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Con questo pubblico ci sentiamo invincibili


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di Francesco Caielli

Quattro vittorie consecutive, una classifica che sorride (quello zero

accanto al nome di Varese è soltanto un ricordo lontano), un

entusiasmo sincero e palpabile. Sono gli ingredienti di una Whirlpool

che corre, vince e piace sempre di più. Gianni Chiapparo, sempre

cauto e moderato nell´esternare la sua soddisfazione, questa volta

non ha problemi a mostrarsi contento e sollevato. Per una vittoria,

quella contro Teramo, che ha portato con sé un sacco di segnali

positivi e importanti. "Sarò sincero - dice Chiapparo-: la partita di

domenica scorsa mi preoccupava non poco. Innanzitutto perché la

squadra di Dalmonte è forte e gioca bene, veniva da due vittorie

consecutive e riesce sempre a mettere in difficoltà gli avversari.

Poi c´era l´infortunio a Keys che complicava ulteriormente le cose:

noi ormai eravamo abituati a giocare con Billy titolare, e Capin che

usciva dalla panchina a cambiare il ritmo della partita, a fare il

guastatore. Contro Teramo Alexander avrebbe dovuto sacrificarsi per

la squadra, rinunciando al suo ruolo abituale. Queste cose mi

tenevano davvero sulle spine".

E invece è andata bene.

Fortunatamente Keys alla fine ha potuto giocare qualche minuto, e ha

fatto delle cose importanti e decisive. E´ entrato, pur non essendo a

posto fisicamente, e ha deciso la partita mettendo in campo tutto il

suo cuore immenso. E anche Capin se l´è cavata egregiamente, finché

ha retto: ha sofferto un po´ la velocità di Woodward, è vero, anche

se comunque non mi pare che l´abruzzese abbia giocato bene. Segno che

Alexander lo ha sfiancato al punto giusto.

C´è di che essere soddisfatti, quindi?

C´è molta soddisfazione, soprattutto per il modo in cui abbiamo

gestito la partita. Siamo stati bravi a raggiungere vantaggi

importanti, che poi abbiamo sprecato. Ci siamo trovati sotto a pochi

minuti dalla fine e siamo stati bravissimi a reagire in un momento

non facile.

La vittoria è arrivata anche grazie alle ottime prove di Hafnar e

Fernanez. Altri segnali importanti, non crede?

Fondamentali, perché abbiamo dato un segnale molto forte: in squadra

abbiamo nove giocatori che, uscendo dalla panchina o partendo in

quintetto possono fare grandi cose. In una serata come quella di

domenica, in cui tutti gli ex che erano in campo hanno toppato (tutti

e tre: Holland e Carter per noi, Nolan per loro), è stato

importantissimo trovare punti da due giocatori come Gregor e Gaby.

A fine partita Keith Carter è stato molto chiaro: in un italiano un

po´ zoppicante ma molto efficace ha sentenziato: "Questa squadra ha

le palle". Come dargli torto?

Keith ha ragione, perché anche domenica contro Teramo abbiamo

dimostrato a tutti di essere una squadra, un gruppo vero. Una volta

fa canestro uno, la volta dopo è un altro ad essere protagonista,

tutti lottano per la stessa cosa: la vittoria.

E adesso sono quattro in fila: è possibile essere ottimisti?

Guardate che io non sono mai stato pessimista. Certo, abbiamo avuto e

abbiamo dei problemi, e stiamo lavorando per risolverli. Però i

segnali positivi, a volerli guardare, c´erano fin dal primo giorno.

Proviamo a dirne uno?

Rischierò di passare per uno che dice banalità, ma io credo che in

questo campionato, ogni partita, si debbano sudare le proverbiali

sette camicie per portare a casa. E questa è una squadra fatta di

gente che è disposta a farlo. Con una premessa come questa è facile,

naturale e giusto essere ottimisti.

Un´altra cosa che non può che rendere felici: anche domenica si è

visto un palazzetto pieno, caldissimo, partecipe. Quanto è importante

questo entusiasmo?

Credo che sia la cosa più importante in assoluto. Domenica sera è

stato bellissimo, perché la passione era palpabile. E come l´ho

percepita io, che pure ero immerso nell´agonismo della partita, così

l´hanno percepita tutti i giocatori. E vi assicuro che questi

ragazzi, che come ho già detto più volte sono molto sensibili, ci

tengono tantissimo. Si esaltano con l´urlo della folla, rimangono

male quando la gente li fischia o mugugna. Adesso si respira una

grande positività, i nostri giocatori la avvertono e in mezzo a

questi tifosi si sentono invincibili.

La gente di Varese è autorizzata a sognare?

Questo non lo so: di sicuro però so che la gente si è già innamorata

follemente di questa squadra. Lo si avverte chiaramente, ogni volta

che si mette piede al palazzetto: quattromila persone che, insieme,

ci spingono verso la vittoria. Sono sensazioni inpagabili.

Francesco Caielli

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