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Pozzecco:"Soffro per Varese"


Lucaweb

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di

Francesco Caielli

Col cuore in mano, e lo spirito che fa a pugni tra la soddisfazione

per squadra per cui gioca (Capo d´Orlando) che vince e diverte, e la

sofferenza per quella che ancora ama alla follia, e che è ultima in

classifica. Gianmarco Pozzecco è fatto così: geniale in campo,

limpido e sincero fuori: "Soffro - dice scuotendo la testa - soffro

come una bestia. Soffro come se fossi ultimo in classifica anch´io,

anzi: di più. Perché da quaggiù non posso fare proprio nulla per

aiutare la mia Varese. Però, a pensarci bene, qualcosa farò".

E cosa?

Allora: io stasera gioco a Bologna. Finita la partita, prendo la

macchina e vengo su a Varese: domani sarò al palazzetto a vedere la

partita.

E´ una promessa?

Farò davvero il possibile per esserci, davvero. Chissà, magari con la

mia presenza potrò dare una mano alla squadra: scaldando il pubblico,

facendo due chiacchiere con Mrsic prima della partita, qualche

battuta con il Menego. Verrò e farò il tifo.

Vista dalla Sicilia, come appare la situazione della Cimberio?

Brutta, perché la classifica parla chiaro e io posso vedere solo

quella. E quindi ci sto male, non voglio nemmeno pensare ad una serie

A senza Varese, non avrebbe alcun senso andare avanti a giocare.

Soffro perché a Varese sono legati i ricordi più belli della mia vita

sportiva, perché lì ho ancora tante persone che mi vogliono bene, e

perché sono molto amico di Veljko, che continuo a reputare un grande

allenatore.

Sia sincero: la Cimberio retrocederà?

Non ditelo nemmeno per scherzo: Varese si salverà, perché ha la serie

A nel suo Dna. Noi a Capo d´Orlando stiamo lottando per tenerci

dietro, alla fine del campionato, almeno due squadre: ma nessuna di

queste due sarà la Cimberio.

Come si salverà Varese?

Non lo so: si salverà e basta. Ricordo situazioni simili che poi si

sono risolte alla grande: penso alla stagione 2000/2001, quando con

Danna in panchina perdemmo undici volte nelle prime tredici giornate.

Poi arrivò Lombardi e ci salvammo tranquillamente, prendendoci anche

qualche bella soddisfazione tipo battere - ai supplementari, una

partita pazzesca - la Kinder di Ginobili, Jaric e Grifftih.

Allora, però, fu decisivo il cambio di allenatore. Questa volta cosa

servirebbe?

Un giocatore nuovo, uno con un po´ di punti nelle mani, che a quanto

mi dicono arriverà nei prossimi giorni. E poi un po´ di fiducia da

parte di tutti: giocatori, allenatori, tifosi e appassionati.

Eppure la gente, qui a Varese, incomincia ad avere paura...

Ma io la capisco, ed è normale, anzi: credo che il primo passo verso

la salvezza sia il rendersi conto che le cose non si sistemeranno da

sole e che ci sarà da soffrire. Questa paura, però, non si deve

trasformare in disperazione, ma in rabbia. Rabbia positiva, da

sfogare ogni volta sul malcapitato avversario di turno. A partire da

domani: ragazzi, via quelle facce da funerale, e massacriamo Pesaro.

Altrimenti poi ve la vedete con me.

L´eco della fredda rassegnazione che da qualche tempo aleggia al

palazzetto è giunta anche in Sicilia?

Sì, me l´hanno detto. Ma adesso le cose devono cambiare, a partire da

domani. So che fino all´ultima partita avevano impedito la vendita

dei biglietti, ma contro Pesaro portanno esserci di nuovo tutti: e

allora basta scuse, domani vengo e voglio sentire la Masnago che

conosco. Io farò i salti mortali per venire, e durante la partita non

me starò certo seduto e zitto. Se tutta Varese farà come me, il

PalaWhirlpool tornerà ad essere il palazzo più caldo d´Italia.

Cosa può essere Masnago?

Quel palazzetto è il posto più bello dove giocare a pallacanestro, se

hai addosso la maglia di Varese. Ed è il più brutto di tutti, se sei

un avversario.

Varese saprà rispondere al suo appello?

Non ho alcun dubbio. Ma vi ricordate quando nel 2000 - la squadra

andava da schifo, la gente era arrabbiatissima - mi venne la pensata

di colorarmi i capelli di verde e di invitare tutto il pubblico di

Varese a fare lo stesso? Fu una giornata pazzesca, quattromila

persone con i capelli verdi, e persino il sindaco Fumagalli si

dipinse i baffi: vincemmo alla grande, contro Imola, in un ambiente

di colpo sereno e festoso. Ecco di cosa è capace Varese, ecco di cosa

è capace questa gente: e voi mi chiedete ancora se la Cimberio si

salverà?

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