Lucaweb Posted July 17, 2008 Share Posted July 17, 2008 di GIANCARLO PIGIONATTI Sola laggiù, che tristezza! Varese è questa, da far paura: chi ancora non l’avesse capito, non può circolare nella realtà. Ricordate il fiato corto che evocammo quest’estate? Adesso è un rantolo. Con questa schiera di esterni, fra alti e bassi in una stessa gara, tipica di giocatori modesti, la retrocessione è da mettere in conto. Essi fanno solo mucchio. E nel mucchio ci vanno lasciando soli Galanda, Capin, Passera e qualcun altro, compreso il "nuovissimo" Skelin, vero "usato sicuro". Contro Williams, il pivot più esplosivo del campionato, il croato ha mostrato subito il suo mestiere e vien persino da chiedersi della Cimberio senza di lui e pur sconfitta da Avellino. I punti di Beck, in striscia allorquando la squadra sta sotto, sono... numeri da torneo serale, non da disprezzare se Varese fosse competitiva; gli altri segnano una miseria e non sai mai quando essi, senza garanzie, possano servire efficacemente alla causa biancorossa. Inverti i fattori, il prodotto non cambia, nel senso di impiego degli uni e degli altri: il risultato è una mediocrità sparata. Mrsic, che già sbaglia di suo, come tutti gli allenatori, si trova con le spalle al muro, messovi proprio dalla società che tanto lo volle, salvo poi magari cacciarlo e ritrovarsi come prima o peggio: il tecnico, da tempo, sentendo odor di bruciato, ha richiesto un esterno con punti nelle mani, insomma un atleta di valore ma, sin qui, la società ha tirato a campare, credendo probabilmente nei suoi acquisti con la preghiera, al tecnico, di usarli meglio. Nulla di più tragico, anche se non si può pretendere in fretta un realistico rimedio da chi ha cannato in toto il mercato. Fortunatamente, per Mrsic, è arrivato il suo amico Skelin, già discreto nel primo impatto con un ambiente nuovo ma, si diceva, resta l’imbarazzante modestia del gruppo come ha dimostrato di riflesso Avellino attraverso ogni suo atleta, tant’è che sarebbe bastato, sul fronte biancorosso, uno degli irpini (da scegliere pure bendati) per fare una differenza, grande o piccola che fosse. Ci ha impressionato, soprattutto, Burlacu che, sconosciuto ai più, sarebbe una cannonata come cambio di Galanda ma, si sa, è stata un’estate da colpi di sole. L’anno scorso, di questi tempi, in società e su alcune tribune, di opinione e spalti, si stava dichiarando guerra a Magnano con Varese quinta in classifica, quindi in una posizione già d’eccellenza per una formazione sana ma con suoi limiti, ritenendola evidentemente da primissimi posti per quell’idea di grande squadra che certa dirigenza, per sue elucubrazioni sul nome di Varese, ha sempre avuto. Morale, Magnano, per molti, era soltanto un danno come la grandine. Oggi Varese è sola all’ultimo posto e, se non ricordiamo male, in più di sessant’anni di storia, si trovò in questa situazione solo una volta, nel campionato 1981/82: la squadra, per ironia del caso, si chiamava Cagiva. Sia chiaro, Magnano, che rischia d’essere cacciato in Spagna, non avrebbe fatto di meglio, ma una cosa è certa, non avrebbe accettato questa squadra. L’ha condivisa invece Mrsic per amicizia e ingenuità, anche per quella grande chance d’allenare Varese. Con chi prendersela ora? Ci spiace che il tecnico croato, avanti così, rischi il posto, mentre toccherebbe ad altri pagare per la propria inadeguatezza. Certo è che, per battere una crisi nerissima, ci vogliono grandi responsabilità, quindi lucidità e freddezza e non emotività e superficialità (visto l’ingaggio di Babrauskas come rinforzo) che, sin qui, hanno prevalso. Non tutto, però, è perduto se si batte Pesaro e s’acchiappa l’uomo della provvidenza. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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