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"Tornare a Varese è stato il regalo più bello"


Lucaweb

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di Francesco Caielli

Quando, all´inizio dello scorso agosto, il presidente Castiglioni

annunciò tutto orgoglioso che Giacomo Galanda sarebbe tornato a

giocare per Varese, a tutti i tifosi è corso un brivido lungo la

schiena. Sucede sempre così, quando capita di incontrare di nuovo

amici che non si vedevano da un pezzo e che parevano partiti per non

tornare più. Certo, dall´anno della Stella è passato del tempo, e

Galanda è cambiato: cresciuto come giocatore, maturato (a proposito,

ieri ha compiuto 31 anni, auguri), ma sotto molti aspetti più forte

di prima.

Quello che senza dubbio è il migliore acquisto della gestione

Castiglioni, traccia un bilancio alla fine del girone d´andata.

"Bilancio che è senz´altro positivo. A livello di squadra abbiamo

fatto molto bene e non possiamo che essere soddisfatti. Certo, ora

possiamo dire che forse potremmo avere qualche punto in più, che

abbiamo buttato via delle partite per le quali ancora ci mangiamo le

mani. Ma io credo che faccia parte del gioco, e che lo sport alla

fine dei conti sa essere giusto: ti dà e ti toglie. Sono arrivate

sconfitte sul filo di lana ma anche vittorie incredibili e il confine

tra il mangiarsi le mani per un´occasione gettata al vento e il

baciarsele per una grande impresa è sempre molto sottile".

Qual è la cosa che la rende più sodddisfatto?

Il fatto che siamo riusciti a costruire un gruppo, che riesce ad

essere tale quando le cose vanno male. Bella forza: è facile essere

uniti quando tutto va bene, e si vincono le partite. Noi siamo

diventati forti proprio nelle difficoltà. In spogliatoio si è creato

un ambiente perfetto. Nel quale tutti accettano critiche e consigli

dai compagni: un urlaccio quando serve, una pacca sul sedere al

momento giusto.

La gente sembra abbia capito che quest´anno tutto funziona per bene,

e sta circondando la squadra con un entusiasmo incredibile. Voi lo

avvertite?

Lo sentiamo, lo sentiamo. Ci piace e credo anche che sia legittimo

essere contenti e pretendere tanto da questa squadra. Ora abbiamo di

fronte un girone di ritorno che vogliamo sia bello come quello

d´andata, anzi, di più. Possiamo crescere ancora tanto, tutti quanti:

come squadra, come giocatori, e anche - permettetemelo - come uomini.

Avete incontrato tutte le squadre del campionato. Che idea si è fatto

delle vostre avversarie?

Che è un gran casino, con questo mercato sempre aperto e giocatori

che vanno e vengono. Comunque ho individuato quattro tipologie di

squadra. La prima, quella che mi piace de meno: quelle società che

partono già con l´idea di rivoluzionare la squadra. Cambiano decine

di giocatori, sono dei porti di mare: un modo di lavorare che non mi

piace e che non dovrebbe essere consentito dal regolamento. La

seconda tipologia racchiude quelle squadre che possiamo definire come

le deluse del girone d´andata: partite con grandi aspettative e con

acquisti importanti e costosi, non stanno rendendo come ci si

aspettava e vogliono cambiare qualcosa. Terza tipologia: quelle

squadre che giocano bene e ottengono risultati, e cercano di

potenziarsi con uno o due acquisti mirati. E poi c´è Varese.

E cos´ha Varese di particolare?

Ha lavorato bene in estate, e ha il coraggio di portare avanti le

proprie scelte, anche quando le cose vanno male. Metto Varese, ma

anche Montegranaro: sono quelle squadre che si fanno apprezzare

maggiormente, dei bei gruppi.

Detto della squadra. Ma com´è il bilancio personale di Galanda?

Sono contento, perché sto giocando bene e ho delle belle statistiche,

dopo una stagione nella quale ero stato parecchio criticato. Ma le

cifre sono l´ultima cosa che mi interessa, e allora dico che sono

contentissimo perché faccio parte di questo gruppo. Anzi, io mi sento

una colonna portante di questa squadra, e questa cosa mi riempie

d´orgoglio. E´ bellissimo vedere ragazzi giovani e pieni di talento,

come Holland, che stanno ad ascoltare i consigli di me e Sandrino.

Prima ho detto che stavamo crescendo anche come uomini, e mi riferivo

proprio a questo. Prendete Delonte: ha imparato una lezione, è stato

umile, ed è uscito più forte di prima da una situazione difficile.

L´ambiente è perfetto, e ci tengo a dire che grande merito di tutto

ciò va alla società.

Si spieghi.

Personaggi come Sandro Galleani, che mentre ti massaggia riesce a

dirti la parolina giusta per tirarti su. Oppure i nostri due

presidenti, Claudio e Gianfranco, sempre vicini e presenti. E poi

Chiapparo: forte e deciso quando serve, tranquillo e pacato al

momento giusto, è il nostro valore aggiunto. E´ soprattutto grazie a

lui, che questo gruppo è diventato una famiglia.

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