Jump to content

Recommended Posts

Posted

di Francesco Caielli

Ruben Magnano è un uomo felice. Meglio, speranzoso. Si coccola la sua

nuova squadra, sorridendo sotto i baffetti. E gli brillano gli occhi

vedendo i suoi uomini iniziare a sudare. Scarpe che stridono sul

parquet, urla, fiatone. A Magnano mancava tutto questo. E non vedeva

l´ora di mettersi al lavoro - serio e certosino, come sempre - per

provare a tornare a vincere. Magnano si sente in debito: con

Gianfranco Castiglioni, che gli ha riservato una fiducia cieca e

incondizionata, oltre che un affetto paterno. Con Varese, che

dall´argentino si attende, quest´anno, grandi cose. Intanto Ruben non

può che dirsi contento, per una serie di buoni motivi: "Felice per

come sono andate le cose. Felice per l´accordo che ho raggiunto con

la società. Felice per la grande sfida che mi aspetta e che mi

esalta, ma soprattutto per la grande fiducia che la società ha

riposto nei miei confronti".

Ma lei lo sa che ha già battuto un record? E´ dai tempi di Recalcati

che un allenatore non rimaneva tanto sulla panchina di Varese.

Questo significa che allenare qui non è facile, non è affare da

tutti. Essere stato confermato su questa panchina è, anche per

questo, motivo di grande orgoglio.

Cosa è lecito attendersi dalla stagione appena iniziata?

L´anno scorso commisi l´errore madornale di fare dei conti, delle

tabelle, buttai lì un numero di partite che ci avrebbero portato ai

play off. Sapete tutti come è andata, quindi non cadrò nella stessa

trappola. Niente numeri, dunque, ma solo un´idea. Che è la solita,

ovvero quella di raggiungere quegli obiettivi che abbiamo fallito lo

scorso anno. Voglio i playoff, poche storie.

Alla fine della scorsa stagione ci disse "voglio restare a Varese

perché ho un conto aperto: devo finire il mio lavoro". Cosa intendeva?

Quella frase è esemplare della mia filosofia di lavoro. Anni fa

allenavo l´Atenas di Cordoba, la squadra della mia città. A

campionato in corso venni contattato per guidare la nazionale

Argentina. Rifiutai: volevo finire il mio lavoro a Cordoba, volevo

raggiungere il Mc Donald´s Open. Qualche anno dopo mi cercarono

ancora per la nazionale, e solo a quel punto accettai.

E´ soddisfatto della squadra che è stata allestita?

Molto. Bisogna tenere presente che la società aveva stabilito un

budget dal quale non si poteva - giustamente - sforare. Credo che

Mario Oioli e Gianni Chiapparo abbiano fatto il massimo con le

risorse a disposizione. Non è una squadra lunga, è vero, ma abbiamo

giocatori di grande qualità. Rispetto allo scorso anno abbiamo,

almeno credo, più punti nelle mani.

Parliamo dei nuovi arrivati: Galanda.

Giacomo a Varese è un idolo. Sa già cosa significhi giocare qui, e da

lui ci aspettiamo grandi cose. Per la prima volta dopo tanti anni è

riuscito a riposarsi per qualche mese, e questo gli avrà fatto bene.

Carter.

Keith era il mio primo desiderio, l´obiettivo principale. Sono

felicissimo che sia arrivato.

Holland.

Lui è un giocatore estremamente imprevedibile, dotato di grandissima

creatività. E´ un uomo che si integrerà alla perfezione nel mio

sistema di gioco.

Ed ora il playmaker. La piazza ha storto un po´ il naso all´annuncio

di Keys.

Quando si è presentata la possibilità di prenderlo ho iniziato a

muovermi, cercando informazioni e sfruttando le mie conoscenze in

Spagna. Me ne hanno parlato tutti bene. E´ un giocatore

offensivamente pericoloso, dal buon tiro e con una grande capacità di

lettura del gioco. E´ molto veloce e passa benissimo la palla.

Probabilmente dovremo lavorare con lui nell´aspetto difensivo. Lo

abbiamo scelto pur avendo altre possibilità.

La squadra è completa?

No. Stiamo cercando un altro uomo. Sarà un play-guardia.

Sarà Farabello?

Potrebbe essere lui, stiamo trattando. A me piacerebbe, perché lo

conosco e lui conosce già l´ambiente. La strada per una sua conferma

non è affatto chiusa. Vedremo. Certo, Farabello rappresenta l´ideale

giocatore che stiamo cercando.

Dispiaciuto per l´addio di Meneghin?

Molto. Sono davvero addolorato per lui, perché so come vive la

pallacanestro. La nostra idea è quella di coinvolgerlo nello staff

societario. Vedremo.

Starà seguendo certamente i mondiali giapponesi. Che idea si è fatto?

L´Italia, come sempre, mette in campo una grande grinta. Potrà

arrivare nelle prime quattro posizioni e poi se la giocherà fino alla

fine.

Francesco Caielli

×
×
  • Create New...