Lucaweb Posted July 8, 2008 Share Posted July 8, 2008 di Giancarlo Pigionatti Su e giù in un bailamme di valori. La serie A, eccezioni a parte, è sembrata racchiusa, sin qui, in quel bussolotto, buono per le estrazioni del sabato. Già, il lotto o un "rebelotto", viste le gerarchie ancora approssimative per almeno tredici, quattordici squadre. Parlando di un... altro lotto, ebbene nel primo, dopo i club che tirano le file, c'è Varese, seppur con gli stessi punti della scorsa stagione, ma in un campionato con ben altra faccia o facciata. E, mancando a questa Whirlpool dieci vittorie in ventidue gare, per pareggiare i successi ottenuti nella scorsa stagione, ci sembra verosimilmente superabile tale quota, resta da vedere, nel mezzo di un caos tecnico, in quale posizione. A valori mescolati o mistificati dove va collocata Varese vista e considerata oggi? L'interrogativo merita un dibattito, appassionato tra i tifosi la cui fede porta in grembo una risposta scontata, invece più ponderato, ancorché interessato, da parte del club biancorosso. Il diesse Mario Oioli, sempre obiettivo e mai fazioso, tenendo comunque al proprio club, parte subito sparato: «Se le impressioni, a volte, contano più della realtà del momento, evidentemente Varese può permettersi maggiori chances rispetto all'anno scorso, soprattutto, in un campionato che non ammette certezze, se non alcune e per pochi. Credo che la squadra possa sgomitare nel primo gruppo: ora non so dire se facendo parte di esso o se "correndo" tra gli inseguitori, ciò che corrobora questa previsione o credibilità è il potenziale tecnico e caratteriale di cui Varese dispone. Mi riferisco - osserva il diesse - a personalità e punti nelle mani ben scolpiti in Holland, Galanda e Carter per dire di elementi che possono spaccare una gara». Oioli non sembra avere dubbi, anche se v'è da osservare che basta uno scivolone da buccia di banana per trovarsi ai limiti dei play off, evidentemente il diesse non considera rimpianti di colpa le sconfitte patite a Bologna (dove è passata la Montegranaro) e a Treviso (espugnata da Capo d'Orlando) all'inizio di campionato, in particolare contro una Climamio che, ora come ora, assomiglia a un "rifugium peccatorum"... .. «Allora i mali di Bologna erano solo subdoli e non sanguinolenti come in seguito, sicché non mi sembra pertinente un'ammissione di colpa: si perse di un'inezia e un rimpianto vero ci sta. Il ragionamento d'un campionato, un po' giungla, è legittimo e condivisibile: penso che quasi tutte la partite partano dallo 0-0 e non solo per un'ovvia entità numerica. Tuttavia oggi Varese - è sempre Oioli che parla - possiede uomini e attrezzi per restare più lassù che in una mezza via». A Masnago la squadra, a parte la delusione contro una Milano, non proprio irresistibile in altre trasferte, sta mostrando la sua solidità. Il popolo biancorosso, più fieramente possibilista di una volta, benedice tutti ma pure mormora sul conto di qualcuno... Su Ruben Magnano e Rolando Howell, tanto per fare i nomi. Il nostro pensiero sul tecnico è strachiaro, non ci ripetiamo, nel bene e nel male o nell'eccepire su vere fissazioni stando al proprio rituale di mestiere o a un'etica di lavoro, financo eccessiva, se non che il suo carisma, per storia, garantisce stabilità e stile al grande patron Gianfranco Castiglioni, stanco di cambiare gli allenatori come i calzini. Nessuno gli può dar torto visto che Varese, in 51 anni, ha cambiato 24 volte la panchina, con 19 allenatori diversi e in 5 anni (dal dopo scudetto all'ingaggio del tecnico italoargentino) ne ha contati ben 10: roba da non credere ma era tutto vero. Con Ruben, alla guida di Varese, significa un allenatore in due anni e mezzo, ovviamente con questo campionato, il che significa una stabilità di idee dall'alto... Nessuno o quasi nella squadra fiata, nemmeno per cambi di stampo punitivo e i mormorii che calano dagli spalti, restano tali, ben lontani da una sommossa di popolo. La pensiamo diversamente di Howell che - è vero -non ha mani di seta e che è leggero come una piuma, almeno al cospetto dei pochi centroni in circolazione ma è indubbia la sua capacità in un mestieraccio, anche da spazzatura, che nessun altro "pivot" si sogna di fare. Non è il massimo dei lunghi ma nemmeno merita, soprattutto per la sua... lunetta storta, quei mugugni che lo fulminano dagli spalti, sennò vien da pensare che anche Shaquille O'Neal verrebbe fischiato, ai "liberi", in Masnago. L'intervento di Oioli su questi tempi diventa chiarificatore: «Si può eccepire sui cambi e su certe mosse del tecnico ma ogni sua scelta è dettata da una profonda coerenza, in ordine al suo rigore di metodo e alla sua filosofia di lavoro. Ruben è di una chiarezza estrema, sin dal mercato, dovendo indìviduare la società i giocatori più adeguabili alle sue strategie e in base a una precisa tipologia, non facendo: mai una questione di nomi. Li vuole innanzitutto integri fisicamente affinchè sopportino, da martedì a sabato, un intenso lavoro in palestra, e per mesi, quindi pretende da loro innegabili doti atletiche, compatibili con attitudini richieste in una difesa aggressiva e profonda. Se i candidati hanno talento, budget permettendo, tanto meglio. Con Magnano la società ha così attuato una linea di grande serietà alla testa della squadra, quindi un proprio esemplare rigore». «Ed ora vengo a Howell il quale - aggiunge Oioli - è proprio uno di quei giocatori che posseggono elevate doti atletiche risultando, tra i lunghi del campionato, il più atleta. Non ha punti nelle mani ma sa coprire ogni buco della difesa, anche sui piccoli, in attacco poi passa benissimo il pallone. Infine, costando un quarto di Blair, diventa indiscutibile secondo quel sano rapporto tra qualità e prezzo». Varese e il suo mal di trasferta... Dopo Napoli sembrava curabile e guaribile, se non che sono arrivati veri "battutoni". E' ancora presto per conoscere la verità ma, se non si vince lontano da Masnago, certe aspirazioni vanno a farsi benedire, anzi maledire... «Questo male, una volta cronico per noi, adesso lo è un po' per tutti, proprio perché non esistono certezze assolute, adesso non sappiamo quali squadre siano superiori alle altre. Convinzione e personalità, come sottolineavo prima, possono spianarci altre strade fuori, Varese. Credo che possiamo spuntarla ancora, dovendo restare però: autoritari, come penso, a Masnago». Già, c'è Scafati alle porte... Come la mettiamo? «Direi sul 2 fisso, anche se, per gli stessi ragionamenti fatti, sarà un match d'una durezza super: Scafati, con quattro sconfitte consecutive sul groppone, diventa un'avversaria arrabbiatissima. In più ha il cambio dell'allenatore da sfruttare ma Varese è tranquilla e, soprattutto, superiore». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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