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Mrsic chieda e gli sarà dato


Lucaweb

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di Giancarlo Pigionatti

Chieda, gli sarà dato. Meglio due uomini di valore che uno: elementare Watson! Anzi Mrsic. Il quale, al contrario, s'accontenterebbe anche di uno solo, e di talento, almeno come Dio comanda. Mrsic mostra grande sicurezza, forse troppa. L'autostima è capibile, soprattutto gli fa onore la convinzione delle proprie virtù di tecnico, seppur all'esordio in un campionato da "strage degli innocenti". Ma un grande allenatore non fa grande una squadra, semmai accade il contrario. Mrsic, sostenutissimo dall'avvenente consorte, farebbe bene ad avere maggior cognizione della realtà del nostro campionato nel quale Varese deve già raffrontarsi con tutte le avversarie in allestimento. Conseguenza logica di un minimo di preoccupazione dovrebbe essere un deciso potenziamento della Cimberio affinchè faccia valere, già in teoria, margini di garanzia e certezza ai fini delle proprie aspirazioni. Che devono corrispondere alla piazza soprattutto in piena campagna abbonamenti. I tifosi non pretendono lo scudetto e nemmeno l'Euralega, vogliono però divertirsi ed entusiasmarsi al fianco della squadra. I play off non come la luna ma un punto realistico d'arrivo o, dipende, di partenza...

Avrebbe ben altra storia un'azzardata scommessa in una squadra dal potenziale discutibile, dipendente da molti imponderabili ed eventi. Oggi, ad esempio, la Cimberio Varese, pure con Marcus Melvin, potrebbe essere collocata tra il decimo e il dodicesimo posto. Si tratta di un tetto teorico, opinabile, quindi discutibile ma, oggi come oggi, è meglio essere più severi che indulgenti. E non il contrario. Dunque, maggior realismo e meno illusioni,

sennò sono mazzate sui denti. Chi sogna troppo, rischia spesso sgradite sorprese al suo risveglio. Meglio tenere gli occhi aperti per individuare quei limiti, giust'appunto abbattibili attraverso scelte giuste di potenziamento. E due "vedettes", ovviamente, fanno più di una, sempre che non si calpestino i piedi. Ma una guardia e un'ala non hanno di questi impicci, anzi se risultassero due "trivelle" nelle difese avversarie, la Cimberio aumenterebbe decisamente il suo potenziale in quota play off. Confidiamo nel giovane Castiglioni e in Gianni Chiapparo il quale, da sognatore qual era, sta diventando molto più realista: evidentemente il maggior potere, determinato dalla totale fiducia della società e dalla libertà di movimento nelle decisioni, lo sta attrezzando in lucidità e lungimiranza. Non solo ma il direttore generale ha in Mario Oioli un serio e capace operatore di mercato, del quale ha apprezzamento, potendosi così dedicare ad altre faccende, più politiche, d'una società che sembra dare nuovi segnali d'espansione attraverso il coinvolgimento di più forze attorno alla Pallacanestro.

Il segno è chiaro, viene dai piani alti del club, basti sottolineare l'apertura a Renzo Cimberio, oggi sponsor ma un giorno socio forte, come s'augura Claudio Maria Castiglioni, pronto a spalancare le porte ad altri imprenditori, purché la condivisione di un progetto faccia nascere rapporti giusti. O vivacchiarle o crescere. Per la verità v'è anche il rischio di sparire ma sin quando i Castiglioni daranno l'esempio, la squadra più amata della provincia non tramonterà. Ora però la Cimberio deve diventare più competitiva che mai. E torniamo a Mrsic il quale, invece d'apparire un incontentabile, come molti suoi colleghi, si mostra già soddisfatto. Il croato, quando era un vero asso dei canestri, aveva in mente di fare l'allenatore, probabilmente gli è innato questo bel "mestieraccio". Sicuramente avrà idee chiare e sarà un cannone ma, a scanso di equivoci, anche perché in campo andranno altri e non lui, che sapeva come e quando fare canestro, farebbe bene ad avvalersi di un gruppo più tecnico, più fisico e meno prevedibile di quello attuale, appunto e convenientemente da rinforzare. Certo, Mrsic s'attende un elemento di spessore ma, insistiamo, non basta.

Il tecnico croato non rimpiange nemmeno Delonte Holland e spiega perché: «Appena vidi in partita l'americano, non ricordò in quale trasferta ma poco importa, me lo annotai per proporlo a quel club croato nel quale avrei allenato. Venne poi la chiamata di Varese ed Holland, magari anche improbabile, era nell'aria. Infine l'americano ha preferito altre strade pur offrendogli Chiapparo un fior di contratto rispetto ai nostri salari. Per questa ragione credo che, se Delonte fosse rimasto, probabilmente avrebbe recitato la parte di "primadonna", legittimato dallo stesso riconoscimento, di privilegio, da parte della società. E' solo una supposizione ma essa autorizza a non avere rimpianto alcuno, ovviamente nell'attesa di un sostituto altrettanto valente». Possiamo eccepire ma non troppo se ben ricordiamo

Pozzecco il quale, nelle stagioni di sua padronanza assoluta in una squadra di poco valore, finì per "mangiarsi", come sofficini, gli allenatori e i compagni più deboli. A pagina voltata lo stesso Chiapparo, che ha creduto, almeno sino all'evidenza dei fatti, nel ritorno di Holland, sta pensando di poter utilizzare le risorse destinate all'asso di Maryland per concedersi due acquisti, uno dei quali, magari, nel periodo dei tagli Nba.

Mrsic, nei due anni per i quali è stato scelto come guida di Varese, dovrà sedersi non su una polveriera ma su una panchina che sembri una poltrona. Dunque, lasci fare.

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