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Bisson:"La classifica rispecchia i valori biancorossi"


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Scritto da: Claudio Piovanelli

Dici Roseto (o anche Teramo) e pensi a Ivan Bisson, indimenticabile gloria degli anni d'oro del basket varesino. Bisson, per la sua "nuova vita", ha scelto la Valtravaglia e un 'attività nel settore immobiliare ma il basket è sempre nei suoi pensieri.

«Proprio io ho suggerito alla Amministrazione provinciale di Teramo, sino allo scorso anno unica provincia italiana con due squadre nella massima serie di basket (ora s'è aggiunta Bologna), di utilizzare il basket come veicolo di promozione turistica: ci sono mare, montagna e pianura, zone molto apprezzate. E io qui ne sono il testimonial. Varese, ad esempio, potrebbe offrire idealmente in cambio pacchetti turistici in occasione dei Mondiali del 2008».

- Lei è stato negli anni scorsi anche dirigente di Roseto: che cosa sta succedendo in riva all'Adriatico?

«E' un periodo molto travagliato. Sono gli enti locali a supportare la società per consentirle di concludere il campionato ma il futuro è estremamente incerto».

- A Roseto c'è una grande tradizione ma, anche lì, mancano i

quattrini o gente appassionata che li sborsi...

«Il Torneo delle Rose è forse il più antico d'Europa ma dalla tradizione alla serie A ne corre... Un certo entusiasmo c'è ma, a livello di pubblico, dopo avere avuto punte di oltre 4000

spettatori subito dopo il ritomo in serie A, ora siamo a 2000-2500. Anche a livello imprenditoriale c'è dell'interesse ma non si va più in là. E ora manca anche uno sponsor, segnale tremendamente negativo. Ma i tifosi non possono pretendere tutto e sempre dalle stesse persone. Lo dico anche per Varese...».

- Già, Varese...

«La sto seguendo. La Whirlpool è partita bene ma poi ha ripiegato un pò '. Occupa le posizioni che merita, a cavallo del settimo-nono posto. Una posizione su o una posizione giù, i valori sono quelli».

- Lei avrebbe una ricetta da suggerire a Varese?

«Ci vorrebbe una maggiore partecipazione locale alla società. I Castiglioni sono fantastici ma sono troppo soli, anche se a volte ho il dubbio che proprio loro preferiscano questa condizione. Tecnicamente avrei molto da eccepire ma... lasciamo perdere: già in passato c'erano state polemiche dopo alcune mie affermazioni e non mi va che si ripetano. La ricetta è la stessa di sempre: pianificazione, organizzazione, lavoro. Ma i Castiglioni sono nella società da diversi anni, hanno speso molti quattrini e forse sarebbe il caso di chiedersi perché certi risultati non sono stati raggiunti. Io dico che almeno eguagliare i risultati di Cantù nel recente passato sarebbe stato un obbligo. Anche perché Varese gode di un eccezionale zoccolo duro, costituito dal suo pubblico, tifosi sempre ben disposti, che perdonano tutto e continuano a seguire la squadra. E' una potenzialità enorme, frutto di una tradizione che si tramanda, ormai sono pochi i tifosi dei miei tempi che frequentano ancora il palasport».

- Che succede domani sera a Masnago ?

«Varese vincerà la partita, non ho dubbi. In questo momento il confronto è impari. Roseto potrebbe anche giocare una buona partita perché senza pressioni, senza alcun obbligo di vittoria ma, se Varese dovesse rischiare, significherebbe che è proprio in crisi».

- Bisson e il basket...

«In questo momento mi interessa restare in zona per curare la mia attività. A Varese non ho possibilità di operare, ma avrei un progetto per la costituzione di un secondo polo a Busto Arsizio, a Legnano o comunque nella zona. Ma dovrei trovare gli interlocutori giusti per illustrare questo mio progetto che, secondo me, ha una sua validità. Ne riparleremo».

Claudio Piovanelli

Edited by Lucaweb
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