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"Abbiamo onorato il nostro pubblico, il più bello d'Italia"


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di Francesco Caielli

Un viaggio transoceanico di quindici ore con il fuso orario da

smaltire, una lotta contro il tempo per riuscire ad arrivare a Varese

prima di sera, che oggi i miei ragazzi si giocano i playoff. Claudio

Castiglioni ce l´ha fatta, e prima della palla a due era puntuale al

suo posto a vedere la sua squadra giocare la partita più importante

della stagione. Giocarla con la testa leggera, senza l´assillo e la

pressione di doverla vincere a tutti i costi, in una cornice di

pubblico più bella e calda che mai. E pazienza se si è perso, che non

sono queste le sconfitte che fanno incazzare un presidente: quando si

da tutto, quando si lotta come dei leoni fino alla fine, quando si

torna in spogliatoio distrutti ed esausti perché non c´è in corpo

nemmeno un briciolo di energia, si può solo essere contenti. "Anche

perché - incalza il presidente - la serie non è mica finita, o

sbaglio? Milano non ci ha ancora eliminati, anzi, io sono convinto

che domani andremo al Forum per divertirci e vendere cara la pelle,

come abbiamo fatto in tutte le partite di questa serie".

Nessun rammarico, dunque, per la sconfitta di ieri?

Affatto. E´ stata una bellissima partita nella quale mi è piaciuto

tutto: la cornice di pubblico, innanzitutto, ma anche l´atteggiamento

con cui i ragazzi hanno affrontato la sfida. Stanno giocando questi

playoff esattamente come volevo, come avevo chiesto, come mi

aspettavo. Si è perso due volte, è vero, ma non siamo mai stati

spazzati via. Sono contento, davvero.

E come si fa a non essere contenti, dopo aver visto un palazzetto

come quello di sabato sera?

Splendido, da brividi, e credo che la gente alla fine se ne sia

andata via comunque contenta. Sabato ho visto un´atmosfera

bellissima, calda, partecipe, e queste sono cose molto importanti:

iniezioni di fiducia in vista di un futuro che, per forza di cose, è

sempre incerto.

Come si fa a farsi passare la voglia, con un pubblico così?

Vedere questa risposta da parte della città è stata la mia vittoria.

Perché si lavora duramente tutto un anno, si scelgono dei giocatori e

ci si prendono delle responsabilità: quest´anno la gente ha

apprezzato il nostro operato, si è innamorata della squadra che noi

abbiamo costruito. Sabato sera mi avranno fermato cento persone:

tutte per incoraggiarmi: "Dai che ce la facciamo. Castiglioni non

mollare". Bello, bellissimo.

Continuare, dunque. Su quali basi?

Noi ci troviamo in una situazione particolare, che per certi versi è

la peggiore: non possiamo permetterci di dichiarare che puntiamo allo

scudetto, perché non ne abbiamo i mezzi, ma non possiamo nemmeno dire

di puntare alla salvezza, perché siamo Varese. E allora dobbiamo

andare avanti così, pericolosamente in bilico tra l´impresa

straordinaria e il fallimento totale, dove una partita vinta o persa

può fare tutta la differenza del mondo.

Un giudizio su questa stagione ancora in corso: soddisfatto?

Potremmo parlare per ore di quello che avrebbe potuto essere e non è

stato, dei punti che abbiamo lasciato per strada, dei rimpianti. Ma

non è il caso. Io credo che alla fine sia venuto fuori il nostro

valore effettivo: siamo ai quarti di finale, e stiamo dando del filo

da torcere a una squadra che investe delle cifre che, rapportate alle

nostre, sono folli. Mi dispiace soltanto per i nostri tifosi.

Perché?

Perché abbiamo il pubblico più bello d´Italia, e sarebbe bello

regalargli qualcosa di davvero bello. Fa rabbia andare in giro per

l´Italia e vedere squadroni fortissimi che lotteranno per lo scudetto

che hanno i palazzetti mezzi vuoti e freddi: penso a Siena, a Roma,

a Milano, ma anche a Treviso. Purtroppo queste realtà hanno altre

risorse, che a noi mancano.

Un suo parere sul momento personale che sta vivendo Billy Keys,

rientrato precipitosamente in USA al capezzale della nonna proprio

sul più bello della stagione.

Abbiamo gestito la cosa nel migliore dei modi, ragionando come

persone e non come presidente e dirigenti. Billy stava vivendo un

dramma personale: io ero lontano, ma mi hanno detto che era

distrutto, e pensare ad un ragazzo così buono e generoso in quelle

condizioni ha fatto stare male pure me.

Giusto lasciarlo tornare, quindi?

Non abbiamo pensato neppure per un secondo all´ipotesi di tenerlo

qui. Ripeto, siamo uomini e non robot. Billy mi parlava spesso di

questa nonna, di quando fossero legati, di come fosse stata lei a

tirarlo su. E lo capisco benissimo, perché anch´io sono cresciuto con

un nonno splendido, e so perfettamente cosa significhi. Certo, magari

con lui in campo le cose sarebbero andate diversamente, sicuramente

avremmo avuto delle rotazioni maggiori, chi può dirlo? Ma in questi

casi non bisogna mischiare le questioni umane con quelle sportive: è

stato giusto così, contiamo di averlo in campo domani a Milano.

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