Lucaweb Posted July 13, 2008 Posted July 13, 2008 di Francesco Caielli VARESE L'estate, tra la fine di una stagione e l'inizio dì un'altra, è fatta così. Si vola con il pensiero, ad immaginare acquisti importanti e giocatori decisivi, e si sogna la squadra che verrà, quella per cui soffrire e fare il tifo. I sogni che profumano d'estate sono i più belli, e spesso sono duri a morire. E allora lasciamoci andare e sognarne per davvero, giocando tra la fantasia e la realtà, in bilico tra quello che sarebbe bellissimo accadesse e ciò che potrebbe davvero accadere. Varese è una società a gestione familiare, che ogni anno deve fare i conti con un budget risicato e deve lottare con le mille difficoltà riservate a chi, oggi, decide di portare avanti una società sportiva. I Castiglioni meriterebbero un monumento in piazza Monte Grappa per quello che stanno facendo per tutta la città e per i loro sforzi, che si traducono in risorse importanti sottratte alle casse di famiglia per tenere in vita la pallacanestro. Ma è sempre più dura competere con chi può investire miliardi e, anche per il tifoso biancorosso più folle e affezionato, è sempre più difficile potersi permettere di sognare traguardi ambiziosi e vittorie. E invece Varese può vincere ancora, e i tifosi varesini se lo mettano bene in testa. No, non investendo i miliardi che investono società come Siena, Milano o Treviso. Ma scommettendo e rischiando. Puntando su giocatori che nessuno prenderebbe (Capin titolare, Passera dietro di lui) da affiancare a uomini dal rendimento garantito (Galanda e sotto le plance - dai, continuiamo a sognare -un centro vero alla Daniel Santiago), scegliendo allenatori giovani e capaci, con la sufficiente dose di follia nelle vene da provare ad inseguire un sogno, per davvero. Quando Recalcati venne a Varese non lo voleva nessuno. Allenava in serie B, al Gaverina, dove i tifosi delle squadre avversarie erano soliti mettersi dietro alla sua panchina a gridargli "Fallito, fallito". Chiapparo lo portò a Varese, contro il giudizio di tutti. E vinse, contro le previsioni di tutti. E allora rischiamo ancora, per provare a sognare. L'uomo da mettere sulla panchina di Varese - contro il giudizio di chi lo giudica ancora giovane e inadeguato - potrebbe avere il nome e il volto di Velijko Mrsic, uno che quando giocava già era un allenatore sul campo e che verrebbe di corsa ad allenare la squadra con la quale ha vinto uno scudetto splendido. E accanto a lui un uomo che vive per Varese e la sua squadra di basket come Cecco Vescovi. Forse - chissà - non saranno solo sogni.
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