Lucaweb Posted July 17, 2008 Share Posted July 17, 2008 di Giancarlo Pigionatti Far fuori un amico, non sia mai. Almeno fin che si può evitarlo. Stavolta Gianni Chiapparo merita il nostro consenso per quanto, in realtà, possa valere, nel mettere al riparo Veljko Mrsic da certe tentazioni qualunquistiche di un licenziamento. La squadra perde, si cacci il tecnico. "Che pure dorme, non in piedi, è vero, ma in panchina", come magari pensa qualcuno. "Ma che colpa abbiamo noi", potrebbero cantare in coro i tre della panchina biancorossa, citabili come staff responsabile di un lavoro che non dà frutti o che ne dà pochi e velenosi. E, finendo vieppiù Varese nel sottosuolo dell’incubo, Mrsic finirebbe inevitabilmente nel tritacarne dei cambiamenti, dovuti al fine di scuotere una squadra che, sicuramente, avrebbe più bisogno di variabili al suo interno. In campo, sino a prova contraria, vanno i giocatori. Ma sentiamo il tecnico croato per capire che cosa pensi e come viva un momento abbastanza pirandelliano dopo la felicità vissuta da giocatore della stella. - Innanzitutto farà effetto l’appassionata paternale che Gianfranco Castiglioni ha tenuto nello stanzone biancorosso? «Un patron vecchio stampo, che parla con il cuore in mano ai dipendenti, non può che far bene. Io in discussione? Lo sono, è vero, ma con me stesso. A Chiapparo - spiega Mrsic - ho detto e ripetuto che non deve sentirsi obbligato a tenermi per amicizia: c’è Varese che sta sopra tutti noi». - Qual è oggi il suo stato d’animo? E che cosa le spiace di più? «Se mi fermo a compiangermi, Varese è perduta irrimediabilmente. Mi sto dando forza, cercando di trasformare i limiti più vistosi della squadra in piccolezze da poter nascondere. Mi sono posto l’obiettivo di sfruttare ciò che si ha a disposizione, il periodo delle illusioni è finito. Se ho della salsa bolognese, non posso inventarmi una alla milanese. Che cosa mi dà più dispiacere? La classifica. La gente soffre tantissimo, lo so, ma c’è chi sta ancor peggio, innanzitutto il sottoscritto che è venuto qui, ben accolto, per ricominciare una bella avventura e che, invece, si trova "suonato" fra gente delusa». - In che cosa crede d’aver sbagliato? E quale errore non commetterebbe più? «Nell’accettare ogni scelta di mercato, anzi nel condividerla semplicemente perchè non avevo ben chiare le misure del campionato scorso, quindi non ero all’altezza di trarre ogni possibile conseguenza per un potenziale e prevedibile raffronto con quello attuale. Se sopravviverò - è sempre Mrsic che parla -, cercherò, nella prossima stagione, di far valere, ragionevolmente, alcune scelte dovendo, in ogni caso, trovare convergenze con la società. Skelin, per esempio, è già un’opzione in tal senso». - Qualcuno, come l sponsor, lamenta una presenza tecnica insignificante, se non remissiva in panchina, mentre tutte le squadre avversarie sono sospinte da allenatori che, per quaranta minuti filati, stanno al fianco dei propri giocatori, camminando persino sul parquet... Lei non può figurare, per regolamento, come capo allenatore, nel frattempo Varese - e la società lo sapeva - corre a handicap... Sarà così per tutta la stagione? «Questo è uno dei motivi che mi fanno più soffrire. In realtà sono un allenatore dimezzato o, se preferite, un tecnico impotente. Una gara è fatta di piccolezze, da amplificare, a correzione o sviluppo: l’allenatore ne è il megafono ideale. Soprattutto se una squadra ha bisogno di una continua assistenza. La mia prima documentazione non è stata accettata, ne produrrò una nuova, mi auguro a buon fine». - Nel frattempo Cecco Vescovi, che ha carisma e che vuol fare l’allenatore di serie A, potrebbe sostituirla a bordo campo. A parte qualche occasione, non sta accadendo nulla di simile. Cecco ha molta sensibilità, probabilmente preferisce un atteggiamento che non adombri la sua funzione ma non si può nemmeno lasciare una squadra scorata in preda agli avversari. «Probabilmente è naturale per Cecco non sostituirsi a me, anche perché credo che, in alcuni momenti o attimi, egli potrebbe pensare diversamente dal sottoscritto. Ma qualche cosa, convengo, si deve fare». - L’esterno con punti nelle mani arriva o no? «La società sta lavorando per questo obiettivo ma, adesso, non so nulla. Da tempo, dopo aver analizzato le pecche della squadra, ho fatto precise richieste al club: Gerald Ficht sarebbe stato l’ideale ma se è sparito non è colpa di Castiglioni né di Chiapparo. Aspetto e spero». - Se potesse sceglierne uno personalmente, chi prenderebbe? «Popovic che adesso sta allo Zalgiris». - Se non sbagliamo, è croato come lei ed è nipote di Komazec... «Sì è proprio lui - spiega il tecnico -, gli ho anche telefonato ma lassù si trova bene e per questa stagione resta dov’è». - Sin qui l’ha più sfiorata l’idea di un esonero o il tarlo della retrocessione? «Qualche volta, quando mi sono sentito molto giù, ho pensato alla retrocessione, per sfidarla ed esorcizzarla». - Il futuro potrebbe diventare meno spaventoso ma per cominciare a cambiarlo, bisognerebbe battere Pesaro, domenica a Masnago... «Non si scappa. Un successo - chiude Mrsic - ci darebbe coraggio e ne darebbe soprattutto a quei ragazzi che, sinora, pur con grinta e orgoglio, si sono trovati per terra... Pesaro, senza Myers, che a Varese, mi risulta, ha conti sempre aperti, è battibile. Ma per riuscirvi, ci vuole una Cimberio scatenata. E, dopo aver ingoiato delusione e rabbia, lo sarà sicuramente». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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