Jump to content

"Mrsic e Vescovi hanno bisogno di una spinta"


Lucaweb

Recommended Posts

di Giuseppe Sciascia

Crede fortemente nelle qualità del nuovo staff tecnico Gianni Chiapparo: il dirigente biancorosso che ha "scommesso" sin dal momento dell'addio a Ruben Magnano sul trittico dei "ragazzi del 1999" formato da Veljko Mrsic, Cecco Vescovi ed Andrea Meneghin sottolinea come il suo orientamento non sia nato soltanto per l'amicizia che lo lega al nuovo staff e chiede alla gente di Varese di dare il massimo sostegno ai tecnici biancorossi: «L'amicizia tra i tre nuovi allenatori, alcuni giocatori ed il sottoscritto è un filone importante, anche se non è stata la componente decisiva per determinare le nostre scelte. Abbiamo ingaggiato Mrsic e Vescovi perché crediamo nelle loro qualità e siamo convinti che abbiano dei valori importanti da trasmettere alla squadra. L'amicizia può aiutare

perché la serenità garantita dal legame tra queste componenti può rendere più facili le cose. Sono convinto che il rischio di affidarci a degli esordienti si possa contenere con la grande capacità tecnica e intelligenza cestistica che hanno sempre mostrato nella loro carriera da giocatori. Certamente faranno i loro errori ma noi staremo al loro fianco, al pubblico chiediamo di fare la stessa cosa e di sostenerli come quando erano giocatori».

Il nuovo staff tecnico, impegnato ieri per la prima volta a Masnago in una mini-seduta di allenamento che ha visto impegnati il neoacquisto Marco Passera ed i giovani Marusic, Antonelli, De Jonge, Rosignoli e Padova, si calerà perfettamente nelle scelte di filosofia societaria dettate dalle necessità economiche.

«Per Ruben Magnano la società era rappresentata dal solo Gianfranco Castiglioni d'altra parte , fu proprio lui a ingaggiarlo quando era presidente - spiega Chiappare -. In seguito le cariche sono state modificate con la promozione di Claudio Castiglioni e con il mio arrivo ma, nonostante la nostra disponibilità, non abbiamo avuto il giusto grado di collaborazione. Ora abbiamo puntato su un uno staff tecnico disposto a sposare la filosofia di una società che vuole ottimizzare i costi per garantirsi un futuro ad alto livello. Non vogliamo ridimensionare i programmi e le ambizioni ma soltanto redistribuire il carico dei costi. Il pubblico ci da tanto a livello di abbonamenti e biglietti ma, per garantirci una continuità, abbiamo bisogno di aumentare le entrate da parte degli sponsor. Molte persone si sono avvicinate alla Pallacanestro Varese grazie al buon finale di stagione, speriamo di poter concretizzare questi rapporti per evitare che la famiglia Castiglioni rimanga sola a reggere il peso della gestione e perché un domani Varese possa avere ancora una squadra competitiva».

Una filosofia diversa anche sul mercato, ora Varese punta su una "tipologia" di giocatori di fascia d'età diversa rispetto al passato, anche se finora sono arrivati due italiani pur emergenti come Passera e Boscagin a rimpiazzare due americani come Keys e Carter. E Chiapparo "vede" anche una filosofia tecnica diversa puntando su una coppia di registi "pie veloci": «Per il tipo di gioco di Magnano, il meglio che gli potevamo offrire erano i giocatori esperti attorno ai 30 anni sui quali abbiamo puntato in passato. Ma le spese di gestione erano arrivate a livelli insostenibili. Non ritengo che i nuovi arrivati siano molto inferiori a quelli che sostituiranno: Passera è un varesino che ha la possibilità di mettersi in luce mentre da Boscagin ci aspettiamo la consacrazione di una carriera per ora sfortunata.

Certo con due playmaker come Capin e Passera sarà necessario fare un basket più veloce; questo non vuol dire che vinceremo di più, però vogliamo tornare a essere una squadra briosa, recuperando il consenso di quella fascia di pubblico che, negli ultimi due anni, non si divertiva più, magari stemperando certe tensioni con una mentalità "simpatica" come quella dei vecchi Roosters». Chiapparo si dichiara

soddisfatto dell'attuale base di partenza, anche se a dare la misura finale del valore della Pallacanestro Varese saranno le scelte sul mercato americano: «Galanda e De Pol garantiscono un asse solido su cui fare affidamento in campo e in spogliatoio. E, per il secondo anno di fila, avremo lo stesso playmaker, cosa che non accadeva dai tempi di Pozzecco. Sono convinto che Hafnar potrà dare molto di più dello scorso anno essendo stato l'elemento più sacrificato, ed anche Fernandez potrà avere

più spazi per le sue fiondate in transizione. Non vedo un grosso margine di rischio, abbiamo tutti

i visti extracomunitari a disposizione; decideremo se utilizzarne subito

2 o 3. Per il momento ci sono solo idee della tipologia di giocatore che vorremmo ingaggiare e non nomi ben precisi, stiamo "scremando" tra oltre 50 elementi che ci sono stati proposti. Ma se troviamo un buon giocatore, non guardiamo in che ruolo sia: le occasioni vanno prese al volo».

Link to comment
Share on other sites

×
×
  • Create New...