Jump to content

Recommended Posts

Posted

di Francesco Caielli

VARESE Roberto Cimberio non sta più nella pelle. Impaziente di iniziare a fare sul serio, di vedere la squadra scendere in campo con il suo nome scritto sulle maglie, di soffrire e tifare. Ma anche sorpreso, per una nuova avventura appena iniziata a fianco di persone semplici e amiche, con le quali è facile e naturale andare d'accordo. «Per quanto mi riguarda - ma credo di parlare anche a nome di mio padre - è accaduta una cosa un po' strana: conosco la famiglia Castiglioni da poco, pochissimo tempo, eppure mi sembra che si sia già sviluppato un rapporto fraterno, quasi intimo. Tra me e Claudio è nata subito un'intesa perfetta, mentre mio padre e il signor Gianfranco sembrano già inseparabili: ma guardateli, sono uguali!».

A ventiquattr'ore di distanza dalla vostra presentazione, solo sensazioni positive?

Assolutamente sì, positive e condivise da tutti quelli che erano presenti. Ho visto un gruppo di amici, tra i quali metto anche i rappresentanti della stampa: non ero abituato a vedere rapporti così sereni, aperti, sinceri tra giornalisti è società. Bello.

Sempre più convinto, quindi, della vostra scelta di venire a Varese?

Se prima ero convinto, ora sono convintissimo. È iniziata un'avventura: ci divertiremo, vi divertirete.

Da uno a dieci: quanto è stata importante la figura di Chiapparo nella vostra decisione?

Cento, anzi: mille. Conosco Gianni da tanti anni, e l'ho sempre stimato tantissimo. Mi ha insegnato tanto, come insegnante e come allenatore, e tra tutte le persone che ho incontrato nella mia vita lui è una delle poche che non ha mai deluso le aspettative. Sarò sincero: se mi avessero telefonato i Castiglioni, chiedendomi di sponsorizzare la loro squadra, avrei risposto picche. Esattamente come ho risposto alle altre società (di pallacanestro, e di serie A1) che ci hanno cercato appena si è saputo che non avremmo più sponsorizzato Novara. Invece ha chiamato il Gianni.

Come ha fatto a convincervi?

Si è posto come garante, mi ha assicurato che la società verrà portata avanti seguendo valori che per me sono imprescindibili. Noi non vogliamo essere uno sponsor da mungere e basta. Noi siamo qui perché siamo appassionati. E la passione sarà il filo conduttore di questa avventura.

Siete e sarete coinvolti anche nelle scelte di mercato?

Sì, anche se le decisioni ultime spetteranno alla società. Però siamo molto partecipi, e a questo proposito racconterò un aneddoto: qualche tempo fa ci siamo trovati a pranzo, la mia famiglia e Gianni Chiapparo, e abbiamo iniziato a parlare di giocatori e allenatori: siamo stati a tavola più di quattro ore. Quando si è iniziato a discutere di allenatori, a me è venuto istintivo un nome: Vescovi. Il Gianni mi ha sorriso.

Perché Vescovi?

Lui è la sintesi di tutte le cose più belle che ci sono nello sport: serietà, onestà, coerenza, onore, rispetto. Se c'è il fattore umano, quello tecnico passa in secondo piano: ecco perché lui, a fianco di Mrsic, farà benissimo.

Che squadra sarà la Cimberio Varese?

Io amo le squadre veloci, spettacolari, frizzanti, giovani. Quelle squadre che fanno divertire, che appassionano la gente e la fanno venire al palazzetto. Odio le partite che finiscono 50 a 45: magari saranno bellissime perché le difese hanno lavorato alla grande, ma sono noiose da morire. La Cimberio Varese me la immagino proprio così.

Tra poco inizierà la campagna abbonamenti. Cosa si aspetta?

Sarà il primo vero banco di prova, e sinceramente sarei molto deluso se la città dovesse rispondere freddamente. Noi ci stiamo impegnando molto, mettiamo soldi e competenze, ma tutto ciò che facciamo rischia di diventare fine a se stesso, se non c'è la passione della gente. Ma credo di conoscere un po' Varese, e so che è una città che non ha paura delle novità.

Proviamo a pensare ad un ideale slogan per la campagna abbonamenti?

Ieri vedevo un film sui tre moschettieri, e allora la butto lì: un gruppo di famiglie si è messo insieme per creare una famiglia più grande, condividendo esperienze, valori e competenze: per un obiettivo comune, da inseguire senza mai dimenticare i valori più importanti. Mi piace pensarla così, e io credo che non ci siano traguardi troppo grandi da non poter essere sognati.

In America dicono "Il limite è solo il cielo". Può andare come slogan?

Bello. Ma preferirei qualcosa del tipo: "Il limite è solo lo scudetto". Avrete capito che non sono scaramantico, solo molto pratico e realista.

×
×
  • Create New...