Lucaweb Posted May 31, 2008 Share Posted May 31, 2008 (edited) Scritto da: Giancarlo Pigionatti A motori spenti ci si capisce meglio. Innanzitutto per stabilire quanta benzina serve per percorrere certe strade. Fuor di metafora, per parlare della Pallacanestro Varese, per carburante intendiamo il budget di spesa che il club biancorosso intende sopportare al fine di investire sul mercato e mantenere la nuova squadra con intenti virtuosi. Claudio Maria Castiglioni, Ruben Magnano e Mario Oioli (ma guai a definirli, di questi tempi, triade) stanno cominciando a guardarsi negli occhi per disquisire sul futuro della squadra la quale, in realtà, ha già una faccia, non foss'altro per vincoli di contratto che la legano a sei giocatori (Collins, Bolzonella, Garnett, De Pol, Fernandez e Howell) e per "robuste" trattative che, da tempo, danno per scontate le conferme di Farabello e Hafnar. Ammesso e concesso, per assurdo, che la proprietà non voglia muovere un dito, la Pall. Varese - a differenza di quei club ad essa comparabili, alcuni dei quali stanno perdendo i pezzi per strada come, per esempio. Biella - possiede già una sua fisionomia. Di metà classifica, vien da osservare ma senza alcuna ironia, ben sapendo che non è questo l'obiettivo , della famiglia Castiglioni la quale, seppur in attesa di vivifici segnali da parte della città, ha ben altre aspirazioni. Nessuna paura, un ben "quattrone" arriverà, avendone premura la società in quel reparto abbastanza spoglio o mal coperto da Albano nella scorsa stagione ma non sarà l'unica novità biancorossa. Altri potenziali acquisti sono da correlare, come alternative o in appoggio, ai biancorossi che già figurano nel roster attuale, per dire di De Juan Collins, caduto in disgrazia nel finale di stagione ma sul cui conto, e opportunamente, Magnano vuoi pensarci non una ma cento volte. Vi sarebbe da discutere anche su Garnett il quale, francamente, suscita più interrogativi di un quizzone e, comunque, del connazionale, tant'è, che per scoprire la natura certa di guasti così tragici, bisognerebbe trovargli... una scatola nera. In verità il caso di Collins è diverso, sempre che non lo si giudichi per partito preso, magari soltanto per antipatia (perché simpatico proprio non lo è, facendosi sempre gli affari suoi), dipendendo le fortune della squadra dal suo rendimento, complessivamente autorevole nel girone di andata ma limitato e difettoso nella fase discendente della stagione. Non sono un caso le speculari prove di Collins (17 punti circa di media a gara nell'andata e 12 e rotti nel ritorno) e della squadra (dieci vittorie, sette sconfitte nella prima parte del campionato, dieci conda) Evidentemente lo spessore di Collins e tale da incidere nel bene e nel male su un collettivo, il che testimonia la sua cruciale presenza, sulla quale val la pena meditare, prima di arrischiare, cacciando De Juan, un'imperdonabile sciocchezza. Ed è ciò che sta facendo Magnano il quale sta, pazientemente, rivedendo i filmati di tutte le gare del play nel girone di ritorno per cercare ogni possibile spiegazione del calo di Collins. «Può darsi che un certo suo modo d'essere sul campo, dopo essere stato irreprensibile per mesi, sia dovuto a mie responsabilità. Devo capire - confessa Ruben - se è tutta colpa mia o se è stato Collins a non reggere al suo compito alla distanza in un campionato così competitivo e massacrante». Magnano, la prossima settimana, avrà il piacere di valutare Marco Passera, varesino Doc e "made" in Robur et Fides, reduce — dalle finali promozione di B1, nelle file di Soresina, pure a suon di segnature, mentre in questi giorni sta "esplorando" Andrea Giadini e Francesco Conti, giovani di casa biancorossa. A proposito di quel grande "marchio di fabbrica", in fatto di giovani che, tradizionalmente, esprime la Robur, bisogna annotare un giro d'orizzonte che il direttore sportivo Mario Oioli ha compiuto nel quartier generale di via Marzorati dove ha incontrato il presidente Cesare Corti, il manager Mangiarini e il tecnico Zambelli per rinnovare quel patto tra gentiluomini, "riattivato" -tempo fa tra le due società. Sarà infatti ben lieta la Robur et Fides di aprire fattivamente un "canale preferenziale" nei confronti dei cugini qualora, in futuro, il club biancorosso fosse interessato a uno dei suoi giovani azzurrini. Evidentemente quella della Robur et Fides sarà un'azione meritoria nei confronti della città, potendo la Pall. Varese prelevare quei ragazzi che reputerà futuribili pagando molto meno di quel compenso federale (80.000 euro) stabilito come prezzo di addestramento e reclutamento di atleti sotto i 21 anni. Naturalmente Varese non si limiterà a "succhiare" nettare in casa Robur, ben disposta a "passare" al club di via Marzorati quei ragazzi che potranno tornare utili alle squadre giovanili dell'Abc. Ci auguriamo davvero che il tempo dei Guelfi e dei Ghibellini, ovviamente nostrani, sia finito per sempre. Giancarlo Pigionatti Edited May 31, 2008 by Lucaweb Link to comment Share on other sites More sharing options...
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