l’opportunità offerta e la fiducia dimostrata. Avevo bisogno di stare in campo, giocare tanto, migliorare i meccanismi mentali e di gioco; con Varese sono riuscito a farlo e questa è stata la risposta più bella e significativa da dedicare soprattutto a quegli scettici che, malignamente, mi avevano già appiccicato addosso un’etichetta: finito». - Invece, in teoria, lei è uno dei pochi che nella prossima stagione potrebbe restare per effetto di un pezzo di carta... Spieghi qual è il rapporto che la lega a Varese e quali sono sue prospettive per il futuro... «Ho ancora infatti un anno di contratto e il mio desiderio è proprio quello di rimanere a Varese - commenta semplicemente Sandrino - perché è ormai la mia città adottiva. La mia recente esperienza con la Fortitudo mi ha insegnato che il contratto, nel nostro mondo, è un aspetto abbastanza aleatorio. Ma io ci metto la volontà e il piacere di rimanere alla Metis. Di più, in vista della prossima stagione, mi piacerebbe ripartire con lo stesso gruppo perché sono convinto che ci manchi veramente pochissimo, magari solo un pizzico di fortuna in più, per fare il salto di qualità ed entrare stabilmente nell’élite del basket italiano. Quindi, non capisco il senso di quei progetti che, se sono verosimili, implicherebbero uno smantellamento del gruppo italiano che, a mio parere, rappresenta un patrimonio e il punto di continuità di un ciclo non chiuso» «Spero a questo punto - continua De Pol - che dirigenti e tecnici chiariscano obiettivi e traguardi per il futuro, tenendo nella giusta considerazione anche il parere dei giocatori più esperti e rodati. A questo punto, nonostante un accordo già in tasca, non mi resta che aspettare...». Massimo Turconi Edited May 31, 2008 by Lucaweb Link to comment Share on other sites More sharing options...
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