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Posted (edited)

Scritto da: Giancarlo Pigionatti

Basta il nome, quello ai Varese, per accendere le luci della ribalta. Se poi esso sta scritto sulle maglie, il suo fascino trova immediata visibilità attraverso un inconfondibile e storico marchio di fabbrica, al di là degli stessi risultati.

Se pensiamo a quello scudetto cucito su maglie senza sponsor ma con un gallone al posto del nome di Varese, ci ribolle ancora oggi il sangue ma quella è una storia vecchia, tanta acqua è passata sotto i ponti e va detto che la rinuncia, di allora, a un abbinamento commerciale da parte della società era stata coraggiosamente ipotizzata per conclamare la partecipazione di un importante pool di sponsor che Edoardo Bulgheroni, aprendo le porte della società, aveva promosso e sviluppato.

Qualche cosa di simile sta accadendo oggi attraverso la capitalizzazione di diversi contribuenti, in denaro o cambio merce, con circa 800.000 euro incamerati che corroborano l'obiettivo della famiglia Castiglioni che mira a garantire la continuità di una realtà così importante attraverso una graduale riduzione del disavanzo tra costi di gestione e incassi, pur dovendo, ad ogni stagione, iniettare alla contabilità biancorossa proprie risorse non senza il desiderio di puntare su una squadra vieppiù competitiva.

E con i chiari di luna dei nostri giorni, non si può certo pretendere che una sola famiglia si dissangui pur di far divertire (sempre che ogni volta vi riesca) una città, se non un 'intera provincia. Mecenati oggi non ce ne sono, né tantomeno sopravvivono quei "ricchi scemi" che s'usava definire i proprietari sperperanti dei club di calcio d'una volta, sempre che non fossero in realtà dei romantici Don Chisciotte.

Morale ovvia: più soldi entrano nelle casse e maggiori sono le probabilità di arricchire il potenziale tecnico della squadra del cuore, a meno di scelte miopi o avventuristiche, che verrebbero, comunque e presto, a galla.

Milano, ora come ora, tanto per fare un paragone, può vantarsi d'avere messo insieme cinque milioni e rotti ai euro per il proprio budget con la prospettiva di un sintomatico aumento nel tempo, Varese sta abbastanza sotto ma può essere orgogliosa di quel suo "esercito della salvezza" qual è quello degli abbonati che, tradotti in dobloni, sono circa 2700 se non qualcuno in più, invero solo qualche centinaio di fedelissimi in meno rispetto alla scorsa stagione, nonostante il gran subbuglio dell'estate.

E' pur vero che il dato dell'ormai conclusa campagna

abbonamenti, peraltro molto pubblicizzato, è di 3.242 tessere ma in questa somma sono comprese quelle omaggio, sennò tanto vale praticare l'ingresso gratuito e sicuramente avremmo i tifosi aggrappati ai canestri del Palalgnis, visto che il basket, sotto le prealpi, tira sempre e forte.

A questo punto c'è ancora qualche cosa da fare, per battere cassa e accrescere la tranquillità economica, per dire di sostanziose risorse spendibili sul mercato, avendo Varese la possibilità, val la pena ricordarlo, di ingaggiare due extracomunitari, basti pensare ora come ora al "centrone" che non c'è, visto il "preoccupante" Bowdler, almeno così lo definisce lo stesso giovane Castiglioni, al di là di alte definizioni sin qui intonabili alle prestazioni dell'americano o irlandese che sia, molto balbettante e non più giovincello.

Il primo pensiero corre quindi allo sponsor principale che, qualora vi fosse, potrebbe garantire suppergiù 500.000 euro, tanto per tener buone le proposte delta Metis, al di là delle modalità e delle condizioni poste doll'azienda milanese, sin qui molto dibattute e rimaste a metà strada... delle parti che non s'intendono (o che non vogliono intendersi), ciascuna con le proprie ragioni.

La Metis, per fare un breve passo indietro, era pronta a riconoscere un fìsso di 300.000 euro, quindi 100.000 come premio play off e 100.000 nell'eventualità di una decine di presenze in tivù, scalabili se esse dovessero risultare inferiori. Varese avrebbe desiderato maggior entusiasmo da parte dell'azienda milanese, in virtù dei tre anni anni di un così proficuo abbinamento, per dire di un suo tentativo di fuga, seppur con altro marchio, verso Milano, abortito poi sul nascere.

Un pò ' di tempo è passato e l'entourage della Metis è rimasto col cuore - spiega l'amministratore delegato Donadoni - a Varese, pure pronto a rinnovare la sponsorizzazione. Il giovane Castiglioni che, a suo dire, mai ha chiuso la porta ai vecchi sponsor, tiene a far sapere, pur con un'altra chance commerciale in serbo, d'essere disposto a trattare con l'azienda milanese ma avverte: «Su soldi veri, non virtuali».

Il messaggio è di quelli da intendere (per gli interessati) e senza alcun fraintendimento, ribadendo il vicepresidente la sua apertura alla Metis facendo comodo, secondo il principio cui s'accennava, i soldi di tutti, a maggior ragione quelli di cari vecchi compagni d'avventura.

Non solo ma Donadoni, su queste colonne, ipotizza la possibilità di intervenire a gennaio con un extracomunitario da regalare a Varese e con tutto quel che ne seguirà in battage pubblicitario. Le idee non costano, questa può forse valere come messaggio al club biancorosso il quale s'aspetta solo segnali concreti.

Un'intesa, auspicabile sin d'ora, potrà trovare realizzazione se entrambe le società riscopriranno il piacere di camminare a fianco per il bene della squadra e del suo futuro.

Giancarlo Pigionatti

Edited by Lucaweb
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