Lucaweb Posted July 19, 2008 Share Posted July 19, 2008 di Massimo Turconi Le considerazioni sono due: o Mario Ghiacci è diventato un attore degno dell’ Oscar, oppure la sua commozione, quando parla di Varese, è un sentimento talmente trasparente e puro da meritare grande rispetto. Il direttore sportivo della Snaidero Udine, con una classifica “a rischio”, ha le sue belle gatte da pelare ma ugualmente rivolge un pensiero affettuoso a una “vecchia amica” in difficoltà. «Provo un sincero dispiacere nel vedere la “mia” Varese in difficoltà perché - osserva Ghiacci -, sebbene sia stato nella vostra città solo per una stagione, sento ancora tutto il prestigio di quella chiamata e dell’incarico che mi era stato affidato. Lavorare nella Pallacanestro Varese mi parve come un’incoronazione ed è brutto vedere una società così importante, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo del basket, in cattive acque». - Da lontano, quale idea s’è fatto della Cimberio? «Non ho idee precise, anche perché in certe vicende bisogna esserci dentro e viverle in prima persona sia in campo, sia dietro le scrivanie. Posso immaginare che, come succede sempre, a scelte sbagliate, si siano assommati elementi imprevedibili come la sfortuna, partite perse malamente, cattivi rapporti e, in una piazza esigente come quella varesina, anche la pressione derivante dal confronto con il passato, con la tradizione, con aspettative sempre elevate. Ad ogni modo, da lontano, soffro nel sapere che vi sono amici e persone meravigliose come quelle che compongono la famiglia Castiglioni che se la stanno passando male. Per loro e la passione che mettono, con tanto di sacrifici, nel basket sarà senz’altro un brutto colpo». - Non avendo idee precise, magari può suggerire qualche cosa... «I miei suggerimenti sono: stare uniti, costruire un fronte comune, lavorare per aggregare ancor di più la squadra. Sarò banale ma il vecchio detto "l’unione fa la forza" è l’unico che, in momenti di crisi, ha un senso». - Esaurito il doloroso capitolo Varese, come ve la passate, voi a Udine? «Se dovessi guardare solo i risultati ottenuti negli ultimi due mesi (una partita vinte, otto perse), dovrei rispondere "abbastanza male, grazie". In realtà, e per ragioni di obiettività, devo dire che, dopo un inizio più che incoraggiante (sei vinte in nove gare), un’infinita serie di infortuni, acciacchi e di episodi negativi hanno decimato la squadra che, ovviamente, è stata trascinata in un vortice di negatività. Le assenze di Allen (fuori per una costola incrinata), di Antonutti (per una caviglia malconcia) e di Green, colpito da un gravissimo lutto familiare, quindi in USA per due settimane ma tornato poco sereno hanno tolto a coach Pancotto la possibilità di allenarsi con un certa continuità. Un vero peccato perchè l’obiettivo stagionale, migliorare il dodicesimo posto conquistato lo scorso anno, sembra essersi allontanato. Anzi, adesso, complici le sconfitte, ci siamo giocati il credito accumulato nei primi mesi e classifica s’è fatta preoccupante». - Varese, però, arriva al Carnera con l’acqua alla gola... «Allora facciamo una bella coppia “balneare” perché - commenta il dirigente reggiano -, da queste parti i giornali hanno definito il match contro la Cimberio "da ultima spiaggia". In realtà, l’unico aspetto che mi disturba è dovermi giocare un’importante fetta di salvezza proprio contro la mia ex squadra. Non mi sarei mai aspettato di vedere le due formazioni lottare per la vita o la morte sportiva ma il momento è questo e va accettato. E vanno accantonati i sentimenti. Mi aspetto una partita nervosa, brutta sotto il profilo tecnico per la pressione dei due punti. Tra l’altro, non lo nego, sono piuttosto preoccupato perché da una squadra come Varese, che si gioca molta più vita di noi, è lecito aspettarsi un violento colpo di coda, quindi spero che i miei giocatori scendano in campo consci del pericolo. Infine per il sottoscritto, come comprensibile, vi sarà spazio solo per la Snaidero e, in schedina, solo per l’1 fisso». Link to comment Share on other sites More sharing options...
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