Lucaweb Posted July 12, 2008 Posted July 12, 2008 di Giancarlo Pigionatti L'arsenale delle passioni biancorosse non chiude. A Masnago l'avventura continua. Ed è quel che pretendeva la piazza, anche a muso duro, nel momentaccio d'un mese fa, allorquando Magnano e i suoi uomini si sono sentiti un po' soli, in una trappola di paure e inquietudini. Che fosse una questione di testa, al di là dei loro limiti, sui quali insistiamo, sennò si perderebbe la cognizione d'ogni realtà, lo hanno dimostrato le ultime esibizioni a Masnago, tutte e tre di tenore diverso: a nervi scoperti ma liberatoria quella contro Scafati, speciale ed esaltante il derby con Cantù (rimasto nello spiedo di Masnago) e sufficiente ma rassicurante contro la modesta Upea. Anzi quest'ultima ha trovato in altri risultati la conclamazione dei play off, tanto cercati e rincorsi, a rischio di attacchi di panico, quindi accarezzati a una giornata d'anticipo della "stagione regolare". Ieri sotto terra, oggi ai settimi cieli: questo campionato assomiglia a un ascensore che va su e giù senza rispetto per le chiamate dei suoi inquilini. Si diceva dei risultati degli altri campi, ebbene l'altra sera, a pochi minuti dalla fine, erano tutti favorevoli a Varese (con quello di Biella dove Monr tegranaro cpnduceva) tranne quello di... Masnago dove la squadra doveva ancora staccarsi dai fianchi dei siciliani. Fortunatamente convinto, anche da un atteggiamento di sicurezza dei biancorossi, il giovane presidente biancorosso ironizzava di fronte alle notizie via Internet. Poi la conta, quindi l'aspirazione appagata di Claudio Maria Castiglioni il quale teneva, sotto il suo regno, si fa per dire, visto che tanto padre ne è il proprietario, quindi con un suo potere decisionale, a riportare Varese nei play off, dopo due stagioni di "colossali" magre. Oggi la squadra è sesta ma l'ultima giornata, domenica a Casalecchio di Reno, contro la Virtus Bologna, non promette scorribande, almeno in teoria, sicché un ottavo posto è già nelle proprie grinfie, potendo diventare settimo qualora Biella perdesse ad Avellino e Montegranaro battesse in casa Teramo. La Whirlpool sarebbe settima anche se vincesse Cantù a Livorno, mentre giungerebbe ottava se anche Biella appaiasse Varese e le altre. Meglio la settima posizione che l'ottava, e non per dirla come l'ovvio Catalano, semplicemente perché Siena assomiglia a una gigantesca paletta rossa mentre Milano, ancorché superiore, attizzerebbe il fuoco di quegli entusiasmi, tipici di un derby che vale una stagione. Ci sarebbe pure Roma, fatta tremare recentemente nel suo Palaeur ma resta pur sempre una sfida terribile. Certo, se sbancasse il PalaMalaguti, la squadra di Magnano potrebbe collocarsi al sesto posto e, addirittura, al quinto se Napoli le beccasse in casa da Treviso. Già, Treviso, Che spera in un potente sconto di pena, anzi di penalizzazione, se così fosse, almeno in una congrua misura, Varese - se perdente a Bologna - rischierebbe grosso. Extrema ratio. Non ci pensiamo, sennò... Claudio Maria Castiglioni, dunque, ha onorato il suo mandato, evitando di aspettare con il cuore in gola una telefonata da Bologna mentre si troverà in Honduras per lavoro. Semmai la telefonata, che non mancherà, gli allungherà la vita, come recita quel vecchio spot, magari per annunciargli un posto migliore dell'ottavo conquistato da Cadeo nella gestione della sua famiglia. Il giovane presidente, in questo mese abbastanza surreale, di contestazioni e contraddizioni, di sussurri maliziosi e di grida sdegnate, ha tratto insegnamenti che, qualora ve ne fosse stato bisogno, gli hanno chiarito le idee. «Innanzitutto sul futuro -spiega il presidente - dovendo la mia famiglia darsi una regolata sul budget di spesa, sennò ci dissanguiamo. Troppi soldi per una squadra che, se non è modesta, visto che è più competitiva del passato, a testimoniarlo, sono le tante sconfitte subite di misura, non può essere uno squadrone. E' vero anche che, con più meriti e meno demeriti in meno, ma anche con maggior fortuna, avremmo in tasca un quinto posto che la dice lunga su questo campionato. Avanti di questo passo dovremmo ponderare meglio le nostre future scelte». Se bisogna darsi dei limiti economici e poter essere ugualmente competitivi non c'è altro da fare che concentrare le maggiori risorse su sette uomini di qualità e schierare giovani di Varese, uno è Marco Passera, come ottavo, nono, decimo e così via. E' impensabile sopportare costi pesanti per una mezza panchina... «Sono d'accordissimo ma ancora abbiamo contratti da rispettare, in ogni caso rifletteremo. Per essere sincero - spiega il presidente - non abbiamo ancora pensato al futuro o meglio già stavamo abbozzando un progetto ma ci siamo fermati». Di questi tempi, e da sempre, circolano le voci più strane, spacciate per vere anticipazioni. Alcune riguardano, ad esempio, Ruben Magnano, dato per partente, insomma con la valigie in mano. Conoscendo il pensiero del proprietario sull'allenatore, ci sembra una panzana... «Oggi come oggi lo è, al di là di ogni eccepire sul conto di Ruben il cui operato può essere apprezzabile o contestabile, come quelli di tutti i tecnici. Mai la società - osserva Castiglioni junior - ha fatto dichiarazioni di non conferma di Magnano che ha un contratto forte. Non sempre "vox populi" diventa "voxdei"». Ci risulta, ma non ci giuriamo, che il suo procuratore proponga Ruben al Tau Viteria, resta da chiedersi se l'allenatore argentino abbandoni la famiglia Castiglioni. «Se ciò fosse vero, Ruben potrebbe accettare, ma sempre d'accordo con Gianfranco Castiglioni», spiega il diesse Oioli che conosce molto bene il tecnico. Ora pensiamo al campionato. Poi chi vivrà, vedrà.
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