Lucaweb Posted July 6, 2008 Share Posted July 6, 2008 di Francesco Caielli VARESE È bello, ogni tanto, tuffarsi nei ricordi. Una sera qualunque al palazzetto, Magnano che in campo striglia i suoi, e Gianni Chiapparo che arriva con un sacchetto pieno zeppo di fotografie. Immagini in bianco e nero, dove c'è la storia della Pallacanestro Varese: e chi ama questa squadra non riesce a guardarle senza che venga la pelle d'oca. Si passa da un giovanissimo Andrea Meneghin ad Arijan Komazec, da Corny Thompson fino a una foto di Chicco Ravaglia che indica il cielo, e fa venire i brividi. L'accoppiata Chiapparo-Galleani è imbattibile, quando si tratta di ricordare e raccontare storie e aneddoti: con loro si starebbe a parlare per ore e, ascoltandoli, si perde la cognizione del tempo. Ma anche il presente reclama il suo spazio: c'è una squadra che sta andando benissimo e una città gonfia di entusiasmo come non accadeva da tempo. C'è una trasferta difficile (domenica a Montegranaro) da preparare con l'infermeria affollata (le ultime: Howell ci sarà, la sua è solo una botta, Hafnar sta recuperando dal pestone rifilategli vigliaccamente da Jaaks nella partita di sabato con Udine, Keys è ottimista e oggi saprà se potrà giocare). Ma sei vittorie nelle ultime sette partite non possono che rendere ottimista tutto l'ambiente. Compreso Gianni Chiapparo: «Ad agosto mi ero dato delle scadenze: avevo detto che a novembre avremmo capito se questa squadra sarebbe riuscita a diventare un gruppo o no. Oggi posso tranquillamente affermare che sì, siamo un gruppo vero. Perché? Ma guardateli in campo, mentre si allenano: nessuno si tira indietro, nessuno molla, c'è sempre una grande intensità». Un gruppo in allenamento, ma anche in partita. Nelle partite viene fuori la nostra unione in tutta la sua perfezione: ogni volta c'è un protagonista diverso, e in queste ultime uscite si è visto come tutti si siano sacrificati per cercare di sopperire all'assenza di Keys. Giusta la definizione di "squadra di portatori d'acqua"? Calzante. Adoro i paragoni con il ciclismo: noi siamo un gruppo di passisti. Nel senso che tutti sono allo stesso livello, non c'è il velocista a cui tirare la volata o lo scalatore da accompagnare sull'ultima salita. La nostra specialità è la cronometro a squadre: tutti, a turno, si mettono davanti al treno a prendere il vento e a fare fatica per gli altri. Una squadra solida e forte nelle crono rischia di vincere il Giro. Forse, ma la nostra forza è la capacità di guardare, ogni volta, esclusivamente alla partita successiva. Alla prossima salita. Che si chiama Montegranaro. Non dico nulla di nuovo: sarà difficile, sarà una battaglia, sarà una lotta. La prima scadenza, quella di settembre, l'abbiamo superata. Qual è la prossima? A fine febbraio. Allora potremo scoprire davvero dove potremo arrivare, a livello di classifica. Il campionato avrà espresso i suoi valori, e capiremo quale sarà il nostro ruolo. La ricetta per continuare a correre? Prima di tutto il solito imperativo, ovvero lottare come indemoniati in tutte le partite. Poi per raggiungere i playoff bisogna fare punti fuori casa. Varese in trasferta ha già vinto due volte. E la cosa mi fa ben sperare, soprattutto i due punti presi a Napoli sono molto pesanti. Anche se, secondo me, la vera impresa l'abbiamo fatta sabato scorso, contro Udine. Abbiamo giocato senza due americani, era durisssima. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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