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di Francesco Caielli

"Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E

all´improvviso vi sorprenderete a fare l´impossibile". Citare San

Francesco d´Assisi prima di una serata che nessuno vuole sia

l´ultima, per urlare con tutto quanto il fiato che si ha in gola che

si, Varese questa partita la può vincere per davvero: alla faccia dei

pronostici, alla faccia dei valori in campo, alla faccia della

ragionevolezza. Varese può vincere perché, è vero, Milano ha

dimostrato di essere più forte ma non così tanto da giustificare un

perentorio tre a zero. Varese può vincere perché stasera al Forum si

sentiranno soltanto i quattrocento tifosi biancorossi che - tutti,

dal primo all´ultimo - ancora ci credono. Varese può vincere perché è

una squadra pazza, che ha nelle corde un´impresa sorprendente. Varese

può vincere perché lo vuole ancora con tutte le sue forze: vuole

onorare questi playoff il più a lungo possibile, vuole far vedere a

tutti che non è morta, vuole tornare ancora una volta a Masnago per

regalare alla città intera un´altra serata da ricordare, un´altra

partita di passioni, un altro sogno. Targato varesino.

KEYS: "VORREI ABBRACCIARVI TUTTI"

Gli occhioni bianchi ed espressivi di Billy Keys, solitamente così

pieni e luminosi, stavolta sono pieni di lacrime e stanchezza. Due

viaggi transoceanici in tre giorni per correre a casa a salutare per

l´ultima volta la nonna che lo ha tirato grande - una delle persone

più importanti della sua vita - lasciano il segno, specie su un uomo

dal cuore grande e sensibile come lui. Stasera ci sarà, perché questi

playoff se li è meritati e se li vuole giocare, e più di chiunque

altro è convinto di poterla vincere, questa partita. Ieri, prima

dell´ultimo allenamento, i suoi compagni sono andati ad abbracciarlo,

uno ad uno, senza dire nulla. Lo aspettavano, come lo aspettava tutta

Varese, perché quando un giocatore si mette sulle spalle la maglia

biancorossa, e la onora come Billy ha sempre fatto, diventa un figlio

della città, a cui volere bene. "E´ in questi momenti - racconta con

un filo di voce - che si scopre la bellezza e la profondità dei

rapporti umani. Io sono dovuto scappare in America, strappandomi con

la forza dai miei compagni di squadra che stavano giocandosi le

partite più importanti della stagione, quelle per cui abbiamo lottato

insieme per un anno intero. Dovevo farlo, dovevo salutare mia nonna:

fossi rimasto qui non me lo sarei perdonato per tutta la vita. Quando

mi hanno detto che sabato scorso, prima della partita, la curva mi ha

dedicato un coro, dai miei occhi sono uscite altre lacrime - pensavo

di non averne più - perché non me lo sarei mai aspettato". Benvenuto

a Varese, caro Billy: "E´ incredibile quello che è successo. Insomma,

io sono qui solo da qualche mese, eppure riesco a sentire questa

gente talmente vicina a me, che vorrei abbracciare tutti, dal primo

all´ultimo. Posso solo ringraziarli, vorrei davvero ringraziare di

persona ogni uomo, ogni donna, tutti quelli che hanno sofferto con

me". Un modo per farlo ci sarebbe anche, bisognerebbe vincere stasera

e tornare a Masnago venerdì: "Credetemi, non c´è niente che desideri

di più in questo momento. Voglio tornare a giocare in questo

palazzetto, voglio vedere con i miei occhi questo affetto enorme che

sentivo fin dall´altra parte dell´oceano, voglio sentire con le mie

orecchie il baccano infernale della curva e toccare con mano

l´immensa umanità della gente di Varese". Gliela dobbiamo, una serata

così: "Magari l´anno prossimo, che ne so, andrò a giocare in capo al

mondo, ma non potrò mai dimenticare quello che è successo in questi

ultimi giorni. Non potrò mai dimenticare Varese. Mai".

VINCERE NON E´ IMPOSSIBILE

Le due partite della serie hanno messo in chiaro che Varese ha tutte

le carte in regola per provare ad allungare la serie. E´ giusto

provarci fino in fondo, per onorare un campionato nonostante tutto

bellissimo, e continuare a vivere senza rimpianti. Ecco perché non

vanno prese come dichiarazioni spocchiose le parole di Carter "Io

venerdì voglio giocare un´altra partita" o di Capin "Proviamoci, che

ci costa?". Questa squadra non si vuole arrendere: non l´ha mai fatto

in tutto l´anno, non ha nessuna intenzione di incominciare ora.

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