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"La Virtus a Masnago casca male"


Lucaweb

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di Francesco Caielli

Vedere questa Varese - quella che ha schiantato squadroni come Roma,

Siena e Napoli, quella che ha vinto la partita più bella dell´anno

sul campo di Cantù - essere costretta a lottare fino all´ultima

giornata del girone di andata per riuscire ad entrare nelle prime

otto in classifica, mette un po´ di tristezza. Perché la squadra più

forte e completa dai tempi dei Roosters stellari (nel campionato più

debole) merita più dei 18 punti che al momento la relegano all´ottavo

posto. La tanto vituperata e (giustamente) criticata squadra dello

scorso anno concluse il girone d´andata con venti punti: vincendo

domenica prossima contro Bologna questa Whirlpool eguaglierebbe il

risultato ottenuto da Collins e Garnett. Ed è proprio l´enorme e

indubbia differenza (sotto ogni aspetto) che c´è tra questo gruppo e

quello dello scorso anno che deve fare riflettere. Alla Whirlpool

mancano dei punti in classifica: tre o quattro vittorie che oggi

farebbero guardare tutte le altre squadre dall´alto in basso. Tre o

quattro vittorie che sono sfuggite di un soffio, a causa di episodi

che non è possibile imputare alla sfortuna o alla bravura

dell´avversario di turno.

Anche capitan De Pol, guardandosi indietro, non riesce a nascondere

il rammarico per le troppe occasioni buttate via: "L´amarezza, dopo

partite come quella di Capo d´Orlando, è tanta. Soprattutto perché

non è la prima volta che perdiamo partite in questo modo, sulla

sirena: stiamo lasciando per strada troppi punti. Guardandomi

indietro conto almeno tre partite che avremmo dovuto portare a casa:

punti pesanti, che alla fine, quando tireremo le somme, ci mancheranno".

In troppe occasioni Varese ha perso sul filo di lana. Cosa succcede

ogni volta?

Abbiamo delle enormi difficoltà ad uccidere la partita quando

possiamo farlo, a dare il colpo di grazia definitivo ai nostri

avversari. Riusciamo sempre a tenerli in vita, e alla fine veniamo

castigati. E´ successa la stessa cosa anche a Capo d´Orlando: avevamo

in mano la partita, e li abbiamo fatti rientrare.

Insomma, Varese domenica scorsa non ha perso per colpa di una magia

di Alvin Young?

No. Certo, lui ha fatto un grande canestro, ma noi la partita

l´abbiamo persa prima. Quando eravamo avanti di sette punti e loro

hanno messo quattro canestri da tre in fila, quando avevamo nelle

mani l´inerzia della gara e ce la siamo fatta sfuggire: gli abbiamo

concesso tutto, e li abbiamo esaltati nella bolgia dei loro tifosi.

Ma in quei nove secondi finali che cosa è successo?

Non abbiamo capito nulla: chi avrebbe dovuto raddoppiare, quando

avrebbe dovuto farlo. C´è stato un black out generale. Un peccato,

perché sono convinto che se fossimo andati ai supplementari quella

partita l´avremmo vinta noi.

Ora Varese è costretta a vincere con Bologna, se vuole fare le finali

di coppa Italia. Come potrà farlo?

Non dobbiamo dimenticare l´amarezza di capo d´Orlando. Dovremo

ripartire dalla delusione che io e molti miei compagni abbiamo ancora

in corpo dopo quella sconfitta. Sarà uno stimolo in più per battere

uno squadrone come la Virtus, centrare queste finali di coppa, ma

soprattutto riprendere la nostra marcia verso i playoff, che sono il

nostro obiettivo principale.

Domenica sarà una sfida delicatissima. Finora Varese, ogni volta che

si è trovata costretta a vincere, ha risposto alla grande. Sarà

ancora così?

E´ vero, in questo campionato abbiamo saputo tirare fuori della

grandi partite quando ci siamo trovati in situazioni difficili. Sarà

così anche questa volta? Io credo di si.

Francesco Caielli

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