Jump to content

Sarà una panchina di ragazzi del '99?


Lucaweb

Recommended Posts

di Giancarlo Pigionatti

Ora è divorzio fra Varese e Ruben Magnano. Non è consensuale né ammette ripensamenti. Ed è pure sorprendente, almeno per il tecnico il quale, al di là dell'aria che tirava in società, credeva verosimile una continuità, almeno sino all'"ultima cena" con Gianfranco Castiglioni che l'ha cortesemente messo alla porta.

«Credetemi, non me l'aspettavo», probabilmente il tecnico credeva sufficienti la stima e l'amicizia che lo legavano al grande patron per restare alla guida della Whirlpool per una stagione ancora, grazie alle garanzie di un contratto già in tasca. Che potrà diventare carta straccia solo quando Varese adempierà a tutti gli obblighi contrattuali per dire di stipendi e del corrispettivo al diritto di rescissione calcolato in 50.000 euro tondi tondi.

Fine di una storia, molto particolare per gli umori che il tecnico di Cordoba ha scatenato nella "piazza", entusiastici agli inizi, pessimi nei mesi scorsi. E per tanto subbuglio di pensieri nel club di via Sanvito Silvestro. Dall'oro di Atene alla polvere di Masnago dove, in alcune domeniche, Ruben s'è trovato solo tra l'avversione degli spalti. Eppure i play off contro Milano, con buona immagine della squadra e di sé, avevano chetato i quasi unanimi dissensi, tant'è che egli credeva d'essersi guadagnato una conferma, soprattutto con l'avvicinarsi del 30 giugno, entro il quale una delle parti si dovrà pronunciarsi qualora abbia deciso di rompere ogni rapporto.

Qualche cosa di simile è accaduto, niente di ufficiale ma l'amabile Gianfranco Castiglioni s'è fatto capire benissimo. Ci si può dividere anche durante un fraterno convivio: nella cena più sacra : e famosa della storia fu un bacio a fare notìzia... Di un tradimento. Gianfranco Castiglioni, sicuramente, non ha tradito nessuno, anzi e probabilmente, sarebbe "morto" con il "suo" Ruben ma di fronte a equilibri societari, anche per amore del figlio presidente (che sta lavorando bene, sennò avrebbe fatto prima a esautorarlo) ha voluto dare, seppur a malincuore, la sua impronta autorevole a un possibile cambiamento. Ruben è uscito dall'incontro con acuti rimpianti, fors'anche un po' confuso, dopo quasi tre stagioni di affettuosi pensieri da parte del proprietario. Annunci ufficiali non ce ne sono ma le dichiarazioni del tecnico, che riflettono un preciso stato d'animo, non sembrano lasciare dubbi. Bastano infatti alcune sottolineature per capire d'aver fatto il proprio tempo, incalzato e disarcionato Magnano dalle sollecitazioni di una filosofia "ubbidiente" a un determinato budget di spesa nel quale il suo ingaggio (225.000 euro netti a stagione) si collocava in cima alla lista, poco sotto a quello di Galanda, uomo forte in campo mentre Holland, per la cronaca, figurava al terz'ultimo gradino della scala dei salari. La componente economica, non rischiarata da strabilianti risultati, era diventata una forte pregiudiziale della società nei confronti di un allenatore la cui squadra aveva, come massimo obiettivo, un posto (anche stiracchiato) nei play off. Del costo dell'allenatore abbiamo spesso discusso, per dire di un punto a suo sfavore ma senza colpe: qualcuno l'avrà pure ingaggiato a cedeste cifre.

Che non sono poi così esagerate: Pillastrini, tanto per fare l'esempio di un tecnico nel mirino della società (se non già, in queste ore, alla Vidivici), non costa molto meno.

Quindi, soldi a parte, a giocare contro il tecnico, sono state scuole di pensiero diverse nelle persone di Claudio Castiglioni e Gianni Chiapparo che sognano una squadra più frizzante e garibaldina, più giovane e imprevedibile, più da avventura e spettacolare. Insomma più audace ancorché spericolata. Inattuabile stando alle concezioni rigorose di Magnano. «Il quale - osserva il giovane presidente - è stato una figura carismatica e cruciale in queste ultime stagioni durante le quali, attorno a un personaggio così prestigioso, abbiamo messo insieme squadre più credibili e stabili, infine assicurato alla società uno stile di serietà che, francamente, mancava negli anni precedenti, attraverso un andirivieni sconcertante, fors'anche grottesco, di giocatori e, soprattutto, di allenatori. Se Varese prima era un "porto di mare", nel quale si rischiava di affogare nel ridicolo, negli ultimi due campionati, la linearità ci ha fatto guadagnare punti e considerazione. E un settimo posto». Claudio Maria Castiglioni, giustamente, si attribuisce meriti nel riconoscerne a Magnano almeno sin quando non è arrivato il momento di riconsiderare una filosofìa di squadra, ormai viziata da un rendimento stagnante e senza fibrillazioni di piazza. Il presidente cita Cantù e Biella come esempi per costi (inferiori) e avventure (emozionanti) di campionato.

Capiamo e ci adeguiamo ma, personalmente, preferiamo una terza via. Voltiamo pagina non indifferenti, soprattutto per la curiosità di scoprire il futuro in panchina, quindi in campo dove si tradurrà il lavoro dell'eventuale sostituto di Magnano. Un anno fa osservammo che se Ruben fosse rimasto, saremmo stati contenti, come pure - aggiungemmo - se avesse lasciato Varese. Ci possiamo ripetere tranquillamente avendo nulla a che vedere con campagne pubblicitarie, da opinione all'ingrosso, dispiacendoci invece di fronte a un addio abbastanza avvelenato per un uomo che abbiamo imparato ad apprezzare. Certo, il tecnico resta criticabile per non aver mai cambiato sistema e metodi nonostante pesanti e solenni lezioni. Già, ma chi sarà il nuovo "manico"? Innanzitutto aspettiamo un annuncio ufficiale, riservandoci la vita, e spesso, sorprese. Certo è che il nome di Pillastrini circola, e poco simpaticamente, da tempo. Ma c'è la Vidivici, squadra da Eurolega, che lo sta marcando a pressing. Il presidente e Chiapparo puntano in cuor loro, e non da ieri, all'ipotesi più suggestiva e coraggiosa, non importa se rischiosa, come lo è una grande scommessa. Riguarda Mrsic capo allenatore e Cecco Vescovi assistente, due principianti o quasi della panchina ma sono due campioni della Stella, amatissimi da Varese la cui piazza non oserà metterli in discussione ai primi momentacci. L'accoppiata è da "panchina dei ragazzi del '99".

Varese potrebbe ripartire da un passato di furore per nostalgie con una tendenza più nostrana nel nome di Vescovi cui Claudio Castiglioni ha un debito di riconoscenza dopo l'odioso taglio di anni fa (lo riconosceva ieri il presidente) e di Mrsic che sembra nato, si diceva quando giocava, per fare l'allenatore. Potremmo insistere per Lino Lardo ma Mrsic e Vescovi sono campioni e amici. Staremo a vedere, non prima di una rinuncia ufficiale a Magnano che scade a giorni.

Link to comment
Share on other sites

×
×
  • Create New...