Lucaweb Posted July 14, 2008 Share Posted July 14, 2008 di Giancarlo Pigionatti Un pò ' di lotta greco romana e di tiro al piattello. Qualche cosa di simile, naturalmente con il pallone di mezzo, è il basket di oggi, su tutti i campi, tanti corpo a corpo in area e parecchi spari, molti a salve, dal perimetro. Domenica, tra tivù e Masnago, abbiamo assistito a quattro partite e mezzo, ci è bastato per accertare, quel che paventammo mesi fa attraverso lo specchio, e di ben altro valore, degli azzurri, privi di un dettato di gioco, d'un leader vero e di centri degni d'appuntamento sotto i tabelloni, tant'è che Carlo Recalcati ricorda il suo rammarico per l'assenza di Rocca che supera di poco l'uno e novanlacinque di statura. La presenza di quattro americani, tra i quali scarseggiano i talenti puri, fa il paio con difese ruvide e fisiche, povere di centri di valore: Risultato? Gli esterni, senza un sicuro punto di riferimento interno e sprovvisti di vera classe, per zigzagare irresistibili in area, sparacchiano a più non posso o carambolano tra palla e difensori, peraltro abbiamo visto fare di meglio al flipper. Questo è solo uno spaccato, anche provocatorio, di quel che sta accadendo nel nostro massimo campionato, evidentemente le eccezioni vi sono e non sono poche, come i momenti di linearità, da vecchio e sano basket ma le stelle e lo spettacolo hanno ben altra faccia. E' anche vero che a molte squadre bastano due, tre negroni per aver ragione degli avversari in quegli episodi che spaccano una gara. Ne è priva Varese la quale tuttavia si tiene sirena un signore dei canestri come Galanda ("quanto mi mancò", osserva ancora il cittì) e un play di valore come Capin, due enormi "foglie di fico " che servono a nascondere alcune imbarazzanti nudità della Cimberio. Galanda e Capin sono cestisti, d'una specie da salvare, semmai ricamabile, per rendimento e spettacolo, con un asso esterno e un pivot di marca che ancora Varese deve trovare. Naturalmente vanno bene Passera (ormai in pianta stabile tra le vedettes biancorosse) e Boscagin (ancora un po' da sbloccare), per dire di Hodge che qualche collega definisce talentuoso (un termine che, personalmente, lasciamo solo a Holland e ai suoi simili) ma Julius non lascia mai la squadra senza punti e i suoi sono pure di serie, raccolti sotto il muro avversario, di forza e alla faccia dei lunghi. Bisognerà vederlo contro Siena e qualche altra grande, quando esse si saranno assestate, per dare un giudizio compiuto sul nuovo americano il quale ha spirito di squadra. Dalla vecchia guardia sappiamo che cosa aspettarci, mentre Melvin, restando alle nostre visioni, magari sfortunate, ci sembra modesto, mancandogli personalità e quel "quid" di baldanza che serve per osare di più, pur con tanta voglia di fare. Beck, invece, ricorda "Messico e nuvole" ("che voglia di piangere che ho"), un famoso brano di Jannacci. Certo, non è lui l'uomo che un po' tutti attendevano. Restiamo in sala d'aspetto, augurando a Beck un giusto ambientamento in squadra e in città, anche se il campo non ha certo bisogno di latitudini ideali e dimore adeguate per far esprimere a un atleta il proprio valore. Probabilmente la squadra dello scorso anno, in questo inizio, con valori massacrati, sarebbe prima, se non seconda, intendendola con lo stesso Mrsic, visto un ancora fragoroso Holland a Cantù, reintegrato da patron Sabatini il quale, ancora una volta s'è detto e contraddetto, per averlo estromesso alla vigilia e reintegrato prima della gara, con altri tre "discomani" (nel senso di amanti delle discoteche). Varese sta pagando un avvio, oggettivamente, avverso e per pura sfortuna (con Galanda e Capin in campo contro Udine, oggi avrebbe 4 punti in classifica) ma restano le riflessioni sul suo mercato molto emotivo, un pò ' all'ingrosso e sicuramente all'evviva il parroco. Contro Rieti, a un certo punto, i tre americani stavano in panchina, affidandosi Varese alla vecchia guardia, dei quali - osservava qualcuno - sono rimasti quelli sbagliati, mentre se ne sono andati i giusti. L'osservazione calza ma non per Holland che la società, soprattutto Chiapparo, ha cercato di riportare a Varese -ed è il caso di dire - a tutti i costi, spingendosi o offrirgli 300.000 euro netti mentre a Bologna, almeno quest'anno, guadagnerà meno. Poi però il club biancorosso non ha utilizzato la stessa somma per assicurarsi un asso più o meno di quella fatta ed ora ha un giocatore in più, senza spessore, tra gli esterni quando, con la stessa somma spesa, ne avrebbe uno solo ma super. Magari... La società può sempre provvedere, pur costandole più denaro e maggior rischio. Nel frattempo sono arrivati i due punti, che hanno l'effetto di ansiolitici, d'ora in poi, a cominciare da Teramo, servono però i ricostituenti. In un campionato così, quale sintesi del nostro pensiero, e per dirla come Recalcati, si vince essendo non meglio ma meno peggio. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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