Lucaweb Posted June 15, 2008 Posted June 15, 2008 di Francesco Caielli Ruben Magnano è un uomo felice. Meglio, speranzoso. Si coccola la sua nuova squadra, sorridendo sotto i baffetti. E gli brillano gli occhi vedendo i suoi uomini iniziare a sudare. Scarpe che stridono sul parquet, urla, fiatone. A Magnano mancava tutto questo. E non vedeva l´ora di mettersi al lavoro - serio e certosino, come sempre - per provare a tornare a vincere. Magnano si sente in debito: con Gianfranco Castiglioni, che gli ha riservato una fiducia cieca e incondizionata, oltre che un affetto paterno. Con Varese, che dall´argentino si attende, quest´anno, grandi cose. Intanto Ruben non può che dirsi contento, per una serie di buoni motivi: "Felice per come sono andate le cose. Felice per l´accordo che ho raggiunto con la società. Felice per la grande sfida che mi aspetta e che mi esalta, ma soprattutto per la grande fiducia che la società ha riposto nei miei confronti". Ma lei lo sa che ha già battuto un record? E´ dai tempi di Recalcati che un allenatore non rimaneva tanto sulla panchina di Varese. Questo significa che allenare qui non è facile, non è affare da tutti. Essere stato confermato su questa panchina è, anche per questo, motivo di grande orgoglio. Cosa è lecito attendersi dalla stagione appena iniziata? L´anno scorso commisi l´errore madornale di fare dei conti, delle tabelle, buttai lì un numero di partite che ci avrebbero portato ai play off. Sapete tutti come è andata, quindi non cadrò nella stessa trappola. Niente numeri, dunque, ma solo un´idea. Che è la solita, ovvero quella di raggiungere quegli obiettivi che abbiamo fallito lo scorso anno. Voglio i playoff, poche storie. Alla fine della scorsa stagione ci disse "voglio restare a Varese perché ho un conto aperto: devo finire il mio lavoro". Cosa intendeva? Quella frase è esemplare della mia filosofia di lavoro. Anni fa allenavo l´Atenas di Cordoba, la squadra della mia città. A campionato in corso venni contattato per guidare la nazionale Argentina. Rifiutai: volevo finire il mio lavoro a Cordoba, volevo raggiungere il Mc Donald´s Open. Qualche anno dopo mi cercarono ancora per la nazionale, e solo a quel punto accettai. E´ soddisfatto della squadra che è stata allestita? Molto. Bisogna tenere presente che la società aveva stabilito un budget dal quale non si poteva - giustamente - sforare. Credo che Mario Oioli e Gianni Chiapparo abbiano fatto il massimo con le risorse a disposizione. Non è una squadra lunga, è vero, ma abbiamo giocatori di grande qualità. Rispetto allo scorso anno abbiamo, almeno credo, più punti nelle mani. Parliamo dei nuovi arrivati: Galanda. Giacomo a Varese è un idolo. Sa già cosa significhi giocare qui, e da lui ci aspettiamo grandi cose. Per la prima volta dopo tanti anni è riuscito a riposarsi per qualche mese, e questo gli avrà fatto bene. Carter. Keith era il mio primo desiderio, l´obiettivo principale. Sono felicissimo che sia arrivato. Holland. Lui è un giocatore estremamente imprevedibile, dotato di grandissima creatività. E´ un uomo che si integrerà alla perfezione nel mio sistema di gioco. Ed ora il playmaker. La piazza ha storto un po´ il naso all´annuncio di Keys. Quando si è presentata la possibilità di prenderlo ho iniziato a muovermi, cercando informazioni e sfruttando le mie conoscenze in Spagna. Me ne hanno parlato tutti bene. E´ un giocatore offensivamente pericoloso, dal buon tiro e con una grande capacità di lettura del gioco. E´ molto veloce e passa benissimo la palla. Probabilmente dovremo lavorare con lui nell´aspetto difensivo. Lo abbiamo scelto pur avendo altre possibilità. La squadra è completa? No. Stiamo cercando un altro uomo. Sarà un play-guardia. Sarà Farabello? Potrebbe essere lui, stiamo trattando. A me piacerebbe, perché lo conosco e lui conosce già l´ambiente. La strada per una sua conferma non è affatto chiusa. Vedremo. Certo, Farabello rappresenta l´ideale giocatore che stiamo cercando. Dispiaciuto per l´addio di Meneghin? Molto. Sono davvero addolorato per lui, perché so come vive la pallacanestro. La nostra idea è quella di coinvolgerlo nello staff societario. Vedremo. Starà seguendo certamente i mondiali giapponesi. Che idea si è fatto? L´Italia, come sempre, mette in campo una grande grinta. Potrà arrivare nelle prime quattro posizioni e poi se la giocherà fino alla fine. Francesco Caielli
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