Lucaweb Posted July 18, 2008 Share Posted July 18, 2008 di GIANCARLO PIGIONATTI C’è tanto carbone sotto l’albero di Natale in casa biancorossa. Eppure meritano ben altro Gianfranco Castiglioni e i tifosi cui, con tutto il cuore, auguriamo la salvezza di Varese. Che sia complicata, addirittura disperata, in un triangolare del brivido, per un solo posto, poco importa. Alla fine, tra pene dell’inferno e rischi da infarto, varrà la sola operazione possibile, a tutela di un patrimonio storico qual è la Pallacanestro Varese. Se potessero fare qualche cosa le Belle Arti, siamo certi, sarebbero già intervenute. Tocca invece al club biancorosso quel tocco di classe in più per un’operazione "salvezza sicura", sempre che, con 6 puntarelli in classifica e la prospettiva di stare fermi un giro sabato prossimo a Siena, si creda di stare a "Scherzi a parte". Non pretendiamo che la famiglia Castiglioni si dissangui finanziariamente per rimediare a quel "tutto sbagliato, tutto da rifare", segnalato, su queste colonne, quattro mesi fa, a maggior ragione evitabile da chi, dovendo essere competente, aveva facoltà di scelte, tuttavia crediamo che lo sponsor, l’appassionatissimo Cimberio, possa sopportare un sacrificio per il suo buon nome che sta sulle maglie. A Varese manca un "cannoniere", la pensa così anche Carlo Recalcati (il signore sì che se ne intende) il quale, vicino ai destini di Varese, domenica scorsa, osservava che un "puntero" come Fitch (auspicato qui tra i potenziamenti, basti leggere la Prealpina dell’11 novembre) avrebbe fatto più comodo alla Cimberio che a Cantù. E Gerald, in linea con le sue segnature in Turchia, ha marchiato l’esordio con 19 punti. Fu Mrsic, già fautore dell’arrivo di Skelin, a proporlo ma la sua richiesta fu come l’acqua sul marmo. Poi, passate le competenze a Valerio Bianchini, il nuovo coach, tastando il polso del malato, s’accorse di pulsazioni irregolari in regia, da lì la chiamata di Brown con Capin, palesemente, più guardia che play assoluto. Tierre, calato a Masnago da una mongolfiera del tempo perduto, non è affatto l’uomo sbagliato al posto giusto, né può valere la sua esibizione, contro la Virtus Bologna per definire l’americano nuovo di Varese, a polveri bagnatissime e fiato corto. In compenso Brown ha mostrato un’innegabile personalità e un pregevole potenziale in penetrazione: quando egli sarà cresciuto agonisticamente e calato nei giochi di squadra, verosimilmente avrà nelle mani una dozzina di punti di media e tanti altri per il "triplomane" Capin e il galoppante Beck. Allora dove sta il problema? Non esisterebbe certo, se Varese avesse oggi una dozzina di punti in classifica se non che, d’ora in poi, dovrà mettere a segno un filotto di vittorie, anche in trasferta, per coinvolgere squadre che la sopravanzano di sei lunghezze e allargare così le frontiere della salvezza. Visto e considerato che Melvin sembra perso nel deserto, Delonte Holland, cui non mancano i rimbalzi in dote, utilizzabile anche da "quattro", sarebbe un bel regalo, bell’impacchettato e infiocchettato, da una Virtus che, a quanto pare, l’ha proprio "sbolognato". Lo stesso Recalcati l’ha raccomandato al giovane Castiglioni, pur sapendo che Delonte è come quella carta "imprevisti" del Monopoli. Con un atleta così selvatico le sorprese non mancano ma Bianchini sa il fatto suo, anzi ne sarebbe stimolato il suo orgoglio di stratega. Immaginatevi Brown, Capin, Holland, Galanda e Skelin, quindi Passera, Hafnar, Beck, Fernandez e De Pol come coprotagonisti. Se partisse ora il campionato, questa Varese sarebbe, sicuramente, da primi cinque posti. Stiamo sognando? Beh, a Natale, si può tornare bambini e ingenui. La realtà è un po’ diversa ma resta l’unico augurio possibile oggi, e di cuore, sotto i canestri. Link to comment Share on other sites More sharing options...
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