Jump to content

Vescovi:"Rifiutai di rinnegare Varese. E Bologna mi odiò.


Lucaweb

Recommended Posts

Scritto da: Francesco Caielli

VARESE-Varese - Bologna. Una partita diversa. Tra due società dal passato importante e dal presente ambizioso. Tra due squadre forti e temibili. Tra due grandi allenatori, accomunati dal loro essere vincenti. Tra due città che vivono e si nutrono di pallacanestro, con una passione fuori dal comune. Tra due tifoserie divise da una rivalità storica, vera. Cecco Vescovi ne sa qualcosa. Lui, grande bandiera di Varese, che nella sua carriera ha vissuto anche l’esperienza di un anno in Fortitudo. Nessuno meglio di lui può spiegare le origini di questa rivalità così accesa. "Credo che tutto parta da motivazioni politiche - ci dice il Cecco - . La tifoseria di Bologna è storicamente di sinistra, mentre la curva di Varese, almeno negli ultimi anni, si è sempre schierata a destra".

Tu hai avuto l’opportunità di vivere, per una stagione, l’ambiente

della Fortitudo. Come lo ricordi?

"Nei primi anni novanta da quelle parti si stava davvero bene. Bologna inoltre è una città molto vivibile. Insomma, per un professionista giocare nella Fortitudo era il massimo. Poi, purtroppo, le cose sono cambiate..."

Cosa è successo?

"Sono arrivati i soldi. Con l’avvento di Seragnoli e i suoi grandi

investimenti il tutto si è un po’ guastato. I tifosi hanno iniziato a

pretendere risultati, sono incominciati gli eccessi."

Tu sei arrivato a Bologna proprio in quel periodo.

"E ho immediatamente capito come stavano le cose. Ricordo che facemmo la preparazione a Bormio. Come arrivammo in albergo trovai un gruppo di ultras della “Fossa dei leoni” che mi prese da parte. Il loro capo mi intimò di rilasciare un’intervista in cui avrei dovuto rinnegare il mio passato varesino e definirmi un bolognese a tutti gli effetti.

Io ovviamente rifiutai, e da quel momento i tifosi misero una croce sopra al mio nome. Non me ne facevano passare una..."

In cosa si traduce il loro odio nei tuoi confronti?

"Cori, insulti, minacce. Arrivarono anche a prendere a calci la mia

macchina mentre stavo lasciando il palazzetto. Cose da pazzi."

E la società non prese posizione a tua difesa?

"A Bologna, sponda Fortitudo, la tifoseria è molto importante e

considerata. Sono sempre presenti, ovunque, a tutti gli allenamenti.

E quell’anno avevano deciso che era arrivato il momento di vincere, a tutti i costi. Quando le cose non andavano, se la prendevano con me."

Non ti perdonavano il tuo passato da varesino...

"Non avevano mai digerito il mio arrivo da Varese. Il mio nome era stato caldeggiato da Scariolo, che dopo qualche mese fu esonerato e sostituito da Bianchini il quale non fece nulla per schierarsi contro i tifosi in mia difesa, anzi. Io fui lasciato solo contro questa gente. Anche i miei compagni se ne infischiavano, a loro faceva comodo che ci fossi io come unico bersaglio degli ultras che in questo modo lasciavano in pace loro."

Eppure tu giocasti dei play off stupendi. Per un pelo la Fortitudo

non vinse lo scudetto, quell’anno, proprio grazie a te.

"E’ vero, perdemmo contro Treviso le ultime due gare della serie

finale ai supplementari. E io giocai piuttosto bene. Ma quando finì

la stagione non ci pensai due volte e, nonostante avessi un altro

anno di contratto, feci le valigie."

Da quel momento sei diventato l’uomo più odiato dalla curva fortitudina.

"I rapporti precipitarono anche perché io stesso mi lasciai andare a

qualche scemenza. Per esempio quando nel ‘99 vincemmo contro di loro, a casa loro, la semifinale di Coppa Italia, andai sotto i tifosi bolognesi e feci qualche gesto poco elegante. Mi scusai subito, in conferenza stampa, ma ormai il danno era fatto. Ogni volta che tornavo a giocare a Bologna c’era sempre tutto il palazzo contro di me. Poi ci fu la faccenda della cartolina..."

Quale cartolina?

"Accadde l’estate successiva alla mia stagione bolognese. Andai in

vacanza a Ibiza, dove conobbi alcuni tifosi della Virtus Bologna.

Scattammo un po’ di foto insieme, e una di queste foto, trasformata in formato cartolina, fu inviata alla sede della Fortitudo con una mia personalissima dedica: “Tanti auguri per la prossima stagione.

Firmato Cecco Vescovi...”.

Francesco Caielli

Edited by Lucaweb
Link to comment
Share on other sites

×
×
  • Create New...