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di Francesco Caielli

Ma quanto è bello battere la Fortitudo? E che cosa importa se

quest´anno la squadra bolognese arranca nell´anonimato della media

classifica, e non è la corazzata che fino alla scorsa stagione

lottava per vincere gli scudetti e per andare avanti in Eurolega. E

cosa importa se non ci sono più quei nomi che hanno fatto della

Fortitudo una delle squadre più grandi dell´ultimo decennio. I valori

espressi sul campo, i nomi di questo e quel giocatore, le posizioni

in classifica non riusciranno mai a scalfire il fascino immortale di

sfide storiche e sentite come queste. E allora è giusto far festa,

buttarsi in campo e gridare tutta la tensione di quaranta minuti

vissuti col cuore in gola e liberare la paura che ha attanagliato

tutto il palazzo sull´ultimo tiro di Edney, fantasma di una storia

già vista. E allora è giusto essere contenti, per una squadra che

giorno dopo giorno si sta rendendo conto della sua forza, sta

consolidando la sua posizione in classifica, e guarda avanti con un

ottimismo che da queste parti non si vedeva da tempo. Giovedì si

andrà a Bologna, per la coppa Italia e come ha detto Carter dopo la

partita di domenica <<Andremo giù per divertirci>>. Ne siamo certi:

durante la gara del PalaMalaguti davanti agli occhi degli angeli

biancorossi ci saranno le vittorie splendide ottenute contro Virtus e

Fortitudo, e non i fantasmi delle beffe di Scafati e Capo d´Orlando.

Spinti dalla forza della leggerezza, i ragazzi di Magnano giocheranno

una grande partita e daranno il meglio di loro, come sanno fare

quando i pronostici e i soloni del basket li danno per spacciati

ancora prima di iniziare.

Sorriso sulla bocca e sguardo sereno. Ecco come è iniziata la

settimana di Casalecchio negli uffici della Pallacanestro Varese in

via Sanvito. Claudio Castiglioni bloccato dall´influenza, Gianni

Chiapparo indaffarato tra scartoffie e innumerevoli telefonate, Mario

Oioli impegnato nell´organizzazione del lavoro dei prossimi giorni ma

disponibile a fare due chiacchiere. <<Bello, davvero. La partita di

domenica ha messo in mostra il volto migliore di questa squadra:

altruista, unita, forte. Basta buttare un occhio alle statistiche: 15

assist (di cui 5 per Holland, esattamente come una settimana fa: ma

non doveva essere un giocatore egoista?), solo 9 palle perse, frutto

di un lavoro che è stato davvero di squadra>>.

A cosa è dovuta questa crescita del gruppo?

Al fatto che lavoriamo da agosto con gli stessi giocatori. Abbiamo

fatto una scelta precisa, anche difficile dopo le prime tre

sconfitte, decidendo di non cambiare nulla. Ora stiamo iniziando a

vedere i frutti.

Lei c´era anche lo scorso anno. Che cosa è cambiato?

Abbiamo a che fare con delle persone diverse: come giocatori, ma

anche come uomini. Cito l´esempio di Galanda, che l´anno scorso non

c´era. Lasciando perdere tutto quello che fa sul campo, Gek ha un

ruolo fondamentale all´interno dello spogliatoio. Con la sua

esperienza riesce a trasmettere a tutti qualcosa di positivo. Magnano

ripete sempre che la cosa più importante, in questa squadra, è lo

spirito di gruppo. Ecco, da questo punto di vista Galanda gli dà una

mano importantissima.

Anche la società, nel corso degli anni, si è migliorata ed è

cresciuta parecchio, non crede?

Siamo partiti praticamente da zero, e piano piano abbiamo trovato un

assetto ottimale: ora si lavora molto bene.

Ora si va a Bologna, per la coppa Italia. Aspettative?

Mi aspetto che le cose vadano diversamente rispetto alle ultime due

esperienze in questa manifestazione. Quelle legnate che abbiamo preso

nelle partite più importanti dell´anno ce le ho ancora sullo stomaco.

Questa volta sarà un´altra storia.

Francesco Caielli

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