Lucaweb Posted May 28, 2008 Share Posted May 28, 2008 (edited) Scritto da:Giancarlo Pigionatti Non esistono progetti senza precisi obiettivi, gli uni e gli altri hanno bisogno di un giusto rapporto tra idee (chiare) e operazioni (realizzabili). Se si hanno gran belle idee ma non i soldi per realizzarle se viceversa si hanno risorse finanziare ma si compiono cattive scelte si possono fare i più bei discorsi del mondo ma i risultati che ci attenderanno saranno tristi. Elementare, Watson! Anzi banale ed ovvio, tuttavia è capitato e può capitare, anche nelle migliori famiglie. In questo momento, al di là di qualche cattivo pensiero (autorizzato da certe impressioni) non sappiamo bene come si muoverà Varese, tuttavia e fortunatamente, per quel fremito di novità che s’agitano, c’è sicuramente un futuro. E di questi tempi, in cui bisogna tirare la cinghia se non vendere il “bel giocattolo”, quando non sia già rotto, non accade dappertutto. Varese, invece, continua grazie ai Castiglioni, per voglia o perforza mecenati. La brutta figura del mancato pagamento dei contributi di previdenza-giocatori, saldato dalla società, come puntualizza il vicepresidente. è ormai alle spalle e dev ‘essere considerato soltanto un piccolo “pasticcio” amministrativo. Chiedersi se Varese sarà iscritta al prossimo campionato, ci sembra di fare torto al realismo e al prestigio dei Castiglioni ma tant’è abbiamo pure la conferma, seppur superflua, del giovane proprietario. Ma quale squadra sarà? La domanda resta tale sino a nuovi e veri segnali, non di fumo, in realtà e sin qui s’è eccepito sui possibili effetti di certe idee. Che Cadeo aveva in testa e che ha propugnato ma che potrebbe un pochino correggere dovendo ragionevolmente scendere dal trono del suo assolutismo, sempre che non sia mera presunzione la sua considerandosi fors‘anche il più bravo di tutti nella famosa serie d’oro per scendere a "patti terreni” con un sensato realismo, il che gli farà onore avendo a cuore il potenziale della squadra. Spesso, su queste colonne, abbiamo pizzicato il tecnico, preoccupati dai suoi progetti, invero coraggiosi e affascinanti ma non privi di insidie e pericoli. Probabilmente abbiamo fatto un processo alle intenzioni, mai però una guerra personale, tenendo alle sorti della squadra ma pure dello stesso allenatore che sarebbe il primo a pagare, e di tasca sua, qualora non arrivassero i risultati. Non è stata, però, una ,nostra fantasiosa impressione la voglia di fare ‘piazza pulita” nella vecchia guardia, da parte dell’allenatore,fors’anche per non dover essere più “ostaggio” di quei “senatori’ che, in occasione dell ‘addio di Dodo Rusconi, lo scelsero preferendolo a Pillastrini o, comunque, a un allenatore esterno. Se è comprensibile il suo stato d’animo, lo è meno un così indiscriminato e totale progetto a favore dei giovani, in ogni caso ancora tutto da dimostrare e da verificare, se è vero che lo stesso allenatore sembra orientato verso elementi che abbiano superato i venticinque anni. Già, i giovani. Sembra diventato l’argomento del giorno, battendo Varese già questa strada, soprattutto d’una varesinità che avvalora il raccolto dei “‘frutti del proprio albero’. Ma Varese, ora come ora, può vantare solo Bolzonella e Allegretti, visto cime Dabkus, al di là della sua condizione (di comunitario sì, comunitario no), dovrebbe essere ceduto per farsi le ossa. In realtà di naif c’è poco, nemmeno avessimo Belinelli, Mancinelli e Cotani da affiancare ai nostri amati beniamini per inneggiare alla linea verde. In compenso c’è una stagione alle spalle che, tanto strana e controversa, per dire di uno sciagurato finale, merita un ‘attenta e profonda lettura per trarre adeguate riflessioni. Innanzitutto una nel fare attenzione a traumatiche operazioni chirurgiche se da un corpo (dell’attuale squadra) si vuoi eliminare, per così, dire lo scheletro. Non resta allora che augurarsi una salutare dialettica societaria, quindi operazioni di mercato da parte di colui che in un club fa camminare le possibilità finanziarie della proprietà e gli ideali dell’allenatore a fianco delle ‘ragioni di stato’ che qui sono rappresentate da una storia gloriosa e da un pubblico il quale non chiede la luna ma quei risultati che lo ripaghino dei suoi entusiasmi. Dunque, la figura di Mario Ghiacci, come general manager, diventa cruciale, affinché attraverso la sua esperienza, si possano individuare quei giocatori che, scelti o no dal tecnico, garantiscano un promettente potenziale tecnico. Un po’ dappertutto è la società a fare la squadra e il tecnico la guida come se l’avesse scelta lui. In verità Cadeo, quando propugna il nuovo, non è un matto da legare se si intendono alcuni cambiamenti, quindi anche degli addii dolorosi, dovendo ogni stratega avere mani libere e non legate da sentimentalismi. Dunque, nessuna preclusione a qualche cambiamento ma attenti a fare ‘tabula rasa’. Sin qui ci siamo battuti per una conferma di Cecco Vescovi e di Jerry Mc Cullough spiegando le ragioni del nostro tifo. Il play americano ha marchiato a fuoco il periodo di furore di Varese e, se è calato terribilmente nel finale, lo spiegano motivi che nulla hanno a che vedere con la sua presenza tecnica. Una diversa gestione, probabilmente, avrebbe evitato a Mc Cullough di rimediare figuracce non essendosi certo imbrocchito di colpo. Ben sappiamo come sia nevralgico un regista, sostituirlo convenientemente, al di là di quanto pretenda Jerry (e per due stagioni garantite) resta un‘operazione rischiosa. Vescivi è stato il vero leader nel finale di stagione dimostrando d’essere integro fisicamente nonché indiscutibile punto di riferimento tecnico e morale. Non c’è dubbio, Cecco vuol continuare, sorretto dal suo eterno e smisurato orgoglio, dovendo la società accordargli, fosse anche per riconoscenza, il privilegio di prendere quella decisione che lo riguarda e come evoca pure un incredibile primato di presenze nella storia del basket italiano. Certo nun è questo il fine di una conferma, in verità le sue fortune, sin che Vescovi riuscirà a esprimersi da par suo, coincideranno con quelle della sua Varese. In sintesi se la linea giovane sottintende più realisticamente una politica di grande rigore dovuta a un budget di spesa necessariamente risicato, non resta che rispettarla e comprenderla in virtù di una una continuità che, di questi tempi, resta il bene più prezioso nella città dei canestri. Ma, si diceva, si dev’essere chiari sin dal principio affinché strategie e movimenti, se pur rischiosissimi seppur con una loro ragione d’essere, trovino consensi. Sicuramente l’equilibrio sta nel mezzo, anche per quel ragionevole dubbio di un pericolo che potrebbe un giorno diventare irreparabile. Ma, fatti gli scongiuri, prima di giudicare, aspettiamo... <br>Giancarlo Pigionatti Edited May 31, 2008 by Lucaweb Link to comment Share on other sites More sharing options...
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