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di Giancarlo Pigionatti

Il Perdono d'Assisi come momento di devozione e rinnovamento augurale.

San Francesco e Pallacanestro Varese, come dire sacro e profano, in comune hanno nulla ma la ricorrenza porta in grembo particolari motivi di ritrovo per Gianfranco Castiglioni che, da buon devoto al santo e grande proprietario della squadra, ancora una volta, ha condiviso i suoi sentimenti con amici e gente di basket.

Innanzitutto davanti alla "sua " Porziuncola per una messa, poi nel parco della propria "casa bianca ", per rinnovare la sua promessa di impegno dopo tanti crucci. In una sera come salmi che finiscono in gloria.

L'anno scorso, in piena festa, l'annuncio sussurrato di Giacomo Galanda anticipò l'altro, quasi a notte fonda, di Claudio Maria presidente, cui il padre, a sorpresa, passò la mano. Ieri Gianni Chiapparo, credente ben oltre alle realtà terrene di mercato, avrebbe voluto servire, come ciliegina sulla torta, il ritorno di Delonte Holland il cui addio già sembrava scontato. Ma se questa è la festa degli annunci importanti, la famiglia Castiglioni non l'ha disertata, avendo messo le mani su Marcus Melvin che sarà il nuovo "centro" della Cimberio Varese.

Giust'appunto, Melvin. Che abbiamo anticipato ieri su queste colonne: l'operazione, adesso perfezionata e ufficializzata, colma un primo gran vuoto nel roster biancorosso. Melvin, pivot della neopromossa Rieti, dominatore in LegaDue, porta in dote 19,7 punti e 9,2 rimbalzi di media a gara, pure con il 75% di realizzazione ai "liberi", particolare questo non trascurabile dopo il tabù-Howell in lunetta. Le referenze dell'americano, più muscolare e con buona predisposizione al tiro rispetto al sostituito, promettono buone cose, pur dovendo attendere il 25enne americano al cruciale cambio di categoria. Melvin c'è, aspettando il sostituto di Holland e una guardia, insistiamo, per spingere ogni nuvolone oltre le Prealpi.

Ora un po' di entusiasmo ci vuole, al di là del "bel vedere" di ieri, per ricordi gioiosi, Mrsic, tra i memorabili artefici della stella, accanto a Passera e Boscagin, un giovane varesino e un italiano in cerca di gloria vera.

Sicuramente sembra lontano anni luce il mese di maggio quando Gianfranco Castiglioni, in un palazzo dello sport crepitante di applausi, alla fine di una avventura onorevole contro la più quotata Milano, osservò stancamente che se a Varese fosse mancato qualche

cosa, riguardava chi la potesse sul serio comprare. Come dargli torto in quel momento con più di due milioni di euro da ripianare di tasca propria, assommati ai tanti denari spesi negli anni precedenti per immenso spirito di servizio nei confronti della sua città che ha questa famosa passionacela.

Con un passo molto più corto, secondo la gamba, il club biancorosso ha cercato nel frattempo di fare necessità virtù per assicurarsi una continuità tecnica dignitosa: via Magnano ed eliminati i suoi costi, ecco Mrsic e Vescovi che guadagneranno meno della metà del tecnico argentino e di qualche giocatore, da panchina, questione di operazioni datate e sbagliate, Gianni Chiapparo, sempre più decisivo nelle strategie biancorosse, ha battuto ogni pista a caccia di risorse e le ha trovate in un vero appassionato qual è Cimberio il quale, fortunatamente per Varese, ama questa città per i suoi indimenticabili trascorsi in anni ruggenti al Convitto De Filippi. Cimberio desiderava da tempo di legare la sua azienda ma anche la sua figura dì uomo di basket a Varese, lo stesso Mario Ghiacci lo propose a suo tempo ma non se ne fece nulla perché venne ritenuto uno sponsor di serie A2. Come lo era e lo fu sino a qualche mese fa, dovendo ora compiere un salto di qualità attraverso una sana competitivita della squadra. Conoscendolo, per quanto racconti chi lo ha frequentato sui campi, Cimberio è il tipo capace di mettere mano al portafoglio per portarsi a casa un talento che lo ha stregato. Se può farlo, non v'è che l'imbarazzo della scelta attraverso Chiapparo e Mario Oioli i quali hanno di che scegliere. Il loro mestiere lo sanno fare, bastano una severa cognizione della realtà e altro "dinero". Sicuramente, nel bel mezzo della festa, Gianfranco Castiglioni, non s'è sentito solo, gratificato dall'attenzione dei suoi invitati ai quali, rappresentando essi simbolicamente città e provincia, egli "regala", da anni, un'avventura nel grande basket.

Varese squadra sta prendendo una sua fisionomia, mancando ancora, nei momenti in cui la propria prevedibilità sembra ferro vecchio, due atleti capaci d'esser estemporanei e fare la differenza. C'è bisogno di un'ala e di una guardia, tecnicamente di valore, dovendo la squadra compensare i 47 punti di media a gara lasciati nelle valigie di coloro che sono partiti, quindi per ricollocarsi con forza in quota play off. Chiapparo, cui dobbiamo dare atto di un realismo che riporta alla razionalità i suoi istintivi e originali slanci di sentimentale sognatore, sta credendo decisamente nell'uomo in più, rispetto ai primi progetti. Certo, serve altro denaro, rastrellabile attraverso le operazioni di marketing sue e di Zamberletti: basti citare Cimberio, Far, Ubi cui s'aggiungono, sulla maglia, Casti Group, Nike eDiVetture, per dire d'una squadra di sponsor accanto alla prima, quella di Mrsic. Cui s'identifica un'intera provincia.

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