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Marco Passera rifiuta le offerte e va avanti nella squadra della sua città


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di Giuseppe Sciascia

Credere nella salvezza di Varese. Marco Passera ne è convinto: la sua Varese non può finire nel limbo. Il play di Casciago ritiene credibile la rimonta biancorossa, soprattutto dopo il segnale mostrato contro la Virtus Bologna che ha ridato all'ambiente serenità.

«Una grossa boccata d'ossigeno dopo due mesi di apnea, in settimana s’è lavorato con più serenità e ciò aiuta molto, come il non essere più soli all'ultimo posto. E' chiaro che si tratta solo di un primo passo ma è importante averlo compiuto nella direzione giusta».

A dispetto di una classifica "complicata", a quanto pare, nello spogliatoio biancorosso, si respira un clima di fiducia...

«Certo, la classifica s’è allungata durante il nostro lungo digiuno ma ci sono formazioni a 10 e 12 punti che potremmo coinvolgere nella bagarre, a patto di riuscire a sfruttare le nostre potenzialità per fare un "filotto". Credo che, con i potenziamenti, le nostre lacune iniziali si siano colmate e sono convinto che Brown e Skelin, dandoci una grossa mano, consentiranno a tutti di rendere secondo le proprie capacità. Varese è ultima ma lo spogliatoio è unito e lo spirito è buono».

Le novità a livello di staff tecnico e di organico hanno mutato in maniera sostanziale il volto della Cimberio ma Passera auspica più che altro il raggiungimento di una certa continuità nell'apporto dei singoli all'interno dei meccanismi corali: «Bianchini non ha modificato radicalmente il nostro impianto di gioco ma ha portato in dote esperienza e carisma. Confidiamo che riesca a trasmetterci le sue sconfinate conoscenze cestistiche per indicarci la strada giusta. Con il nuovo assetto abbiamo disputato soltanto una partita ed è presto per dire se sarà quello giusto. Mi auguro, con tutto il cuore, che, all'interno della squadra, ognuno sappia esprimersi con un giusto apporto, cosa che non è accaduta per troppo tempo. E poi le assenze d’inizio stagione ci sono costate tribolazioni che ci impedivano di lavorare bene e, tra i motivi per i quali abbiamo dovuto cambiare, c'era sicuramente anche questo. Nei primi due mesi quando giocava bene uno, c'era un altro che rendeva poco e viceversa: ora tutti stanno bene e, all'interno delle gerarchie, ognuno può garantire un contributo importante. Il campionato è ancora lungo, ci sarà spazio per tutti».

A proposito di spazio s’è tantissimo ridotto quello di Marco Passera, passato dai 27 minuti di media delle prime 10 giornate - anche per l’assenza iniziale di Capin - ai 19 totali delle ultime 3 gare, per dire di un "non entrato" domenica scorsa. Così negli ultimi giorni non sono mancate le "sirene" di mercato per il regista varesino: Caserta e Reggio Emilia in pole position, quindi Napoli e Rieti con un "pensierino"...

«Ora come ora la cosa più importante è che la squadra vinca e risalga la china, di fronte a questo obiettivo - ribatte Passera - il mio minutaggio conta poco o nulla. Personalmente le offerte, di cui mi raccontano, fanno piacere: significa che qualcosa di buono ho combinato ma non sono minimamente distratto, mi interessa solo Varese. E’ pur vero che stare a guardare non piace a nessuno ma continuerò a dare il massimo per la squadra della mia città, facendo la mia parte, per quanto mi verrà richiesto, al fine di migliorare una classifica, che fa paura. Mi piacerebbe giocare a Siena ma, se mi garantissero che, in cambio di 40 minuti di panchina, riusciremmo a battere la MPS, firmerei subito. Ci aspetta - è sempre Passera che parla - una partita quasi impossibile da vincere ma metterci alla prova in un appuntamento segnato è il minimo cui possiamo aspirare. Indubbiamente non potremo sbagliare le gare contro Capo d'Orlando e Scafati, sicchè il viaggio in Toscana ci dà la possibilità di verificarci, dopo la vittoria di domenica. Tutti ci teniamo a dimostrare che quel risultato non sia stato un caso...».

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