Chiapparo:"Un'occasione gettata ma Varese ha giocato"

[Lucaweb]

di Francesco Caielli

VARESE Per riuscire a trovare motivi di soddisfazione e fare emergere qualcosa di positivo dopo una partita come quella di Roma, in genere, bisogna lasciar passare un po' di tempo. Eppure, anche a distanza di ventiquattr'ore, nella voce

di Gianni Chiapparo c'è ancora tanta delusione.

Perché Varese, quella partita, l'aveva davvero vinta (undici le lunghezze di vantaggio quando mancavano quattro minuti alla sirena): e non l'aveva vinta grazie a regali altrui, ma giocando davvero bene e meritando in pieno due punti che sarebbero stati davvero belli e importanti. «Abbiamo buttato via una grande occasione - dice Chiapparo, che con la squadra è stato costretto a una levataccia per salire sull'aereo che alla sette del mattino è partito da Fiumicino per Malpensa siamo arrivati a un passo dal compiere una bellissima impresa, e poi ci siamo fermati sul più bello».

Cosa è successo in quei tre minuti maledetti?

Abbiamo smesso di giocare, ci siamo bloccati, abbiamo gestito male tutti i nostri attacchi e abbiamo smesso di difendere. Roma ne ha approfittato capitalizzando al meglio la situazione, ma la colpa è solo nostra: non si può sperare

di vincere i aspettando

gli errori degli altri, bisogna essere bravi a farli sbagliare.

E per trentacinque minuti Varese ci era pure riuscita.

Vero, abbiamo visto per lunghi tratti una bella squadra che è stata capace di giocare un basket anche divertente e bello da vedere. Poi è subentrata un po' di stanchezza, e ci si è messa pure la tensione che ti colpisce quando ti rendi conto che stai per vincere una partita importante. Ci siamo bloccati in due occasioni: alla fine del primo tempo, e loro sono arrivati a meno uno. E negli ultimi tre minuti, e Roma ha pareggiato.

Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno?

Ma sì, di cose positive, a ben vedere, ce ne sono state parecchie: con un organico fortemente limitato abbiamo giocato una signora partita conducendo fin quasi alla fine su un campo come quello di Roma. E non è poco. E poi, lo ripeto, la squadra è riuscita anche a giocare bene per lunghi tratti. Purtroppo alla fine abbiamo vanificato tutto: quei due punti in classifica sarebbero stati davvero tanto, tanto importanti.

Torniamo a quei minuti finali, perché non si ripetano più. Cosa è stato, oltre alia stanchezza, a bloccare la squadra?

In campo ci vanno dei giocatori che sono anche degli uomini e che, nel nostro caso, sono dei ragazzi. Abbiamo fatto degli erroracci, che dovremo cercare di non ripetere più: ma è lo scotto che ogni tanto si deve pagare quando decidi di puntare sulla gioventù.

Sabato arriva Udine: c'è qualche speranza di vedere una squadra più completa?

No, io la vedo molto dura: difficilmente i due infortunati potranno recuperare per la partita di Masnago, e credo che la squadra che affronterà Udine sarà la stessa di Roma.

Ma come: e Beck?

Beck ha in mano tutti i documenti, e mi dicono che potrebbe prendere un aereo già nelle prossime ore. Ma siccome è da un mese che mi dicono la stessa cosa, io non ci credo più. Finché non lo vedrò in palestra ad allenarsi, per me è come se non ci fosse. Se arriverà in tempo per la partita di sabato, ben venga. Altrimenti faremo senza.

Queste complicazioni burocratiche che stanno ritardando l'arrivo del giocatore proprio non le vanno giù. Con chi prendersela?

Con tutti e con nessuno: l'unica cosa certa è che ad essere danneggiati siamo stati solo noi. La situazione è paradossale: gli incartamenti sono nelle mani del Coni, organismo con il quale - non ci crederete - è impossibile comunicare. Noi non possiamo chiamare i loro uffici per avere notizie sui documenti relativi a un nostro giocatore. È una cosa assurda, visto che il Coni è un ente che dovrebbe tutelare le società: venerdì prossimo è in programma una riunione di Lega, e questo sarà un aspetto del quale proporrò di discutere. Bisogna trovare una soluzione per il bene di tutti, perché quello che sta capitando a noi non succeda anche ad altri.