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Toto Bulgheroni:"Risalire dalla Legadue sarebbe più difficile che salvarsi quest'anno"


Lucaweb

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di Samuele Giardina

Antonio Bulgheroni, con la sua famiglia ha alle spalle 20 anni di proprietà della Pallacanestro Varese: scavando nell'esperienza riesce a trovare parole di positività anche in questi giorni tetri?

Io sono e voglio essere positivo, anche se conquistare la salvezza equivarrebbe a un mezzo miracolo. Inutile negare l'evidenza e nessuno lo fa, ma è palese siano stati commessi degli errori: vuoi perché non si può valutare tutto prima e vuoi anche perché, quando qualcosa nasce storto, spesso continua peggio; le cattive scelte chiamano la sfortuna, è successo anche a me più di una volta. L'aspetto maggiormente complicato è che ora tutti devono tirare fuori il cuore e fare un po' più del normale: giocatori, allenatori, società, addetti ai lavori e tifosi.

Quando era proprietario, per molto meno, proprio dagli spalti volarono anche gli insulti verso la sua famiglia: non accade più, cosa è cambiato?

La verità è che il pubblico

di Varese, per ragioni comprensibili, ha sempre preteso molto. Proseguendo e tornando indietro di parecchi anni posso dire che a noi, con scelte a volte impopolari fatte per mantenere la coerenza delle nostre idee, è capitato di andare contro la volontà dei tifosi: ora sembra che l'obiettivo di tutti sia Chiapparo ma lui stesso, se ha preso delle decisioni, è perché qualcuno le ha accettate. Poi, per carità, gli errori sono ìnsiti nel lavoro di ognuno e, sino a prova contraria, sono fatti in buonissima fede: facendo un ultimo salto indietro giusto ricordare i nostri quando retrocedemmo nell'anno in cui si spese di più per gli americani (1991/92 con Theus e Wilkins, ndr) o la rinuncia a Thompson (il quale, andato a Badalona, vinse l'Eurolega con una sua tripla, ndr) per Cummings.

Romeo Sacchetti afferma che la riscossa può partire solo dagli italiani, gli unici in grado di comprendere il significato di una Varese in A2.

Ragionamento forse più valido sino a qualche anno fa quando il legame tra giocatori, società e città era più importante; con le caratteristiche del mercato odierno credo anche gli stranieri si rendano conto del significato di una retrocessione.

Stabilito che gli errori sono troppi e gravi: vale ancora la pena crederci o è meglio mettersi l'animo in pace, risparmiare soldi e preparare la rinascita?

Non scherziamo, non fosse altro che, se purtroppo dovrà accadere, risalire dalla Lega-Due sarà difficilissimo quasi più che salvarsi quest'anno: se si possono investire delle risorse, meglio farlo ora e non lasciare nulla di intentato.

Infatti stanno per arrivare il figliol prodigo Holland e Jaime LIoreda sotto canestro (201 cm., 14,6 punti e 11,9 rimbalzi a Novara in LegaDue) anche se un contratto straniero dovrà essere rilasciato.

Ottima cosa a prescindere dai nomi e da tutto il resto: significa che la proprietà, a cui va tutto il mio appoggio e solidarietà, vuole lottare. Dopo l'infortunio di Skelin è proprio due il numero dei giocatori necessari: prima ne mancava solo uno, ma questo entra a fare parte del già affrontato discorso sulla sfortuna che ci vede benissimo.

La pallacanestro, a Varese, può sopravvivere a un'eventuale uscita della famiglia Castiglioni?

Premessa: la gente non si rende conto di cosa significhi in termini di pressione avere la proprietà della Pallacanestro Varese. Chiarito questo, cito una frase che mi disse Petrucci anni fa: "Antonio, via tu arriva un altro"; ecco, probabilmente sarà vero ma, dati i tempi di difficolta per tutti, mi auguro che i Castiglioni abbiano ancora le energie per proseguire. Poi, se dovrà essere, spero che il nome, il blasone e la storia della Pallacanestro Varese consentiranno di veicolare investimenti e passione.

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