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Ma la favola del Menego non finisce qui


Lucaweb

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di Francesco Caielli/b]

E dire che pareva una giornata di fine estate come le altre. Anonima

nel suo trascorrere in attesa, minuti e ore a rincorrersi nel caldo

torrido tornato a farsi sentire. Si sarebbe raccontato di un raduno

informale, di visite mediche, di giocatori arrivati alla spicciolata

pronti per ricominciare. E invece. Andrea Meneghin, l´ultimo poeta

del canestro varesino, ha detto basta. Un fisico che non ce la fa e

una dignità fuori dal comune lo hanno spinto verso la decisione che

bagnerà gli occhi di tutti quelli che gli vogliono bene e speravano

in un suo ritorno. Il suo numero undici non illuminerà più il parquet

di Masnago e gli sguardi di chi ama la pallacanestro. Ma nessuno

parli di resa, nessuno si azzardi a pensare ad una sconfitta: Andrea

ha vinto, ha vinto ancora. Il ricordo di quello che il Menego ha

fatto per la sua città vivrà negli occhi, nei nervi e nei racconti di

chi lo ha visto giocare. E la sua scelta di continuare a fare basket,

intraprendendo una carriera di allenatore nella quale esalterà le sue

doti umane uniche e particolarissime non può che rallegrarci tutti.

Andrea ha vinto, e lo ha fatto ancora una volta a modo suo: discreto,

in silenzio, da grande campione quale è. Le favole più belle sono

quelle che non finiscono mai. Andrea Meneghin è la favola più bella

che Varese abbia mai raccontato.

Francesco Caielli

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