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di Massimo Turconi

Viaggiare verso Est accompagnati da qualche tormento. Chiedere, a chi se ne intende, indicazioni utili per ritrovare la strada in un momento difficile. Una rotta che, dopo la sconfìtta interna subita contro Napoli, è da rivedere sul piano tecnico, ma soprattutto mentale perché, si sa, a questo punto della stagione i giochi tecnici e tattici sono fatti e i margini per un possibile intervento sono assai limitati. Dunque, nel viaggio verso Udine, meglio affidarsi ad uno come Gregor Hafnar che, per esperienza e abitudine al paesaggio, può aiutare la Pallacanestro Varese a tracciare il percorso partendo, ovviamente, dall'episodio contro l'Eldo. «Quella contro Napoli è stata una gara giocata abbastanza male e decisamente sotto tono su entrambi i lati del campo ma - dice Hafnar - non è

proprio il caso di imbastire processi perché nell'arco di una stagione può capitare la partita-storta che, nonostante gli sforzi, non riesci a rimettere in piedi. Ma i motivi validi per giustificare la nostra brutta prestazione sono diversi e, in fondo, semplici. Troppi errori difensivi nelle situazioni di giochi a due e manovra troppo

statica in attacco in una fase del gioco in cui avremmo dovuto giocare di più insieme, anziché affidarsi in gran parte all'uno contro uno. Giocando da fermi abbiamo favorito Napoli che, come è noto, è una squadra molto organizzata. Tuttavia, per carattere, sono propenso a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e, allora, aggiungo che nonostante tutte le incongruenze, siamo arrivati a un passo dal supplementare contro una squadra che, al contrario, in qualche occasione ha trovato anche i classici "canestri della domenica", ovvero punti realizzati con un alto coefficiente di difficoltà».

- State entrando nel periodo caldo della stagìone e l'impressione, valutando le ultime uscite, è che ci stiate arrivando con un pizzico d'affanno...

«Forse è un periodo nel quale non siamo particolarmente brillanti, ma mi sentirei di escludere affaticamenti o stanchezza. Questa Varese è la stessa che, tre giorni prima di Napoli, ha saputo rimontare una ventina di

punti a Biella, lasciando ai piemontesi una ventina di punti nel secondo tempo. Semplicemente ci sono partite che si sviluppano in un certo modo e non sempre gli avversari ti permettono di fare quello che hai in mente. Napoli, per restare in tema, non ce l'ha permesso...».

- A Udine, contro una squadra di chiarissimo stampo casalingo, siete attesi all'ennesimo match cruciale... «Contro la Snaidero sarà vietato assolutamente sbagliare approccio perché i padroni di casa sul loro campo, grazie ad un potenziale offensivo impressionante, possono essere micidiali. Dovremo pertanto giocare una gara accorta, intelligente, fatta di calma e soluzioni equilibrate in attacco e tanta durezza in difesa. Sarà importante non far correre i nostri avversari e impedirgli di innescare una miccia che può

esplodere e fare danni contro chiunque, visto che superano spesso e volentieri i 100 punti».

- Che vuol dire, tecnicamente, spegnere la miccia?

«Significa che dovremo difendere come delle bestie su Allen perché, in casa Snaidero, tutto comincia e finisce con le giocate di Jerome. E' vero, lui è un grande giocatore, esperto e tosto fisicamente, ma noi, per sperare in un risultato positivo, dovremo per forza provare a limitarlo».

- Un compito che, per taglia fisica, potrebbe spettare anche a lei... «Visto che nelle ultime partite ho giocato poco, e nessuno è contento quando è costretto a restare in panchina, farei qualsiasi cosa pur di aumentare i minuti a disposizione e, in particolare, essere utile alla squadra. Quello che abbiamo messo via da ottobre in avanti conta, ma non è decisivo perché le squadre vere si vedono alla fine del campionato e noi - conclude sereno Gregor - vogliamo dimostrare di appartenere a questo gruppo...».

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