Lucaweb Posted May 29, 2008 Share Posted May 29, 2008 (edited) Scritto da: Samuele Giardina VARESE (sam) «Che trasferta, che emozioni». Sprizza entusiasmo, Paolo Vittori, allenatore giocatore (nell’occasione, solo il primo, perchè ingessato a una gamba) mentre ricorda le avventure madrilene dell’Intercontinentale 1966. La prima vittoria internazionale è come il primo bacio, non si può scordare. «Anche le altre neh…», aggiunge col cipiglio deciso che solo i vincenti hanno. «Lo sapete che era la prima volta che il Real perdeva in casa nelle coppe? Inauguravano pure il nuovo palazzo nella “ciudad deportiva”, che soddisfazione. Li abbiamo proprio fregati in quella semifinale». Come dare torto a chi ha disegnato la tattica per vincere in casa di quella che era «una vera potenza. Ne facevano cento a gara, quelli là. Io e Gavagnin abbiamo deciso che non dovevano fare contropiede. Progettiamo così il modulo “uno a rimbalzo e quattro in difesa”: quell’uno era Kimball e aveva il compito di bloccare le loro transizioni». Gli altri quattro? «Beh… belli schierati a far vedere che noi li stavamo aspettando». Poche storie, un vero successo di squadra. «I bianchi facevano paura e noi avremmo anche avuto le “mutandine” strette però i nostri filmati andrebbero mandati anche oggi per far vedere come si gioca a pallacanestro, pantaloncini o non pantaloncini». Impeto di – giustificato – orgoglio gialloblù, e non è finita. «Anche coi brasiliani l’abbiamo giocata tatticamente alla grande. Volete sapere cos’è successo dopo? Avevamo già cenato ma il commendator Borghi ha deciso che serviva il bis. Tutti al ristorante: non si poteva dire no. Che mangiata, è toccato riaprire lo stomaco ma c’erano tante di quelle robe buone. Poi, la mattina dopo, allenamento. Subito. Per smaltire…». Le cronache hanno sempre detto che uno dei segreti della Ignis era il saper “vivere”, seri lavoratori ma anche serissimi giocherelloni: Vittori conferma. «In pullman a Madrid Dino Meneghin e alcuni tifosi presero una copia della Prealpina dove c’era l’annuncio messo da mia moglie perché avevamo smarrito il cane, un bastardino trovatello. Insistevano che alla fine ci fosse scritto “lauta ricompensa”, per un po’ ci ho pure creduto». Spirito di corpo. Spirito varesino. Fortuna (per il cagnolino) che il Giuan Borghi elargì un gran bel premio partita. Samuele Giardina Edited May 31, 2008 by Lucaweb Link to comment Share on other sites More sharing options...
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