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(g.s.) - Ancora in dubbio il recupero di Alexsandar Capin in vista del derby di domenica a Milano. Ieri l'atleta sloveno ha svolto un nuovo test per verificare la "tenuta" del ginocchio operato a settembre che la settimana scorsa ha fermato nuovamente il play del 1982 dopo un colpo subito in allenamento. Meno positive rispetto a mercoledì le sensazioni del giocatore ex Reggio Calabria che ha accusato ancora dolore nell'effettuare esercizi contenenti dei cambi di direzione. Così la decisione sull’eventuale "riattivazione" di Capin è stata rimandata a oggi, anche se è chiaro che, alla luce dei 10 giorni di stop, l'eventuale utilizzo del giocatore contro Milano sarebbe forzatemente limitato. Appare probabile che la Cimberio scenda in campo con gli effettivi di domenica scorsa contro Napoli, visto che gli "incartamenti" relativi al visto per il tesseramento di Mate Skelin sono partiti ieri mattina dalla sede della Pallacanestro Varese, appena dopo la firma del contratto. L’auspicio è che sia tutto pronto entro la metà della prossima settimana. Nessun problema invece per Giacomo Galanda, a riposo negli ultimi due giorni a causa di un affaticamento generale: l'ala-pivot ex di turno nel derby di domenica tornerà in palestra da oggi.

Ha le idee chiare Mate Skelin su quale sarà il suo compito nell'economia di una Cimberio Varese che - dopo l'ufficialità della firma del contratto, avvenuta nel primo pomeriggio di ieri - ha finalmente trovato nel 33enne giocatore ex Cibona, Le Mans e Fortitudo Bologna quell’ "omone d'area", tanto mancante quanto evidente, altresì voluto da Veljko Mrsic da un paio di mesi a questa parte.

Un pivot fatto e finito dall'alto dei suoi 213 centimetri per 120 chili abbondanti, che dovrà aiutare Varese nelle battaglie d'area, in attesa che la società biancorossa individui il secondo rinforzo, quello perimetrale, per completare la "campagna acquisti" di riparazione.

«Sono qui per dare muscoli, esperienza e sostanza sotto canestro a una squadra che mancava di un vero uomo d'area - spiega il centrone croato -. In un campionato come quello italiano, tra i più competitivi in assoluto tra le leghe europee, avere un pivot che possa garantire fisicità su entrambi i lati del campo è molto importante, visto che quasi tutti i team hanno un elemento del genere in organico. Sono un centro "vecchio stampo"? Per certi versi è vero, le mie caratteristiche sono quelle di un elemento che sta vicino a canestro in attacco e che controlla l'area in difesa ma sono convinto che il "pivottone" non sia sorpassato nel basket di oggi. Ho combattuto per anni in Eurolega contro i Marconato e i Chiacig, sono convinto di poter fare ancora la mia parte».

A giocare un ruolo importante nella scelta di Skelin è stata ovviamente l'amicizia con il suo connazionale Veljko Mrsic, dieci anni fa compagno di squadra del pivot del 1974 nelle file del Cibona Zagabria, ora suo allenatore.

«La chiamata di Veljko mi ha fatto molto piacere: siamo buoni amici e quando al telefono mi ha chiesto se fossi disponibile a muovermi per un paio di allenamenti in vista della possibilità di giocare per lui, sono venuto di corsa - spiega Skelin -, Certo, d’ora in poi Veljko sarà il mio allenatore e sarà una cosa diversa rispetto a quando eravamo compagni di squadra a Zagabria ma è un gran piacere giocare per lui. Sono già in buone condizioni perchè mi sono allenato fino a qualche settimana fa con l'Olimpia Lubiana e le sensazioni dei primi tre giorni di lavoro a Varese sono positive. La prima impressione sulla squadra? Conoscevo già Giacomo Galanda con cui avevo giocato nella Fortitudo Bologna e Alexsandar Capin, mio compagno di squadra a Novo Mesto nel 2001/2002. Il gruppo mi sembra unito, sicuramente ci si allena bene e con intensità ma la qualità elevata di un campionato, come quello italiano, è data dal grande equilibrio legato al fatto che tutte le squadre hanno buoni giocatori. Ci sarà da sudare».

Per Skelin, veterano di Coppe Europee, tra Eurolega e Uleb Cup e pluri-campione nei vari campionati disputati nel suo lungo pellegrinaggio nel Vecchio Continente - 7 titoli tra Croazia, Francia, Russia e Bulgaria - sarà una esperienza del tutto nuova quella di lottare nella bassa classifica: «Per me si tratta di una sorta di sfida, dopo aver giocato per anni ad alto livello e avere disputato una lunghissima serie di finali in tutti i campionati europei in cui ho militato. Per certi versi è più facile fare bella figura in contesti competitivi e che lottano al vertice: la realtà d’una classifica bassa e inquietante mi è sconosciuta ma sono convinto che non sarà un problema adattarmi in fretta alle necessità della squadra. In fondo le mie caratteristiche non cambiano: dalla mia parte ci sono oltre dieci anni di Coppe europee e tante vittorie, non sono certo un giocatore che ama lo spettacolo ma mi piace lottare duro e dare il massimo. Qualunque sia la posizione in classifica della Cimberio, le mie caratteristiche sono quelle di sempre, scolpite nel mio modo d’essere in campo peraltro con maggior maturità ed esperienza per il bene del gruppo: Mrsic mi conosce bene e mi ha scelto per questa ragione».

Giuseppe Sciascia

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