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"Avremmo potuto essere secondi in classifica"


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di Francesco Caielli

VARESE II tempo delle scuse, delle chiacchiere e dei ripensamenti è finito. Ora non si può più sbagliare. Otto partite da giocare alla morte concentrate in un mese infernale, che decideranno chi farà i playoff e chi ne resterà fuori, chi andrà a toccare le stelle e chi piomberà nell'inferno di una stagione anonima. Varese è pronta a giocarsi il suo futuro, a dare un senso ad un campionato giudicato da tutti - almeno finora - il più positivo dall'anno della stella, ma che al momento vede la Whirlpool con gli stessi punti che aveva conquistato la squadra dello scorso anno. Mangiarsi le mani e il fegato per tutte quelle partite già vinte e poi lasciate per strada, per tutti quei punti che erano a portata di mano e che sono sfuggiti per un soffio o per una follia, ora non serve a nulla. Ci sono otto partite da vincere, perché mancare i playoff di quest'anno sarebbe davvero imperdonabile per una squadra che ha dimostrato in più occasioni la sua forza, ma che pare faccia apposta a complicarsi la strada spinta da un inspiegabile masochismo. Domani si giocherà a Udine, contro una squadra affamata di punti e ferita dalla sconfitta subita domenica sul campo di una Reggio Emilia che ha già un piede in LegaDue, e l'imperativo sarà quello di riprendersi i due punti persi contro Napoli. Già, proprio la partita di domenica scorsa ha portato malumori e musi lunghi in uno spogliatoio biancorosso unitissimo ma voglioso di risultati. Una sconfitta, quella contro la Eldo, che in pochi avevano messo in preventivo, e che è arrivata come un ceffone a ricordare a tutti che ci sarà da lottare e sputare sangue per evitare di restare fuori dalle prime otto. Cosa che, specie quest'anno, sarebbe davvero

un delitto.

Domenica scorsa il più arrabbiato di tutti, dopo la partita, era Sandro De Pol. Il capitano è uno che proprio non ci sta a perdere, e i tanti anni di carriera alle spalle non lo hanno certo ammorbidito. «Ero furibondo - attacca Sandrino - perché abbiamo perso un partita che avremmo dovuto vincere. Quest'anno è già successo tante, troppe volte. Come si fa a non essere incazzati?».

Il pensiero corre alle tante partite regalate?

Ma sì, abbiamo lasciato per strada tanti di quei punti, che se ci penso non dormo la notte. Potremmo essere secondi in classifica, senza aver rubato niente.

A cosa imputare queste sconfittte?

Difficile dirlo: ingenuità, mancanza di lucidità nei momenti decisivi, un po' di sfortuna. Prendiamo la partita con Napoli: vero, loro hanno giocato bene, sono stati aggressivi e hanno difeso alla morte, ma vi assicuro che ho visto squadre difendere molto di più. Abbiamo pagato qualche scelta sbagliata di troppo e delle percentuali al tiro insolitamente basse.

Eppure Varese, quest'anno, si è sempre giocata le partite fino alla fine con tutti. Vero, però poi molte le abbiamo perse, quindi sinceramente mi interessa poco sapere che ce la siamo giocata. Tra una vittoria e una sconfitta c'è una differenza enorme, anche se i punti di distacco sono pochi.

Domani, Udine. Per un triestino come te è una partita sempre particolare?

È un derby, perché ogni volta i loro tifosi fanno cori contro Trieste. Ma soprattutto è una partita da vincere.

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