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Squadra nuova, mal di trasferta vecchio


Lucaweb

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di Giancarlo Pigionatti

Stagione nuova, guai vecchi. O forse è meglio parlare di un solo male, abbastanza cronico e molto palpabile, che si manifesta lontano da Masnago. Chiamalo, se vuoi, mal di trasferta. La cui anamnesi è datata e la cui origine è sintomatica nei limiti strutturali di un organico, evidentemente, non superiore alla competitivita di avversari caricati, nell'occasione, da spinte ambientali. Morale, Varese lascia a Biella le penne ma, soprattutto, la sua convinzione di squadra attrezzata a ogni evenienza, tant'è che le basta mettere il naso fuori dal suo guscio per finire sotto una valanga di canestri. Ineccepibile e pesante la lezione dei piemontesi il cui profilo tecnico e caratteriale era ben noto, capaci sin lì di esprimersi in terrificanti strisce o di accusare schianti clamorosi, come testimoniavano i colpacci di Udine e Treviso ma pure una classifica che li vedeva sotto di due punti rispetto ai biancorossi. E se il basket è più scientifico nei suoi riflessi, per rapporti di forza, rispetto ad altre discipline, vien da osservare che la figuracela di Biella scandalizza solo i ben pensanti sul conto della squadra.

La sconfitta di stretta misura a Bologna, nell'esordio in campionato e il successo di Reggio Emilia non furono infatti vera gloria. L'una ci fece osservare che s'erano gettati solo e dannatamente due punti, tant'è che la Climamio sta vivendo una spaventosa crisi, sconosciuta in Fortiludo da una dozzina di anni. Puntualmente è stata sbugiardata da Montegranaro, sempre più Premiata, grazie alla sua fisionomia tutta d'un pezzo. La vittoria in Emilia, segno di un'autorità biancorossa, contro una formazione modesta e rabberciata, impallidisce nelle proporzioni, se rapportata a quella della Virtus Bologna che si è imposta l'altro giorno a Reggio Emilia con 27punti di margine. Si tratta di indizi, anzi di prove in un raffronto molto attendibile di rapporti di forza tra Varese e le sue avversarie, sin qui in cammino. Il potenziale della Whirlpool, obiettivamente, può essere giudicato migliore di quello del campionato scorso ma sono cresciute tecnicamente e fisicamente molte squadre le cui coordinate di classifica la dicono lunga sulla loro valenza.

La questione di una relatività, come scienza del confronto, fa così pensare all 'attuale valore dei biancorossi, tradotto in quattro vittorie e quattro sconfitte, cioè in linea con il rendimento che fece registrare la squadra della scorsa stagione.

Chi ci segue, conosce le nostre analisi e le nostre valutazioni tra certezze e dubbi, come quelle previsioni, rispecchiate sin qui sul

campo. Vorremmo tanto sbagliarci per trovare la squadra di Magnano non in lotta tra l'ottavo e il decimo posto ma più su, per maggiori aspirazioni, sempre che, se non batterà chiodo in trasferta, sappia sfruttare le proprie risorse nella magica atmosfera di Masnago contro formazioni come Montegranaro.

La gelata sul raccolto, non scongiurata a Biella, ha spiegazioni tecnicamente molto logiche e vistose nell'asse play - centro, un tema già dibattuto su queste colonne, come altri argomenti, per dire di un imbarazzante Carter, accolto sotto le Prealpi quale liberatore... da Garnet il quale, seppur labile, si ritrovava in ogni caso al suo fianco uno come Albano e non Galanda, l'uomo giusto, e solo, a Biella, predicando in un deserto... Già, dove i nostri play, molto spersonalizzati, hanno fatto la figura di topini tra le grinfie di un gatto come è parso il tedesco Roller, saettante per sé e per la propria squadra che fornito di fosforo a getto continuo. Con un Keys stordito e un Capin fuscello, i "piccoli" dell'Angelico sono volati letteralmente a canestro, protetti dal cielo..., per dire di Daniels e Frosini.

Gara persa su tutti i fronti, a parte l'ammirevole servizio di De Pol, mentre Galanda è rimasto solo a battersi, fiero e a petto nudo, grazie a quelle qualità che hanno fatto la sua storia cestistica. Se poi vuol darsi addosso colpe che non ha, se non quelle di aver forse sopravvalutato il potenziale biancorosso, faccia pure, per il bene del gruppo dal quale nessuno deve chiamarsi fuori. Proprio il talentuoso Holland sta sul carro dei perdenti e senza alcuna scusa ma, se così giocherà Varese, dominata dal ritmo degli avversari, la classe dell'americano si disintegrerà contro ostili scogliere. Delonte ha bisogno dì gas (e campo) aperto per battere gli uomini ma, se è costretto a giocarsi le sue iniziative a difesa avversaria schierata, per sue caratteristiche, rischia di forzare e " ingorillarsi".

Varese, senza corsa né recuperi, è finita in vicoli ciechi. Già, ma la difesa dov 'era, senza nemmeno quell'avvertimento "torno subito", sulla porta d'una bottega momentaneamente abbandonata. Figuratevi Magnano, avvilitissimo per quei 37 punti subiti nel terzo quarto, roba da non credere ma era tutto vero per i biancorossi di fronte a un drappello armato ed eccitato. Difesa e attacco sono direttamente proporzionali quali unici tratti fisionomici d'una squadra, sicché questo -19 finale ci sta tutto, per far meditare.

Giancarlo Pigionatti

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